Il 3 marzo 2012, al teatro Matilde di Canossa di Ciano d’Enza, si è svolto l’incontro pubblico “La politica va a Canossa”, promosso dall’associazione Prossima Fermata Italia e ospitato dal circolo Pd di Canossa. L’incontro, iniziato alle 10 del mattino, è proseguito fino alle 18 e ha visto alternarsi numerosi intervenuti tra i quali: Stefano Rodotà, Peter Gomez, Marco Travaglio, Nunzia Penelope, Elio Veltri, Raphael Rossi, Pierpaolo Romani, Debora Serracchiani, Pina Picierno, Massimo Romano, Cristina Brasili, Cristian Vaccari, Filippo Taddei, Giorgio Belettini, Alberto Vannucci, Ernesto Ruffini, Michele Emiliano, e infine Salvatore Tesoriero coordinatore dell’Assise, e Pippo Civati per Prossima Fermata Italia.
Ogni intervento ha fornito una prospettiva diversa del fenomeno della corruzione, strettamente connessa alla professionalità, al ruolo e all’esperienza concreta di ciascuno, per confluire nel Protocollo di Canossa, sintesi di questa giornata di lotta civile ad ogni forma di corruzione e base di lavoro per una prossima stagione a corruzione 0.
Cinque le proposte strategiche: massima trasparenza nei bilanci dei partiti, regole chiare sull’ineleggibilità e sulla decadenza dalle funzioni dei condannati per reati contro la pubblica amministrazione, meccanismi d’incentivazione delle denunce riguardanti i casi di corruzione, nuovi strumenti preventivi nel settore degli appalti e creazione di white list di operatori certificati, introduzione di severe sanzioni pecuniarie, oggi assenti, per chi arreca un danno all’amministrazione pubblica.
L’iniziativa è partita da alcuni esponenti del Pd che hanno deciso di aprire un dibattito nel partito su alcuni temi cruciali legati alla corruzione e alla legalità. Gli esponenti del Pd, autori di questa prima Assise Nazionale sono Giuseppe Civati, Debora Serracchiani, Pina Picierno ed altri esponenti della società civile, tutti legati dalla volontà di smuovere le coscienze e mettere sul tavolo alcune proposte per la lunga stagione elettorale che si sta preparando.
L’Italia infatti continua a essere vittima di livelli di corruzione insopportabili, che costa al paese 60 miliardi di euro l’anno, accompagnati da un establishment di ben 85 parlamentari gravati da pendenze giudiziarie.
Canossa si pone quindi come una vera e propria sfida e a spiegarlo è Pippo Civati. “Non c’è differenza deontologica tra destra e sinistra in questi comportamenti che sono umani. Ma la sinistra”, sostiene il consigliere regionale del Pd, “può ancora essere ‘migliore’ se sa porre il tema su un piano scomodo come quello politico, senza nascondere la testa sotto la sabbia e cercando soluzioni concrete per prevenire e ridurre il rischio”. La destra, invece, “ha un deficit maggiore di credibilità perché negli ultimi vent’anni ha pensato che costituire le cricche fosse la strada per liberalizzare il paese. Un suicidio concettuale della destra italiana”.
La corruzione, precisa Civati, “Costa sia in termini oggettivi, come denaro sottratto alle casse pubbliche e alle attività economiche dei privati, sia come arretramento di credibilità della politica quando si trova a compiere azioni concrete. Una classe politica corrotta non avrà mai il consenso per fare delle buone riforme e delle buone leggi e sarà sempre costretta a trovare compromessi al ribasso e sponde con chi offre scorciatoie e voti a buon mercato. Combattere la corruzione ha un valore economico anche superiore a tante misure che stanno facendo scalpore in questi giorni.” Civati sostiene che “Il Pd deve maturare una propria posizione su questi temi. Altrimenti li regala all’antipolitica. Ma l’unico modo è farli propri. Il Partito democratico non ha perso voti per un caso, sia Penati o Lusi, ma certo ne avrebbe guadagnati interpretando i temi che hanno sollevato e dicendo chiaramente cosa intende fare perché non si vierifichino più, serve maggior rigore e coraggio, anche nell’ammettere che non si hanno ricette pronte. Ma bisogna arrivarci. Non basta limitarsi a frasi di circostanza tipo ‘ci auguriamo che la Magistratura faccia chiarezza al più presto’. E’ un po’ poco e l’imbarazzo non è una categoria della politica.” Civati prosegue poi riferendosi alle primarie per i parlamentari, o il limite ai mandati degli eletti. “Sono tutte questioni ritenute eversive, ma secondo noi sono quelle che in realtà farebbero vincere le elezioni al Pd”.
Prevenire la corruzione politica con la trasparenza e il controllo dal basso, l’open data e le nuove tecnologie. Tutti i partiti, fondazioni politiche e comitati elettorali dovranno pubblicare su un unico sito internet gestito da un ente terzo tutte le loro entrate e uscite superiori a 500 Euro per fonte o destinatario della transazione, con rendiconti ogni tre mesi e ogni mese nei sei mesi prima del voto.
Riformare il finanziamento pubblico e privato ai partiti. Sul finanziamento pubblico, agganciare il rimborso alla spesa sostenuta, creare un organo deputato al controllo e riformare le sanzioni: multe, sospensione ed esclusione dall’assegnazione futura del rimborso. Sul finanziamento privato, introdurre un limite quantitativo e fattispecie penali per l a violazione del limite al finanziamento.
Introdurre regole basilari di promozione e tutela della dignità della rappresentanza politica.
Disciplinare per legge specifiche cause di ineleggibilità che inibiscano la candidatura e comportino l’automatica decadenza dalle funzioni di rappresentanza politica ad ogni livello dei condannati in via definitiva per i delitti contro la pubblica amministrazione.
Eliminare i doppi incarichi, che prefigurino rapporti non corretti tra controllori e controllati, e contrastare gli episodi di familismo a ogni livello.
Istituire un’anagrafe, anche tributaria, degli eletti e dei principali dirigenti dell’amministrazione pubblica, a livello locale e nazionale.
Contrastare la corruzione dei funzionari pubblici incentivando le pratiche di denuncia, indispensabili per far emergere l’enorme sacca di corruzione “nascosta” che attanaglia il sistema, e tutelando in modo efficace chi denuncia.
Per combattere la corruzione negli appalti, sempre più alimentata dalla criminalità organizzata, disciplinare per legge alcuni strumenti preventivi e sanzionatori già sperimentati in protocolli virtuosi di legalità (ad esempio il protocollo per la legalità negli appalti dei Comuni di Reggio Emilia e Forlì e del piccolo Comune di Merlino).
Assicurare la trasparenza degli atti amministrativi attraverso la pubblicazione, sul sito internet dell’ente pubblico, delle consulenze e delle collaborazioni, di tutti gli appalti e dei subappalti, introducendo meccanismi di regolamentazione dei conflitti di interessi ed incentivando la nascita di stazioni uniche appaltanti dotate di adeguate strutture e professionalità.
Promuovere la nascita di “white lists” di operatori economici dotati dei necessari requisiti di moralità professionale e condizionare l’aggiudicazione degli appalti – anche nel privato – al rispetto di detti requisiti: i soggetti dovranno cioè comunicare in modo trasparente la composizione della compagine societaria, compreso il casellario giudiziale dei titolari e dei soci, i bilanci dell’ultimo anno di attività, l’elenco di tutti i fornitori e subappaltatori.
Estendere a tutto il territorio nazionale la carta etica dei professionisti di Modena (che prevede l’espulsione del professionista nel caso di condanna per reati mafiosi o la sospensione nel caso di indagini) e creare un osservatorio che la faccia rispettare e impegnare tutti gli amministratori eletti nel PD ad aderire alla Carta di Pisa.
Istituire un Osservatorio sul rischio corruzione, che operi un censimento di casi emersi e ne analizzi le corrispondenti procedure e processi decisionali, individuandone gli snodi critici e proponendone la riforma.
Costruire una banca dati nazionale sulle statistiche giudiziarie penali per i reati contro la PA con una dimensione temporale, aggiornabile e aperta al pubblico e un indicatore di corruzione costituito da una parte “comune” relativa a variabili economiche, socio-culturali e demografiche e da una parte “specifica” relativa agli ordinamenti giuridici dei paesi europei.
Adottare gli strumenti previsti dalle convenzioni internazionali in materia di corruzione: introduzione delle fattispecie di autoriciclaggio, corruzione tra privati, interferenza illecita negli affari privati, revisione del falso in bilancio.
Bisogna riformare il sistema della prescrizione, prevedendo, da un lato, la sospensione della prescrizione sostanziale dopo l’esercizio dell’azione penale, dall’altro un termine di prescrizione processuale che consenta di portare a termine il processo nel rispetto della ragionevole durata.
Rivisitare il sistema sanzionatorio dei reati contro la pubblica amministrazione previsto dal codice penale, a partire da un cambio di prospettiva. Bisogna prevedere e garantire l’effettiva applicazione di severe sanzioni pecuniarie agganciate alla rilevanza del prezzo e del profitto del reato ed introdurre meccanismi fondati sul danno punitivo. Il risarcimento dovrà essere quantificato in modo più rapido e in base a moltiplicatori legati alla gravità del reato: nei casi più gravi anche il quadruplo del danno arrecato.
Durante questa prima Assise Nazionale contro la Corruzione e per la Cultura della Legalità “La Politica va a Canossa”, massacritica.eu ha realizzato 4 brevi videointerviste a Giuseppe Civati, Stefano Rodotà, Debora Serracchiani e Elio Veltri (che trovate in alta risoluzione in questo sito e in bassa su youtube ).
di Adriana Paolini