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Velivoli senza pilota per gestire le crisi

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Velivoli senza pilota per gestire le crisi

Pubblicato il 15 dicembre 2015 by redazione

intro_airbeam

Recentemente è stato testato un drone per localizzare e gestire crisi su larga scala. Il team ha riferito che le prestazioni complessive e il sistema avanzato di imaging del veicolo, che può volare senza fermarsi per oltre 20 ore, hanno fornito delle immagini ad alta risoluzione in grado di identificare e localizzare con precisione minacce e rischi. Inoltre, il test ha verificato la messa in funzione del drone in brevissimo tempo.

Questo test fa parte del progetto UE AIRBEAM, lanciato all’inizio del 2012, della durata di quattro anni, finalizzato a sviluppare un sistema di gestione delle crisi su larga scala. Finora sono state testate diverse piattaforme su sistemi aerei senza pilota, palloni aerostatici e satelliti, con la raccolta di informazioni elaborate in tempo reale da un’unità di coordinamento.

 

Airbeam generic architecture

 

Quest’ultimo volo di prova del drone è stato effettuato nello spazio aereo civile dalla base aerea Beja in Portogallo, rispettando i protocolli di sicurezza della guardia nazionale e dell’aeronautica portoghese. Il volo si è dimostrato inaspettatamente efficace e utile, perché ha individuato un incendio a distanza di oltre 20 chilometri. Questa informazione, trasmessa in tempo reale è servita a coordinare le squadre di intervento.

Il sistema di gestione del drone rispetta gli standard di interoperabilità della NATO ed è in grado di supportare un’ampia gamma di missioni, militari e per la sicurezza nazionale. Il suo design modulare gli consente di trasportare nella fusoliera o nei serbatoi un carico utile, costituito da vari sensori, anche di 250 kg. Il test ha valutato anche altri sistemi per ottenere una rosa di piattaforme finalizzate alla sicurezza.

I risultati del progetto, che si conclude alla fine di quest’anno, porteranno benefici prima di tutto al personale addetto alla sicurezza nazionale, e in particolare alle squadre deputate alla gestione delle crisi e alle unità coinvolte nella protezione di infrastrutture essenziali, dalle minacce emergenti.

 

Airbeam assets

 

AIRBEAM supporta anche lo sviluppo di nuove tecnologie e sistemi a sostegno di future PMI che si impegneranno sulla sicurezza e l’alta tecnologia.

Un altro degli obbiettivi chiave del progetto è, infatti, quello di aiutare il mercato emergente dei sistemi aerei civili pilotati a distanza, e di persuadere i soggetti normativi che questa tecnologia è pronta per un uso diffuso.

Il progetto AIRBEAM comprende 21 partner e tre soggetti terzi provenienti da 11 paesi: piccole e grandi aziende, organizzazioni di ricerca, università, portatori di interesse e utenti finali.

 

Linkografia:

Per approfondire il progetto AIRBEAM questo è il link: 

http://airbeam.eu/project/

http://www.agence-nationale-recherche.fr/fileadmin/documents/2015/WISG2015/6_Airbeam-AIRBorne_information_for_Emergency_situation_Awareness_and_Monitoring.pdf

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Sviluppo e utilizzo dei droni in campo militare.

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Sviluppo e utilizzo dei droni in campo militare.

Pubblicato il 20 novembre 2013 by redazione

Aerial Target.

Aerial Target.

Recentemente sui quotidiani e sui telegiornali si sente sempre più spesso parlare di “droni” impiegati in ambito militare. Ma che cosa sono esattamente?

I droni o aeromobili a pilotaggio remoto(APR) sono dei velivoli che non presentano alcun pilota a bordo e che quindi sono controllati a distanza o da stazioni di terra o da altri aerei.

Questa tecnologia affonda le sue radici nel passato. Infatti la prima cosa che assomiglia ad un drone fece la sua comparsa nel 1848 quando gli austriaci attaccarono la città di Venezia con dei palloni aerostatici caricati con dell’esplosivo. Qualcosa di più simile ai droni moderni apparve durante la prima guerra mondiale quando prima l’Aerial Target (velivolo controllato mediante tecniche di radio-comando) e poi l’aeroplano automatico Hewitt-Sperry conosciuto con il nome di bomba volante (controllato mediante dei giroscopi) compirono il loro primo volo. I droni vennero prodotti su larga scala per la prima volta durante la seconda guerra mondiale quando Reginald Denny stupì così tanto i capi militari americani con una dimostrazione, che riuscì a convincerli a concedere i fondi per un produzione su larga scala (alla fine produsse circa 15000 esemplari).

Unmanned Aircraft System MQ-9 Predator B.

Unmanned Aircraft System MQ-9 Predator B.

Oggi il principale utilizzatore di droni sono gli Stati Uniti d’America che li utilizza sia per scopi ricognitivi sia per attacchi ”mirati”. Numerose sono state le denunce di organizzazioni non governative nei confronti degli americani. Sono stati stilati dei rapporti infatti dove vengono accusati gli USA dell’uccisione di numerosi civili durante gli attacchi con droni. Da parte loro gli americani hanno replicato che delle morti dei civili sono responsabili i terroristi (i bersagli degli attacchi) che si mischiano alla popolazione civile nel tentativo di nascondersi.

Sono due le nuove tecnologie di droni apparse recentemente. La prima sono i droni “al guinzaglio”. Questo tipo di macchina è un piccolo elicottero equipaggiato di radio, telecamere e tutto il necessario che serve a controllare il territorio circostante un plotone di uomini. E’ progettato per volare ad una quota di 300 m, lontano da occhi indiscreti ed è collegato a terra mediante dei microfilamenti che sono controllati dagli uomini che deve proteggere. Oltre a controllare la presenza di ostacoli, mine o imboscate, può anche essere utilizzato per comunicazioni via radio tra battaglioni separati sul campo di battaglia. Inoltre se il nemico dovesse individuare e distruggere i microfilamenti questo drone è in grado autonomamente di raggiungere la base del plotone a cui appartiene per evitare di fornire informazioni al nemico.

Drone al guinzaglio.

Drone al guinzaglio.

La seconda innovazione invece risale a questo maggio: per la prima volta un drone delle dimensioni di un caccia è riuscito a decollare e atterrare autonomamente a bordo di una portaerei. Questo velivolo chiamato X-47B potrebbe spianare agli Stati Uniti la strada per il lancio di aerei da e verso qualunque parte del mondo in quanto non dovrebbero più chiedere l’autorizzazione a determinati paesi per utilizzare le loro basi militari. L’ammiraglio Ted Branch l’ha definito addirittura un giorno storico per gli Stati Uniti dato che, essendosi ridotto in giro per il mondo il loro accesso a porti oltremare, basi aeree avanzate e spazio aereo, il reparto aeronautico e delle portaerei è sempre più importante.

Per il futuro sono in fase di sperimentazione anche droni sub-orbitali capaci quindi di volare ad altissime quote. Insomma la guerra delle macchine contro gli uomini o dei ricchi contro i poveri, secondo come la si vuol intendere, è appena cominciata.

di Camillo Molino

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