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Haka: accendere il respiro!

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Haka: accendere il respiro!

Pubblicato il 31 gennaio 2013 by redazione

allblacks

All Blacks si esibiscono nella Ka Mate.

 

Tutti quanti conosciamo la Haka nello stile Ka Mate, danza tradizionale maori, grazie a sportivi o a team sportivi neozelandesi, come gli All Blacks, che la utilizzano per intimorire gli avversari tirando fuori la lingua, picchiando le mani sul petto e tirando fuori gli occhi come se fossero indemoniati. Ovviamente chi non si spaventerebbe davanti a questi energumeni in un atteggiamento simile. Ma è davvero una danza di guerra? Ebbene vi informo che questa danza nasce per esprimere un qualsiasi sentimento interiore di gioia, rabbia, dolore, felicità…

Cosa significa Haka

Il termine stesso Haka deriva da Ha ‘soffio’ e Ka ‘infiammare’, quindi si può tradurre con ‘accendere il respiro’. Si cerca quindi di dar corpo e voce allo spirito individuale e alle emozioni umane. La veemenza con cui vengono fatti i passi non vuole trasmettere altro che forza e potenza.

Maori Haka Shotguns RPPC

Peruperu.

Ci sono tre diversi tipi di Haka: la Ka Mate, propria degli All Blacks, che intimorisce gli avversari senza l’utilizzo di armi, la Peruperu, tipica danza di guerra che prevede l’utilizzo di armi e termina con uno scenografico salto a gambe piegate, e la Kapa o Pang, creata appositamente per gli All Blacks da un gruppo di esperti di tradizioni maori per completare la Ka Mate (che viene utilizzata solo nelle grandi occasioni ed è ritenuta più aggressiva e feroce. In questo caso la guida del gruppo viene affidata al giocatore maori più anziano della squadra).

La leggenda

Dietro ad ogni danza tradizionale che si rispetta c’è una leggenda. Attorno al 1820 Te Rauparaha, ricco e importante capo maori dei Ngati Toa, i quali possedimenti andavano da Porirua fino alla costa di Kapiti e comprendevano anche l’isola Kapiti, compose Ka Mate. Si narra che fuggendo dai feroci assassini Ngati Tuwharetoa, il capo incontrò il giovane Te Wharerangi che, anche se all’inizio un pò restio, lo aiutò a nascondersi in un pozzo Kumara (patate molto dolci che una volta raccolte vengono conservate in un pozzo per poterle mantenere asciutte). Per celare ulteriormente il nascondiglio la moglie di Te Wharerangi, Te Rangikoaea, ci si sedette sopra. Questo gesto da parte della figura femminile ha una doppia valenza: da un lato indica il pregiudizio da parte degli uomini di allora secondo il quale era del tutto sconveniente mettersi in una posizione sottostante gli organi genitali femminili, in questo modo gli inseguitori del capo non lo avrebbero certamente mai cercato lì.

Una seconda interpretazione vede in questo comportamento il potere delle donne di neutralizzare gli incantesimi, che avrebbero in questo caso colpito il re Te Rauparaha. Infatti si credeva che gli organi femminili avessero il potere di “schermare” le persone dai sortilegi.

Si racconta che i complici raccontarono ai mercenari che Te Rauparaha non si trovava lì e, mentre pronunciavano queste parole, il grande capo nel pozzo sussurrava ‘Ka Mate, Ka Mate’ (muoio, muoio), ma appena questi si allontanarono, dal pozzo salì un urlo ‘Ka Ora, Ka Ora’ (sono vivo, sono vivo). Ma i guai non erano ancora terminati. Infatti poco dopo gli assassini tornarono una seconda volta, perché Tauteka, capo degli inseguitori, non aveva creduto al racconto della coppia. Così Te Rauparaha ricominciò il suo lamento ‘Ka Mate, Ka Mate’. Usando tutta la sua abilità, il giovane alleato del capo convinse i suoi inseguitori a cercarlo altrove e questi finalmente gli credettero. Il capo urlò di nuovo ‘Ka Ora, Ka Ora’ e intanto risalì il pozzo cantando ‘Tenei te tangata puhuruhuru nana nei i tikimai whakawhiti te ra. A Upane, a upane. Whiti te ra! Hi!’ (Questo è l’uomo peloso che ha persuaso il Sole e l’ha convinto a splendere di nuovo! Un passo in su, un passo in su. Il sole splende di nuovo su di me), rivolgendosi a Te Wharerangi. Una volta tornato in superficie continuò a cantare e a ballare felice come non mai.

haka2La danza

La maggior parte della danza lascia piena libertà all’interprete, il quale può utilizzare qualsiasi parte del corpo in maniera personale e libera. Tuttavia fin dall’inizio, l’anziano Maori più carismatico urla e ricorda in maniera efferata il comportamento che i compagni dovranno tenere in modo che venga eseguita con forza, potenza e determinazione. Fissandoli gli dice: Ringa Pakia, batti le mani contro le cosce, Uma tiraha , sbuffa col petto, Turi whatia, piega le ginocchia, Hope whai ake, lascia che i fianchi li seguano, Waewae takahia kia kino, sbatti i piedi più forte che puoi. I gesti ‘d’obbligo’ si possono quindi riassumere in: pukana, dilatare gli occhi, whetero, mostrare la lingua in segno di sfida, e potete, chiudere gli occhi in alcuni momenti della danza.

Sebbene oggi questo rituale è riconducibile solo al mondo dello sport, gli anziani maori insegnano ancora la danza ai bambini per mantenere vivo lo spirito del loro popolo, la loro cultura, e ovviamente per formare il futuro guerriero sia nel fisico che nell’animo. Non sottovalutate il grande allenamento che richiede questa danza e la preparazione fisica necessaria per sprigionare una tale energia; l’organismo è soggetto a un notevole stress e a fluttuazioni di ossigeno, che possono risultare anche pericolose se i movimenti vengono eseguiti in modo errato.

Lo studioso Alan Armstrong definisce in modo eccelso il vero signifacato dell’Haka nel suo libro” Maori Games and Haka”: “La Haka è una composizione suonata con molti strumenti. Mani, piedi, gambe, corpo, voce, lingua, occhi… tutti giocano la loro parte nel portare insieme a compimento la sfida, il benvenuto, l’esultanza, o il disprezzo contenuti nelle parole. È disciplinata, eppure emozionale. Più di ogni altro aspetto della cultura Māori, questa complessa danza è l’espressione della passione, del vigore e dell’identità della razza. È, al suo meglio, un messaggio dell’anima espresso attraverso le parole e gli atteggiamenti.”

La squadra di rugby neozelandese si esibì per la prima volta nell’Haka durante il primo torneo estero della squadra, ma a differenza di oggi la danzarono con addosso un mantello bianco che lanciarono poi in aria, alla fine dell’esibizione. Nel 1905 venne eseguita per la prima volta dalla nazionale di rugby, che allo stesso tempo prese il nome ‘All Blacks’.

Di seguito il testo della famosa Ka Mate che urla a inizio partita la squadra degli All Blacks:

Testo originale:

Ringa pakia
Uma tiraha
Turi whatia
Hope whai ake
Waewae takahia kia kino

Ka mate! Ka mate! Ka Ora! Ka Ora!
Ka mate! Ka mate! Ka Ora! Ka Ora!
Tenei te tangata puhuru huru
Nana nei i tiki mai
Whakawhiti te ra
A upa…ne! A upa…ne!
A upane kaupane whiti te ra!
Hi!!!

Traduzione:

Batti le mani contro le cosce
Sbuffa col petto
Piega le ginocchia
Lascia che i fianchi li seguano
Sbatti i piedi più forte che puoi

Io muoio! Io muoio! Io vivo! Io vivo!
Io muoio! Io muoio! Io vivo! Io vivo!
Questo è l’uomo peloso
Che ha persuaso il Sole
E l’ha convinto a splendere di nuovo
Un passo in su! Un altro passo in su!
Un passo in su, un altro… il Sole splende!!!
Hi!!!

http://www.youtube.com/watch?v=BI851yJUQQw

di Sara Pavesi

 

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