Mancano poco meno di otto mesi all’apertura della trentesima edizione dei Giochi Olimipici che si apriranno il prossimo 27 luglio con la cerimonia inaugurale a Londra. La capitale inglese detiene il record di assegnazioni della più grande manifestazione sportiva mondiale: è la terza volta infatti che, dopo il 1908 e il 1948, i Giochi approdano sulle rive del Tamigi.
Londra si è aggiudicata l’organizzazione della manifestazione il 6 luglio 2005 quando i membri del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) l’hanno preferita a Mosca, Madrid, New York e soprattutto Parigi, considerata favoritissima dai pronostici della vigilia.
Così per le due settimane che vanno dal 27 luglio al 12 agosto prossimi a Londra sono attesi circa 10500 atleti da ben 205 paesi. Come stabilito dall’accordo firmato tra il CIO e il CIP (Comitato Paraolimpico Internazionale) la città designata per l’organizzazione dei giochi si impegna per la prima volta ad organizzare sia le competizioni tra atleti normodotati che quelle tra atleti paraolimpici che avranno luogo dal 29 agosto al 9 settembre.
La capitale inglese si è preparata ad accogliere la moltitudine di atleti e tifosi con ben 33 impianti sportivi situati intorno al villaggio olimpico e con circa 70000 volontari che saranno le braccia della grande mente quale è il comitato organizzatore. Infatti buona parte della riuscita della manifestazione dipenderà da loro dato che forniranno sul campo servizi fondamentali quali pronto soccorso, supporto alla stampa e alle televisioni, supporto agli eventi e lavoro come interpreti.
I Giochi e lo spirito olimpico ieri…
I giochi olimpici affondano le loro radici nell’antica Grecia quando oltre al significato sportivo avevano anche un significato religioso in quanto si svolgevano in onore di Zeus. Non si sa esattamente come si svolse la prima edizione nel 776 a.C a Olimpia, ma il primo documento scritto giunto fino a noi inerente i Giochi ci parla di come si svolse una di queste cerimonie: una manifestazione con una sola competizione, lo stadion (gara di corsa). Col passare degli anni nuove gare si aggiunsero alla rassegna sportiva fino a raggiungere il numero di venti in un periodo di sette giorni. L’Olimpiade divenne via via più importante fino addirittura a essere presa come unità per il conteggio degli anni (i giochi si tenevano ogni 4 anni). Nonostante alla manifestazione potessero partecipare solo i cittadini liberi, di famiglia nobile e con antenati greci, lo spirito sportivo e la lealtà aleggiavano nell’aria in una maniera che purtroppo in quasi tutti gli sport di oggi è andata persa a favore dell’esagerata competizione. Basta pensare che per tutta la durata dei giochi veniva sospesa ogni forma di ostilità tra le varie città stato, per permettere ai propri atleti di poter gareggiare nella maniera più corretta. Il vincitore di ogni competizione, inoltre, veniva acclamato da tutto il pubblico e dagli sconfitti perché era stato colui che veramente aveva meritato il titolo di campione olimpico. In suo onore venivano anche scritti poemi e scolpite statue non solo dai suoi concittadini, ma anche da parte degli abitanti delle città rivali creando così l’atmosfera di correttezza che sempre dovrebbe esserci intorno a un gioco, quale è lo sport.
I Giochi Olimpici proseguirono anche durante l’epoca della dominazione romana fino a quando, con l’avvento del Cristianesimo come religione ufficiale dell’impero, questi furono proibiti in quanto considerati una celebrazione pagana.
…e oggi
Per molte centinaia di anni non si sentì più parlare di Olimpiadi fino a quando il barone francese Pierre de Coubertin pensò di ricreare una manifestazione internazionale simile ai Giochi greci, ma di dimensione mondiale. E fu così che nel 1894 ci fu la riunione del primo Comitato Olimpico Internazionale che assegnò l’organizzazione della prima edizione dei giochi olimpici estivi alla città di Atene nel 1896, dove riscossero un grande successo. La manifestazione continuò a svolgersi da lì in poi ogni 4 anni, fatta eccezione per il periodo compreso fra le due guerre mondiali.
Tuttavia lo spirito olimpico nelle olimpiadi moderne è stato troppo spesso soggetto a influenze politiche, a cominciare dall’annullamento dei giochi durante le due guerre mondiali (in contrasto con quanto praticato dagli antichi greci). Mentre questa decisine può essere condivisibile, meno lo è quella di escludere dai giochi di Londra del ‘48, i primi del dopoguerra, gli atleti tedeschi e giapponesi in quanto provenienti dalle nazioni sconfitte. Altri episodi di discriminazione politica si susseguirono nelle edizioni successive, come a Mellbourne nel ‘56 dove la partita di pallanuoto tra Ungheria e Unione Sovietica a causa delle tensioni politiche tra i due paesi si trasformò in una violenta lotta tra le due squadre.
Il primo segno positivo dato dagli sportivi per superare le barriere politiche è stato dato solamente nella scorsa edizione delle olimpiadi a Pechino quando, almeno per la sfilata della parata inaugurale, la Corea del Nord e la Corea del Sud (afflitte da una profonda crisi politica) hanno sfilato insieme in un unico corteo come una nazione sola. Un piccolo gesto che dimostra però come lo sport debba e soprattutto voglia avvicinare i popoli verso un tentativo di riconciliazione anche a livello politico.
Purtroppo sono ancora molte le tensioni internazionali che affliggono il mondo dello sport e delle olimpiadi ai giorni nostri, prima fra tutte la contrapposizione tra i paesi arabi e Israele. Numerosi sono gli eventi che testimoniano il rifiuto più totale dei paesi arabi all’accettazione dell’esistenza di uno stato israeliano come per esempio il boicottaggio degli incontri sportivi che contrappongono atleti delle 2 nazioni. Ne sono un esempio due episodi successi ai recenti mondiali di scherma tenutisi a Catania dove un atleta iraniano è stato squalificato per essersi rifiutato di tirare contro un atleta israeliano e un’atleta tunisina si è presentata in pedana, ma è rimasta ferma, perdendo di conseguenza l’incontro. La tragicità di quanto successo è testimoniata dalla reazione dell’atleta israeliana che terminato l’assalto è scoppiata in lacrime.
Nella certezza che gli organizzatori di Londra 2012 sapranno far fronte nella maniera migliore a eventuali eventi di discriminazione razziale o territoriale spero che lo spirito olimpico, sinonimo di lealtà e correttezza, possa permettere agli atleti presenti alla trentesima edizione dei Giochi Olimpici di vivere la competizione come il punto di arrivo di una dura preparazione, ma anche come la condivisione di una stessa grande passione.
di Camillo Molino