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Fa’ la cosa giusta 2012: la fiera degli stili di vita sostenibili

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Fa’ la cosa giusta 2012: la fiera degli stili di vita sostenibili

Pubblicato il 31 marzo 2012 by redazione

fai la cosa giusta_2012_4Amanti della eco-bio-tecnosostenibilità unitevi: si è aperta ieri, venerdì 30 marzo, la nona edizione della fiera meneghina Fa’ la cosa giusta!, fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili organizzata a Fieramilanocity fino al primo aprile da Terre di mezzo Eventi e Insieme nelle Terre di mezzo Onlus.

Come ogni anno la kermesse propone, attraverso 700 espositori dislocati in 29mila metri quadrati di superficie, idee, servizi e prodotti per uno stile di vita equo, solidale e a impatto (quasi) zero sulla terra: come? Attraverso grandi novità, prima tra tutte la sezione speciale di quest’anno recante la denominazione di Turismo solidale: itinerari fuori dal comune, percorsi enogastronomici e sport all’aria aperta (con possibilità di sperimentazione in loco) concorrono a diffondere il valore del turismo slow, un nuovo modo di intendere i viaggi a piedi, in bicicletta, a cavallo o a dorso d’asino accessibile ed efficace per giovani e famiglie ma anche per anziani e persone con difficoltà motorie o psichiche.

In questa sezione è anche accolto il Paese ospite dell’edizione 2012, il Brasile: grazie al sostegno di Sesi, organizzazione no profit brasiliana che promuove servizi sociali rivolti ai lavoratori dell’industria, è possibile conoscere da vicino la realtà della vita carioca e assaggiare i piatti tipici del Paese attraverso il progetto Cozinha Brasil, che ha l’obiettivo di ridurre al massimo lo spreco di alimenti (a questo proposito è allestito il laboratorio Cucina degli scarti che insegna a preparare gustosi piatti brasiliani con un ridotto impatto ambientale).

fai la cosa giusta_2012_2Altra grande novità targata 2012 è quella della sezione Cosmesi naturale e biologica che dedica attenzione alla sostenibilità ambientale dei prodotti e del loro packaging strizzando l’occhio al desiderio di prendersi cura del proprio corpo: make up biologico, rossetti commestibili, cosmetici a base di latte di asina ne sono un esempio, come è un esempio dell’unione tra bellezza e impegno sociale il progetto Lush Sua bontà, crema per le mani che sostiene la creazione di un oliveto biologico nel carcere minorile di Casal Marmo a Roma.

Ultima novità di quest’anno è la sezione Abitare green che presenta tutte le nuove tendenze per abitare gli spazi in modo sostenibile: eco design per l’arredo, pannelli solari, sistemi di coibentazione per il risparmio energetico e  detersivi naturali per gli umani, alimenti biologici, detergenti naturali e lettiera vegetale per gli amici a quattro zampe verranno affiancati al focus speciale su orti e giardini (con tanto di laboratorio di orticoltura urbana in contenitori e un breve corso di compostaggio domestico).

alessia gatta copyrightNon mancano, poi, i grandi classici della fiera: Mangia come parli, per un’alimentazione biologica, biodinamica e a filiera corta (se non, addirittura, a km 0); Critical fashion, la vetrina della moda etica che ospita il progetto della Carits Ambrosiana “Ricomincio da capo”, per imparare a dare nuova vita a capi di seconda mano; Mobilità sostenibile, che attraverso la mobilità elettrica, gli ibridi diesel, le biciclette e il car sharing del servizio targato ATM (azienda trasporti Milano) di GuidaMi propone soluzioni per sfuggire al caro benzina e per muoversi a impatto zero; e infine l’immancabile Pianeta dei Piccoli che, a fianco del Commercio equo e solidale e di Pace e partecipazione, rappresenta l’intramontabile target della fiera.

Tanti begli spunti di riflessione, insomma, che istituzioni e associazioni no profit propongono al grande pubblico: ma cosa fa la fiera per sostenere il rispetto dell’ambiente e la cooperazione che, ormai da nove anni, riporta all’attenzione della città? Molto, oseremmo dire: allestisce i padiglioni 2 e 4 del gate 8 con pareti e materiali elettrici riutilizzabili per le successive edizioni, realizza le “piazze” di incontro di ogni sezione con Ecoapllet in Palm, rinuncia alla moquette (materiale altamente inquinante), vieta tutti i materiali usa e getta in plastica, distribuisce shopper in mater-bi e smaltisce i rifiuti secondo le norme di raccolta differenziata. Non solo: poiché la sostenibilità passa anche attraverso i servizi, quest’anno la fiera pone al centro dell’attenzione il tema della legalità, proponendo il percorso di formazione Legalità: una cosa giusta! (a cura di Libera) che porterà alla stesura di una carta etica, documento di impegno etico in settori quali fiscalità, fornitori, politiche di lavoro e qualità dei prodotti che, a partire dall’edizione 2013, dovrà essere sottoscritta da tutte le aziende aderenti.

A noi non rimane che fare la cosa giusta.

la Redazione

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Libera a Genova per la XVII Giornata della Memoria e dell’Impegno: “A che serve vivere se non c’è il coraggio di lottare?”

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Libera a Genova per la XVII Giornata della Memoria e dell’Impegno: “A che serve vivere se non c’è il coraggio di lottare?”

Pubblicato il 18 marzo 2012 by redazione

don_ciottiIl buio fa da cornice alla nostra partenza dalla stazione di Sesto San Giovanni.

Non è ancora l’alba, eppure sappiamo che tanti sono già in viaggio verso quello stesso luogo per il quale siamo in procinto di partire: Genova; lì si svolgerà infatti la XVII Giornata della Memoria e dell’Impegno promossa da Libera.

La data scelta, 17 marzo, non è indifferente: l’Italia unita compie 151 anni e ci stiamo avvicinando al 21 marzo, primo giorno di primavera, scelto da Libera per ricordare tutte le vittime di mafia senza rassegnazione, ma guardando al futuro con speranza.

Una speranza non vana e illusoria bensì responsabile, ricca di impegno e di fiducia in una rinascita democratica del nostro Paese.

Quella speranza oggi l’ho vista, l’ho sentita: era nei volti delle 100.000 persone venute da ogni parte d’Italia in occasione di questa giornata, era nelle parole di Margherita Asta che, parlando a nome dei familiari delle vittime, ha detto al termine di un lungo corteo partito da Piazza della Vittoria e arrivato al Porto Antico: “Libera è stata per noi in questi anni la famiglia che la mafia ci ha tolto”.

La memoria delle vittime, ha sottolineato poi don Ciotti nel suo discorso, deve tradursi in impegno, così come devono tradursi in realtà parole dal nobile significato, quali giustizia e legalità, che rischiano però di rimanere vuote se non diventano un corpo vivo capace di scuotere le nostre coscienze e di spingerci all’azione.

Invitando quindi a fare autocritica e a collocare la testimonianza in un orizzonte di normalità e non di eccezionalità da affidare agli eroi, don Ciotti ha posto l’accento sull’inquietudine della coscienza come stimolo a fare di più.

I mafiosi, ha poi continuato, non sono nessuno senza la connivenza di una vasta zona grigia fatta di omertà e di indifferenza all’interno della quale si collocano una parte consistente della politica e del mondo dell’imprenditoria.

Per colpire questa zona grigia il fondatore di Libera ha affermato l’importanza del fatto che il concorso esterno in associazione mafiosa continui ad essere configurato come reato, ricordando anche le oltre un milione e duecentomila firme raccolte per chiedere che si dia concreta attuazione alle direttive comunitarie in materia di lotta alla corruzione; ha poi sottolineato quanto sia fondamentale ovunque l’aggressione ai patrimoni mafiosi.

Il sociale, ha proseguito, è l’anima dei territori e senza diritti e senza uguaglianza anche il benessere è a tempo determinato e lo sviluppo economico non diventa progresso sociale.

Ha infine rivolto un appello da una parte alla politica, perché sia seria e rigorosa, ponendo l’accento sulla necessità di uomini retti che operino per il bene comune, e dall’altra alla Chiesa, invitandola ad una maggiore radicalità nel contrasto alla zona grigia.

Così, coi cuori infiammati da queste parole che continuano a riecheggiare nella mia testa, abbiamo trascorso un pomeriggio a Genova ammirandone il fascino ambiguo, dalla maestosità dei palazzi di via Garibaldi agli intriganti vicoli della città vecchia.

Sulla strada di casa, al ritorno, ripenso alla lista delle 824 vittime di mafia di cui sappiamo il nome dal 1893 ad oggi e ricordo con commozione le parole di don Ciotti: quei nomi sono cosa nostra.

Rivolgo un ultimo sguardo alla Lanterna che per secoli ha indicato la via ai naviganti e mi auguro, mentre diventa di nuovo buio, di far tesoro di questa giornata e di renderla un faro contro il buio dell’indifferenza che troppo spesso ci ottenebra e ci lascia inerti quando invece dovremmo moltiplicare il nostro impegno e non farlo venire mai meno perché, come ha detto Pippo Fava (http://www.isiciliani.it/), a che serve vivere se non c’è il coraggio di lottare?

 di Amina Cervellera

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duomo_milano

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Il lato oscuro di Milano: la città metropolitana, capitale della ‘ndrangheta, si racconta

Pubblicato il 27 gennaio 2012 by redazione

Ieri sera alla camera del lavoro di Milano, si è svolto il dibattito Milano, la mafia e il silenzio degli imprenditori. Sono intervenuti il sindaco Giuliano Pisapia, il presidente di Assolombarda Alberto Meomartini, Ivan Lo Bello di Confindustria Sicilia, Gianni Barbaceto e Davide Milosa, giornalisti entrambi del Fatto Quotidiano e autori del libro Le mani sulla città (Chiarelettere editore) e infine Colaprico che ha moderato la serata.

La sanzione sociale e reputazionale, questo il nuovo deterrente messo in campo per combattere la Mafia, coinvolgendo le parti civili di tutto il paese, distinguendo chi collabora e si fa parte attiva e chi non lo fa e implicitamente si fa complice.
La penetrazione mafiosa a Milano è ormai da anni molto radicata e ha radici in particolare nella ristorazione, nel facchinaggio, nell’edilizia e nella movimentazione a terra.

La mafia di oggi però non ha sembianze appariscenti e scontate, ma veste i panni e i ruoli nevralgici dell’alta finanza e dell’mpresa, impoverendo il territorio, togliendo concorrenza e imbalsamando lo sviluppo del Paese.
Considerando la forte crisi economica in atto e l’incapacità di accedere al prestito finanziario, i rischi di scorciatoie illecite per ottenerli aumentano enormemente.

Fino ad oggi la confisce dei beni alla mafia ha interessato solo i beni immobili, ma mai le aziende. Questo perchè un’azienda in questi casi fallisce e si chiude. Assolombarda e l’Università Bocconi stanno colaborando per trovare un modo che permetta a queste aziende di rimanere in vita. Considerando che la Regione Lombardia è al quinto posto in Italia per beni confiscati alla Mafia, ma ben al terzo posto per imprese confiscate alla stessa, la situazione richiede soluzioni urgenti.

Nella città di Milano le intimidazioni all’amministrazione pubblica anche di recente con l’incendio di Affori, sono state molte e l’amministrazione ha risposto con decisione. Il sindaco Pisapia ha precisato che la Mafia si sconfigge con la legalità, ma anche con un’azione culturale attraverso una sanzione etica e sociale, e soprattutto con il lavoro attivo e comune di tutte le parti sociali: forze dell’ordine, imprese e cittadinanza attiva. Ovvero tutte le forze vive della città, sostenute e a sostegno di una comissione di esperti che sappiano ripercorrere a ritroso i fatti accaduti nel corso degli anni a Milano, siano in grado di interpretarli e svolgerli, e creino quindi quegli anticorpi e protocolli di condotta su come operare nelle zone più a rischio. Occorre saper cogliere e interpretare i segnali che emergono dal territorio. La Commisione Antimafia voluta dalla nostra città nasce proprio per questo. Ogni cantiere dovrà essere monitorato, così come la sicurezza sui posti di lavoro.

Barbaceto ha sottolineato come Milano negli anni con Sindona e Calvi sia stata espressione e testimonianza di un importante insediamento di traffici economici e finanziari delle cosche mafiose. I precedenti sindaci hanno sempre cercato di difendere la reputazione della città nascondendone il lato più oscuro, ma impedendo anche così di intrapprendere azioni concrete e alla luce del sole. Con Pisapia inizia un’era nuova perchè è proprio dal Comune stesso che nasce la Commissione Antimafia. Pisapia ha precisato che è anche molto importante l’attenzione nei pagamenti di quelle aziende che hanno lavorato per l’amministrazione, che non devono subire tempi di attesa insostenibili. A Milano al momento dell’insadiamento di  questa giunta, c’erano aziende che non venivano pagate da oltre due anni. Senza liquidità il rischio di finire in pasto alla mafia è più alto.

Colaprico ha spiegato che occorre imparare a riconoscere la Mafia anche nella politica, dove occupa molte sedie, soprattutto nei partiti di governo, ma anche nell’impresa, in particolare a Catania dove la mafia fa impresa storicamente da almeno un secolo. Per sapere dove cercarla basta comprenderne il metodo, che nel tempo è sempre stato costante: corrompere i pezzi della politica e della pubblica amministrazione, con l’obiettivo di distocere il mercato e impoverirlo.

di Adriana Paolini

http://www.omicronweb.it/about/
sito dell’Associazione Saveria Antiochia OMICRON  (SAO) nata nel 2006 a Milano da un’alleanza fra Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, e OMICRON (Osservatorio Milanese sulla Criminalità Organizzata al Nord) e ha sede in uno spazio messo a disposizione dalla Provincia di Milano dove è possibile fare riunioni e anche incontri pubblici. Le tematiche di cui si occupa sono MAFIA E ANTIMAFIA, DIRITTI UMANI E CIVILI, EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA E ALLA LEGALITA’.

http://www.omicronweb.it/2012/01/10/il-comune-di-milano-risponde-allndrangheta-non-ci-facciamo-intimidire/
Video del Comune di Milano che risponde alle intimidazioni della ‘ndrangheta. Dopo l’ennesimo episodio di intimidazione avvenuto la scorsa notte (una bomba carta contro una sede del PD in zona Barona e prima ancora una serie di attentati a un centro sportivo di Affori nelle settimane precedenti) il Comitato Antimafia del Comune ha voluto rispondere direttamente alla stampa per esporre le sue strategie per arginare il fenomeno, soprattutto nei quartieri delle zone 8 e 9, i più colpiti da questi fatti di cronaca

http://www.ilgiorno.it/monza/cronaca/2011/11/12/618044-cosi_mafie_entrano_mondo_lavoro.shtml

http://qn.quotidiano.net/cronaca/2011/11/19/622888-maxi_processo_ndrangheta_condanne_milano.shtml

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