Una notizia breve, apparsa il 9 marzo del 2011 sul Corriere della Sera, riferisce di come 38 famiglie italiane, aderenti all’associazione «Quinta Essencia», abbiano preso nazionalità messicana, si siano stabilite a Xul e vivano blindate in un’antica località Maya, in attesa dell’Apocalisse. Il rifugio è un agglomerato di 38 ville fortificate, strutturate con porte e finestre a prova di esplosivo, rifugi sotteranei e una rete di tunnel che collegano l’intera fortificazione. Le uniche notizie che sono trapelate sul loro modo di vivere provengono dai racconti degli abitanti del luogo, un migliaio in tutto, che hanno partecipato alla costruzione della cittadella, chiamata come quella degli antichi Maya, «Morada de las águilas», «Il rifugio delle aquile», per resistere all’Apocalisse che, secondo le tesi comuni dovrebbe avvenire il 21 dicembre 2012. Questa data è il risultato di una serie di calcoli compiuti dall’archeologo John Eric Sidney Thompson, esperto di calendari Maya.
Pare però che lo studioso abbia dimenticato di considerare un buco temporale presente nel calendario Maya e causato da una lunga guerra, la cui durata non viene conteggiata nel computo dei giorni. Ad annunciare l’errore e stabilire una nuova data per il tragico giorno, che dovrebbe verificarsi nel corso del 2116, sono stati i due fratelli Bohumil e Vladimir Böhm, il primo un matematico e il secondo uno storico esperto della civiltà Maya. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Astronomische Nachrichten. Dagli studi dei fratelli Böhm, risulta tra l’altro che i Maya usassero calendari differenti e in particolare quello religioso, di 260 giorni e quello agricolo, di 365 giorni e che una settimana era lunga 9 giorni. Dal confronto dei diversi calendari e dei vari avvenimenti che si erano succeduti e analizzando le diverse fonti, i due fratelli hanno così scoperto che i calcoli di Thompson erano sbagliati.
Per il momento quindi, da questo punto di vista, possiamo dormire sonni tranquilli.
Ad ogni modo, i Maya parlavano semplicemente della fine di un ciclo, ossia del 13esimo bak’tun del calendario e quindi dell’inizio di un nuovo ciclo, una sorta di Capodanno. “Questa nuova interpretazione, ossia che il 13esimo bak’tun possa costituire un importante evento nel calendario, sarebbe stata celebrata dai Maya come un nuovo inizio. Comunque, essi non fecero alcuna profezia apocalittica, se si considera tale data”, così spiega Marcello Canuto, direttore del Tulane University Middle America Research Institute.
Il calendario di Xultun in Guatemala.
A confutare la fatidica data del 21 dicembre di quest’anno c’è anche un’altro documento, un altro calendario rinvenuto in Guatemala a Xultun, che ipotizza la fine del mondo tra 7000 anni! I calcoli, rappresentati con un lungo computo, sono dipinti sulle pareti del laboratorio di uno scriba vissuto nel IX secolo, ancora ben conservati, ai quali sono state aggiunte alcune cifre, che secondo gli studiosi riguardano sempre il calendario Maya.
Il murales è stato scoperto da un gruppo di archeologi dell’Università di Boston, guidati da William Saturno e pubblicato su Science.
Le immagini e le scritte, riportate sui dipinti, sono rimaste intatte nel tempo e sulle pareti a est e a nord si possono osservare glifi rossi e bianchi, molto sottili e ben definiti, che i Maya utilizzavano per descrivere le ciclicità astronomiche. In questi computi sono riportati i conteggiati dei giorni, per esempio, delle fasi lunari sul calendario cerimoniale (quello di 260 giorni) e il calendario solare (quello di 365 giorni), o anche il ciclo di Venere (di 584 giorni) e quello di Marte (di 780 giorni). La seconda cifra scoperta è, poi, molto interessante perché indica il numero di giorni che compongono un calendario di lungo computo, con al suo interno tutte le ciclicità astronomiche dei Maya e secondo il quale la fine del mondo avverrà tra 7mila anni.
Il conteggio di Xultun potrebbe essere il più antico computo di giorni finora rappresentato dai Maya, più vecchio di almeno 500 anni rispetto a quello riportato nei codici degli stessi Maya, afferma Stephen Houston, archeologo presso la Brown University.
Il calcolo dei clicli astronomici serviva a calcolare il momento propizio in cui pianificare cerimonie particolarmenti importanti come la nomina di un erede reale o la sua ascesa al potere che, spiega Saturno, doveva essere “legata al tempo cosmico”. Lo scriba di Xultún, preoccupato della possibile perdita del calendario, a causa dei disordini politici che imperversavano in quel periodo, invece di riportarli su carta, decise di metterli al sicuro sui muri della propria abitazione. Una scelta lungimirante data la perdita successiva della maggior parte dei libri Maya.
Il calendario maya
I Maya, calendarizzavano il tempo con tre sistemi. Un calendario religioso rituale di 260 giorni divisi in trecene (periodi di 13 giorni) a scopo divinatorio e un calendario solare di 365 giorni suddiviso in 18 periodi di 20 giorni ciascuno. Gli anni venivano trascurati, ma venivano invece considerati cicli di 18.980 giorni, circa 52 anni, per un totale di 52 cicli ricorrenti. Il Lungo computo era invece un’altro calendario che calcolava quanto tempo era invece trascorso dalla data della creazione del mondo, che secondo i Maya risaliva al 11 Agosto 3114 a.C. del calendario Gregoriano. Questo calendario, rispetto ai precedenti, suddivideva il tempo in cicli non ricorrenti (b’ak’tun) di 144 000 giorni, ciascuno suddiviso in in altri 4 subcicli. Così il 20 dicembre 2012 terminerà il 13º b’ak’tun (12.19.19.17.19 data originale del calendario) a cui seguirà il 14º b’ak’tun (13.0.0.0.0 data originale del calendario).
Il calendario azteco e il Sesto sole
Secondo gli aztechi il 21 dicembre 2012 è la data dell’inizio dell’era del “Sesto sole”. Secondo le profezie New Age, ha così inizio l’Era dell’Acquario caratterizzata da un’importante evoluzione spirituale dell’umanità.
Esistono però altre stele sulle quali sono incise date diverse, successive al 2012, da cui si deduce che i Maya non avevano fissato la fine del mondo per quest’anno. Anche i principali studiosi di questi calendari concordano che il 21 dicembre 2012 è solo un falso mediatico.
Precessione degli equinozi
Se dalla Terra si osserva il Sole, questo si sposta lungo l’eclittica: la proiezione in cielo dell’orbita sulla quale ruota la Terra. Le costellazioni a cavallo dell’eclittica sono dodici, quelle dello zodiaco. Gli antichi osservatori del cielo si erano accorti che durante il corso dell’anno queste costellazioni si vedevano in modo diverso, per via del moto di precessione dell’asse terrestre (equinozi), che ogni 72 anni causa uno spostamento di 1° circa. Accade così che ogni 2160 anni la costellazione dello zodiaco che si osserva al sorgere del Sole, nel giorno di equinozio di primavera, sia diversa. Questo mutamento, nell’astrologia, segna il passaggio da una era astrologica all’altra. Il ciclo completo dura 26.000 anni (ora siamo nell’era dei Pesci e il 21 dicembre 2012 passeremo a quella dell’Aquario).
Attualmente l’equinozio di primavera si verifica nella costellazione dei Pesci e il solstizio d’inverno si verifica nella costellazione del Saggittario, dove si posiziona il centro della Via Lattea. Negli ultimi mille anni circa, nel giorno del solstizio d’inverno, la Terra, il Sole ed il centro galattico si sono trovati quasi allineati (il miglior allineamento è avvenuto il 21 dicembre 1998). Negli anni 80, però, John Jenkins e altri studiosi fecero notare che non esiste alcuna prova concreta che dimostri che i Maya conoscessero il fenomeno della precessione degli equinozi.
I numerosi ed antichi calendari indiani, oggi unificati, regolano le festività mobili e fisse, di 6 religioni, 35 stati e più di 600 distretti.
Il 22 marzo del 1957, ufficialmente l’India cominciò a misurare il tempo un calendario di 365 giorni, con i mesi sfasati rispetto ai nostri e mantenendone i nomi tradizionali, ma con gli anni bisestili coincidenti con quelli del calendario gregoriano. Ogni tre anni è necessario aggiungere un mese extra.
Gli anni vennero contati dall’era Saka; l’inizio dell’anno N° 1 venne fissato dunque all’equinozio di primavera del nostro 79 d.C. e quel 22 marzo 1957 fu quindi ufficialmente datato 1° Chaitra 1879.
Oltre a stabilire il calendario civile, comunemente chiamato Panchang, il governo diede delle linee guida per i calendari religiosi, che richiedono il calcolo dei movimenti di sole e luna. L’Isituto indiano di Metereologia prepara e pubblica annualmente le tabelle per le festività e i digiuni prescritti.
La corrispondenza tra i mesi indiani e quelli gregoriani è approssimativa: ecco le date medie di inizio e la durata di ogni mese.
Nome durata data approssimativa di inizio
Chaitra 30 gg 22 Marzo
Vaisakha 31 gg 21 Aprile
Jyaishta 31 gg 22 Maggio
Asadha 31 gg 22 Giugno
Shravana 31 gg 23 Luglio
Bhadrapada 31 gg 23 Agosto
Ashvina 30 gg 23 Settembre
Kartika 30 gg 23 Ottobre
Margashirsha 30 gg 22 Novembre
Pausha 30 gg 22 Dicembre
Magha 30 gg 21 Gennaio
Phalgun 30 gg 20 Febbraio
Arrangiamenti cinematografici
Il fenomeno è stato oggetto di tre lavori cinematografici.
2001: 2012 – “L’avvento del male”
2008: 2012 – “Doomsday” (di Nick Everhart)
2009: “2012” (di Roland Emmerich)
2007: publicazione del romanzo di fantascienza “2012: The War for Souls (2012. L’Apocalisse)” scritto da Whitley Strieber, per il quale il regista Michael Bay sta scrivendo un adattamento cinematografico.
di Adriana Paolini