La storia della conservazione del cibo è lunga quasi quanto quella dell’uomo. I metodi tradizionali usati un po’ in tutto il mondo sono sempre stati quelli della salagione e dell’essicazione. Solo nel 1876 si realizzò il primo sistema di refrigerazione. Si trattava di conservare un carico di carne fresca che doveva affrontare un lungo viaggio, dall’Argentina alla Francia, per più di 100 giorni via acqua. Sul piroscafo destinato al trasporto venne allora allestito con successo un sistema di refrigerazione. Altri esempi di trasporto refrigerato vennero allora allestiti anche su rotaie, dando vita a un diverso sistema di conservazione alimentare che, oltre a garantire un maggior controllo sulle malattie dovute ai batteri di decomposizione, favorì anche la nascita stessa dell’industria alimentare e con essa una maggior distribuzione di derrate alimentari proveniente da tutto il mondo. I primi frigoriferi vennero costruiti usando come refrigerante l’amoniaca per passare nel 1931 a quelli al freon che fù però vietato nel 1990, per i suoi effetti nocivi sull’ambiente e in particolare in relazione ai gas serra. Si stima che i frigoriferi al freon in circolazione siano ancora molti e soprattutto non è possibile quantificare con certezza le emissioni di CO 2 dovute al consumo di energia negli impianti di refrigerazione e di condizionamento dell’aria, perchè questo consumo non può essere valutato individualmente, soprattutto in paesi come l’India e la Cina, dove questi tipi di elettrodemestici sono in forte incremento e i sistemi di monitoraggio e smaltimento alquanto scarsi.
Nel 1987, 191 paesi hanno deciso di cooperare ratificando il protocollo di Montreal, che si propone di ridurre l’emissione di sostanze che danneggiano lo strato di ozono (all’appello mancano ancora Iraq, Città del Vaticano, Andorra e Timor Est). Il protocollo di Montreal individua sette categorie di idrocarburi alogenati quali responsabili dei danni allo strato di ozono e ne impone la limitazione di produzione secondo precise scadenze, fino alla loro totale messa al bando entro il 2030.
Anche l’Unione Europea ha applicato il protocollo con il regolamento CE 3093/94 abrogato dal CE 2037/00, che anticipa la messa al bando entro il 2015. Intanto si provano a sperimentare sistemi di refrigerazione alternativi. Fra questi molto affascinante il Robot Bio Frigorifero, progettato dal giovane russo Juriy Dmitriev, un robot che si raffredda con un gel biopolimero mediante luminescenza. Non è prevista l’esistenza di porte o cassetti e gli elementi alimentari sono raffreddati individualmente grazie alla loro temperatura ottimale decisa dal robot. Gli alimenti vengono immersi direttamente nel gel biopolimero che ne permette la disposizione di porzioni separate senza per altro appiccicarsi. Per la sua caratteristica di assumere qualsiasi orientamento può essere appeso verticalmente, orizzontalmente e anche sul soffitto.
Alcuni siti utili per smaltire rifiuti di apparecchiature elettriche:
http://www.cdcraee.it/GetHome.pub_do