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Video Intervista a Ferruccio Capelli sulla Scuola di Cultura Politica 2012-2013.

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Video Intervista a Ferruccio Capelli sulla Scuola di Cultura Politica 2012-2013.

Pubblicato il 20 luglio 2012 by redazione

capelli

Clicca sul seguente link per vedere l’intervista: http://youtu.be/deUiR_mN2nQ

In occasione della presentazione del terzo corso annuale di Scuola di Cultura Politica  abbiamo rivolto al direttore, Feruccio Capelli alcune domande sul valore moderno di una Scuola di Cultura Politica.
L’intervista è stata realizzata a cura di Adriana Paolini il 06/07/2012.

Scuola di cultura politica edizione 2012 – 2013
La Casa della Cultura e la Fondazione Feltrinelli hanno deciso di impegnarsi a fondo nell’organizzazione e nel rilancio della formazione politica.

La vasta adesione e il consenso raccolti nei primi due anni dell’iniziativa hanno dato continuità e stabilità: da qui la scelta di proporre un nuovo progetto per il 2012- 2013.
La “scuola” quest’anno si propone di fornire ai corsisti gli strumenti per capire radici, implicazioni e conseguenze di quella crisi economica e finanziaria che, trascinandosi ormai da cinque anni, sta logorando il tessuto civile e democratico dell’Italia e dell’Europa.  Democrazia e bene comune vengono indicate come le opzioni di fondo per delineare un progetto realistico di fuoriuscita dalla crisi stessa.

Il programma 2012-2013 si suddivide in due parti, ognuna di esse strutturate in quattro moduli.
La prima parte – “Dentro la crisi” – si propone di indagare le radici e le conseguenze della crisi stessa. La seconda parte – “Un’altra tavola dei valori” – suggerisce alcune fondamentali scelte e innovazioni.

La proposta complessiva comprende otto moduli, distribuiti in otto fine settimana, da ottobre 2012 a maggio 2013: trentadue lezioni e discussioni, più i gruppi di studio, con la partecipazione di studiosi di grande prestigio.

Maggiori informazioni sulla Scuola di Cultura Politica e sulle modalità di iscrizione si possono trovare sul sito: http://www.scuoladiculturapolitica.it/index.htm.

 

Scheda Biografica di Ferruccio Capelli

Ferruccio Capelli è il direttore della Casa della Cultura di Milano (http://www.casadellacultura.it/), della Scuola di Cultura Politica e autore e curatore di numerosi saggi e pubblicazioni:

–          2012 “Indignarsi è giusto” (Mimesis editore).

–          2008 “Sinistra light. Populismo mediatico e silenzio delle idee” (Guerini e Associati); “Adultità”: “Insicurezza e precarietà, ovvero la perdita del futuro”.

–          2007 “Le bulletin, Association lacanienne internationale” N. 1: “La politique en declin?” e la sua partecipazione al convegno sul simbolo, organizzato a Parigi dall’Association lacaniene internationale, con la relazione “Le symbol e la politique italienne” ( testo pubblicato dalla rivista “Argomenti Umani”).

–          2006 curatore della pubblicazione “Per una geografia della morale. Dalla Cina all’Islam, dall’Europa all’America”, ed. Marinotti, e di: “Politica e cultura. Per un rinnovato rapporto tra memoria, scelta politica e progetto”, ed. Franco Angeli.

–          2001, per i Quaderni di Argomenti Umani N. 1,  “Milano città arcipelago”, ricerca condotta con Aldo Bonomi nel 1998.

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I movimenti degli Indignatos

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I movimenti degli Indignatos

Pubblicato il 10 luglio 2012 by redazione

INDIGNATOS-SPAGNOLI

Clicca su: download video per vedere l’intervista

In occasione della recente pubblicazione di “Indignarsi è giusto” edito da Mimesis, abbiamo rivolto all’autore, Feruccio Capelli alcune domande sull’origine dei movimenti degli indignatos, in Europa e nei paesi oltre oceano.
L’intervista è stata realizzata a cura di Adriana Paolini il 06/07/2012.

 

Scheda Biografica

Ferruccio Capelli è il direttore della Casa della Cultura di Milano (http://www.casadellacultura.it/).

Fondata nel 1946 da Antonio Banfi e da un gruppo di intellettuali antifascisti, la Casa della Cultura è un’associazone di persone che hanno sempre creduto e credono nella democrazia culturale, e che hanno cercato, per oltre 65 anni, di approfondire e far amare valori come la libertà, l’autonomia, la consapevolezza e la tolleranza.
Nata in un’Italia dove si desiderava riappropriarsi delle perdute libertà e della democrazia è sempre stata il luogo nel quale una certa Milano progressista, civile e libera si è impegnata a fare cultura, a partecipare allo scambio di idee, a cogliere le urgenze dell’attualità.

Ogni anno, da settembre a giugno, si svolge un intenso programma di dibattiti, seminari e corsi. Si ascolta, si parla e si discute di filosofia, psicanalisi, letteratura, arte, novità editoriali, cinema, media, società e attualità politica, con la partecipazione dei protagonisti della vita culturale milanese, italiana e internazionale.

Molti sono anche i saggi pubblicati da Ferruccio Capelli come autore o curatore:

–          2012 “Indignarsi è giusto” ( Mimesis editore).

–          2008 “Sinistra light. Populismo mediatico e silenzio delle idee” (Guerini e Associati); “Adultità”: “Insicurezza e precarietà, ovvero la perdita del futuro”.

–          2007 “Le bulletin, Association lacanienne internationale” N. 1: “La politique en declin?” e la sua partecipazione al convegno sul simbolo, organizzato a Parigi dall’Association lacaniene internationale, con la relazione “Le symbol e la politique italienne” ( testo pubblicato dalla rivista “Argomenti Umani”).

–          2006 curatore della pubblicazione “Per una geografia della morale. Dalla Cina all’Islam, dall’Europa all’America”, ed. Marinotti, e di: “Politica e cultura. Per un rinnovato rapporto tra memoria, scelta politica e progetto”, ed. Franco Angeli.

–          2001, per i Quaderni di Argomenti Umani N. 1,  “Milano città arcipelago”, ricerca condotta con Aldo Bonomi nel 1998.

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Ferruccio Capelli: Indignarsi è giusto

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Ferruccio Capelli: Indignarsi è giusto

Pubblicato il 11 maggio 2012 by redazione

Indignarsi_e_giustoProtesterIl nuovo libro di Ferruccio Capelli, direttore della Casa della Cultura, un agile e potente saggio che avvia il dibattito intorno alla proposta di una “bussola umanistica” per uscire dalla crisi, capace di offrire una vera alternativa alla visione dominante, ispirata a un modello liberista avvitato su se stesso.
Capelli coglie nel sentimento globale di indignazione contro il mondo della finanza e l’ignavia della politica i segni non solo di un urgente appello al cambiamento, ma anche il primo passo della costruzione di un nuovo modello di società, la cui costruzione potrebbe partire dal rovesciamento dell’angolo visuale, dalla centralità del mercato alla centralità dell’essere umano. L’analisi, condotta con stile efficace e grande chiarezza, smonta i luoghi comuni e gli stereotipi di cui siamo tutti vittima, prima di tutto la vulgata secondo cui i Paesi europei e occidentali in genere abbiano vissuto al di sopra dei propri mezzi e che quello che occorra ora sia una razionalizzazione della spesa corrente in grado di farci tornare a uno stato pre-crisi.

A questa semplificazione estrema, l’autore si oppone ripercorrendo i fatti salienti che hanno caratterizzato i “trent’anni d’oro” del boom economico e i “trent’anni ingloriosi” dell’affermarsi del pensiero unico liberista: una rilettura da cui emerge la nuova dimensione della finanza e dei media, nuovi poteri globali, alfieri di un modello unico.

Con le conseguenze che tutti abbiamo davanti agli occhi: un cittadino-elettore da profilare come target di un prodotto, l’eclissi dei partiti come corpo intermedio tra la massa e il potere, la standardizzazione dell’offerta culturale. A questo movimento all’indietro, alla coazione a ripetere del modello che ha indotto la crisi, l’autore oppone uno scatto in avanti.

“Tre immagini mi hanno colpito in questi ultimi tempi – spiega Ferruccio Capelli – la prima è la copertina che Time dedica ai  “Protester” nel dicembre del 2011, la seconda è piazza Duomo riempita di bandiere arancioni in festa, la terza è la formidabile mobilitazione a favore dell’acqua come bene comune. Sono tutti sintomi della voglia di ripensare la propria condizione di individui e di cittadini, di riappropriarsi del proprio futuro. E questo può accadere soltando mettendo l’uomo al centro di un nuovo modello di politica e di società, e non il mercato”.

di Adriana Paolini

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