Abstract della ricerca: “Mappatura dell’estrema destra europea nel XXI secolo”
Utilizzando una banca dati regionale delle elezioni nazionali ed europee sul livello NUTS 2 in 28 paesi, sono state testate le principali teorie che spiegano il voto elettorale espresso per l’estrema destra europea.
Mentre le analisi micro e macro hanno spesso prodotto risultati contrastanti, disoccupazione, immigrazione e disparità di reddito hanno effetti significativi e robusti a livello meso, indicando che i fattori che determinano il voto all’estrema destra potrebbero in generale operare a livello subnazionale.
In linea con le ipotesi di “contatto” e “salienza di cambiamento”, gli effetti dell’insicurezza economica sono più pronunciati nelle regioni che subiscono cambiamenti improvvisi rispetto a quelli con alti livelli di immigrazione.
Indagando l’orientamento elettorale della famiglia di estrema destra (FR) e tenendo conto della variazione dei risultati elettorali tra le sue due componenti principali, la destra estremista (ER) e la destra radicale populista (PRR) in tutto il continente europeo a livello regionale, si nota una convergenza tra i due, poiché entrambi propagano idee nazionaliste, sono contro il pluralismo socio-culturale, a favore di politiche di immigrazione restrittive e condividono posizioni anti-establishment (Minkenberg, 2013, P. 13, Greven, 2016, pp. 4-5).
I quadri concettuali che spiegano l’evoluzione elettorale dei partiti di FR possono essere raggruppati in “lato domanda” e “lato dell’offerta” (Mudde, 2007; Rydgren, 2007). Le spiegazioni sul lato della domanda combinano fattori che riflettono diversi insiemi di trasformazioni di ampia portata che si sono verificati nell’era avanzata del dopoguerra. Tra questi, i cambiamenti che influenzano lo status economico dei cittadini e la loro identità socio-culturale generano il terreno per l’ascesa di nuovi partiti.
Il sostegno elettorale ai partiti di FR può essere percepito come una reazione ai cambiamenti associati all’insicurezza socio-economica e culturale (Inglehart e Norris, 2016), poiché i partiti di FR si presentano come contrappeso: una “silenziosa controrivoluzione” (Ignazi, 1992) ai crescenti rischi economici e ai cambiamenti culturali.
Le spiegazioni centrate sull’offerta sono divise in due sottogruppi (Mudde, 2007; Rydgren, 2007): il primo si concentra su strutture di opportunità politiche legate a fattori esogeni che mitigano o estendono le prospettive di sostegno dei partiti di FR; il secondo si concentra sui partiti FR stessi, vale a dire il loro accumulo organizzativo, la struttura della leadership, così come la loro ideologia, manifesti di partito e discorsi.
La nostra carta riposa nel ramo della letteratura sul lato della domanda. A livello teorico, contribuiamo in tre modi:
– indaghiamo sul ruolo dell’insicurezza economica e del contraccolpo culturale, come determinanti isolati o intrecciati;
– esaminiamo le somiglianze e le disparità rilevanti tra PRR e ER;
– analizziamo perché le determinanti del FR, che operano a livello regionale, non emergano dalla ricerca a livello nazionale o individuale.
Il nostro contributo empirico consiste nel fornire prove forti e solide a favore delle teorie predominanti sulle cause del voto del FR, e confermano sia le somiglianze sia le differenze tra le due varianti del FR.
Link alla ricerca completa: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S026137941830026X