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Irlanda 2012

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Irlanda 2012

Pubblicato il 22 ottobre 2012 by redazione

Temple_Bar_Dublin_Ireland

Dublino.

“Hai occhi di ghiaccio ed un cuore di terra, hai il passo pesante di un vecchio ubriacone, ti chiudi a sognare nelle notti d’inverno e ti copri di rosso e fiorisci d’estate”: così cantano i Modena City Ramblers, gruppo musicale emiliano famoso (già a partire dal nome) per il suo spassionato amore nei confronti dell’Irlanda. Effettivamente, nessuna descrizione dell’isola dell’Atlantico sarebbe più azzeccata di questo stralcio di brano musicale: quella che stiamo per andare a visitare è infatti una terra terrosa, dura, celtica e un po’ ebbra, impreziosita da netti, ma appassionanti contrasti quali le rocce e il mare, la pioggia e il sole, la città e la prateria, che guarda con orgoglio al suo passato di storia e leggenda senza lasciarsi scappare la possibilità di valorizzare il proprio futuro.

Per organizzare un viaggio in Irlanda, dunque, il primo consiglio è quello di mettere in valigia indumenti caldi e anti-pioggia, scarpe da trekking, una mappa e qualche medicinale contro l’influenza. Ma non basterà. Il vero bagaglio a mano dovrà essere sempre rifornito di occhi pronti a captare i colori del cielo e della terra, di una mente viva ed elastica per immergersi appieno nell’irish-mood, di spirito d’adattamento a ogni clima e di una certa propensione per la birra scura.

Il nostro viaggio inizia a Dublino, capitale della Repubblica d’Irlanda (l’Irlanda del Nord, invece, è di proprietà dell’Inghilterra), raggiungibile attraverso voli low cost dall’Italia presso il Dublin Airport, posizionato a 11 km dal centro della città: da qui spassosi tassisti saranno pronti a portarvi al vostro alloggio facendovi pagare cifre ragionevoli (€ 10 per una corsa) e rilasciandovi pure la ricevuta.

Trovare di che dormire a Dublino è assai facile: noi abbiamo optato per un ostello della gioventù, l’Avalon House (55 Aungier Street), un buon compromesso tra risparmio (€ 20 a persona a notte con colazione inclusa) e conoscenza di persone tanto diverse quanto interessanti, con le quali si condividono momenti fondamentali della giornata quali il riposo, lo studio, il gioco e il convivio.

National Gallery.

National Gallery.

Ma Dublino offre di più: girando a piedi per la città si possono infatti visitare chiese (St. Patrick’s Cathedral in 8 Patrick Street a € 4.50), musei (National Gallery of Ireland in Merrion Square completamente gratuita), università (Trinity College in College Green), locali (famosi e ben forniti di cibo e musica dal vivo sono quelli della zona di Temple Bar) e l’immancabile Guinness Store House (in St. James Gate a € 16.50), dove i cultori della birra potranno assistere alla fabbricazione del nettare tutto scuro e assaggiare deliziosi accostamenti food&beer.

Ad allettare la giornata ci pensano anche i numerosi negozietti per lo shopping disseminati un po’ in tutta la città: gadget, indumenti, mappe (e preziosissimi ombrelli) marchiati con il simbolo del trifoglio permettono ai turisti di portarsi a casa un ricordo di Irlanda.

trinity college

Trinity College.

Ma con giornate così movimentate è necessario rifocillarsi con panini, acqua e zuppe liofilizzate pronte per essere scaldate: ci pensano i supermercati Tesco (vasta scelta a prezzi davvero calmierati) o le catene di superstores Dunnes Stores (che oltre a generi alimentari e prodotti per la persona vendono anche indumenti e intimo: in un viaggio itinerante buchi e strappi sono all’ordine del giorno!).

Da Dublino, poi, si possono raggiungere alcune città dell’entroterra sfruttando le tratte della compagnia nazionale di trasporti su ruota Bus Éireann, di cui pulizia, celerità ed efficienza sono le forze: vale dunque la pena fare una tappa a 120 km verso sud, presso Kilkenny (a € 12 A/R da Dublino), cittadina divenuta famosa per la produzione dell’omonima birra chiara. Artistica e pittoresca, suoi fiori all’occhiello sono il castello e il suo sconfinato giardino (The Parade) dove, per la prima volta in vita mia, ho visto disputarsi una gara di triathlon, la duecentesca Black Abbey (tra Abbey Street e Parliament Street) e i locali ricavati da edifici risalenti al 1300.

Windsor Inn Cork.

Windsor Inn Cork.

Si prosegue poi per 300 km verso l’estremo sud del Paese e si giunge a Cork (€ 15 da Dublino), terza città dell’Irlanda dopo Dublino e Belfast: qui abbiamo invece deciso di alloggiare in una tipica locanda irlandese, il Windsor Inn Cork (54/55 MacCurtain Street), dove la moquette regna sovrana e la colazione a base di scones caldi,uova, salsiccette e bacon si fa nel pub sottostante (€ 17.5 a persona a notte con colazione inclusa).

La zona più pittoresca poiché posizionata su di un promontorio è quella di Shandon, dove cultura, religione e basse casette colorate si susseguono lungo budelli di strade; scendendo verso la city, invece, è consigliabile visitare la Crawford Art Gallery (Emmet Place completamente gratuita), le numerose chiese a costo zero, e l’immancabile English Market (entrate su Princes Street, Patrick Street e Grand Parade), grande mercato urbano dove poter acquistare e consumare prodotti alimentari locali e stranieri: colori, odori e pure suoni di ogni genere vi accoglieranno in un sodalizio interculturale consumato al di sotto di un’architettura in ferro e vetro di fine Settecento.

fish and chipsMa se le vostre velleità culinarie hanno preso di mira il famoso fish&chips, piatto tipico anglosassone a base di merluzzo impastellato e fritto immerso in una miriade di patatine a bastoncino, il nostro consiglio è quello di recarvi al The Fish Wife Restaurant (45A McCurtain Street), locale dalle dimensioni talmente ridotte da essere full con sei clienti ma che offre anche un servizio di take away che permette ai golosi di portare il calorico cartoccio in camera per degustarlo in compagnia prima di andare a dormire (e cercare di digerirlo).

Da Cork, poi, ci si può spostare in un’ora mezza di viaggio a Limerick (€ 19 A/R da Cork), cittadina “bulgara” sia per le architetture sia per la sua storia che la vuole centro delle rivendicazioni operaie di inizio Novecento con tanto di soviet che governò la città.

Da non perdere sono l’imponente fortezza anglo-normanna del King John’s Castle (King’s Island in fondo a Nicholas Street a € 8) attorno alla quale merita di essere spesa un’ora per passeggiare e visitare la stele del trattato di Limerick, il Thomond Bridge, la Toll House e il Palazzo vescovile.

Sulla strada del ritorno, invece, fate una sosta presso la Saint Mary’s Cathedral (tra Nicholas Street e Saint Augustine Place a € 3.50) che è la più antica chiesa d’Irlanda, mentre per sedervi e consumare i vostri panini c’è l’Arthur’s Quay Park (tra Honan’s Quay a Arthur’s Quay), presso cui l’Arthur’s Quay Shopping Centre vi darà modo di acquistare qualche ricordo da portare in Italia.

Siamo così giunti all’ultima tappa del viaggio: il centro-est dell’Irlanda, dove il nostro quartier generale è stata la meravigliosa cittadina di Galway (€ 17 da Cork), posizionata a ben 210 km da Cork.

newgrange

Newgrange, a 8 km da Drogheda. Tomba celtica del Neolitico. Circa 5000 anni fa.

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Newgrange. Corridoio d’ingresso alla tomba.

Premetto che trovare un alloggio a Galway tra il 30 luglio e il 5 agosto è un’impresa ardua: è proprio in questo periodo, infatti, che si svolge l’edizione estiva delle gettonatissime The Galway Races, le corse dei cavalli più famose dell’Irlanda che attirano nella cittadina di mare più di 150.000 persone da tutto il Paese. Ciò provoca un gran viavai di gente che per 12 ore al giorno beve, si veste in modo distinto, beve, urla, si incontra con altri tifosi, beve e arriva al mattino seguente assai provata dal tour de force del giorno prima. Per questo vi consigliamo, almeno per questa tappa, di prenotare una camera con largo anticipo già dall’Italia: noi abbiamo optato per una delle poche residenze rimaste libere, il Corrib Village Campus Accomodation (Newcastle Road), campus universitario ubicato nello storico parco dell’Università di Galway che, dotato di ristorante, laundry e mini market, nei mesi estivi apre le sue porte al pernottamento turistico; nonostante il sito disti qualche chilometro dalla città, il servizio navetta è completamente gratuito tra le 6 e le 22 e il rapporto location/prezzo è molto buono (€ 35 a persona a notte con colazione inclusa).

Poiché a Galway il tempo è spesso clemente, il nostro consiglio è quello di passeggiare senza meta all’interno della città: qui sarete invitati da qualche indigeno un po’ alticcio a scolarvi diverse pinte di birra in un pub tra Quay Street e High Street, sarete chiamati dai musicisti di strada ad ascoltare antichissimi motivi di origine celtica nei pressi del Lynch’s Castle, sarete presi per mano da un ballerino fai da te per danzare assieme in Eyre Square, e potrete specchiarvi nelle acque del Corrib River sfruttando qualche raggio per prendere un po’ di sole.

Dun Anghusa, Aran Island, Galway.

Fuori Galway, invece, alcune mete sono d’obbligo: la prima è quelle delle Aran Island, le tre isole (Inishmore, Inishmaan e Inisheer) immerse nell’Atlantico che sembrano l’ultimo rifugio degli eroi della mitologia irlandese. Se credete di arrivarci da Galway vi sbagliate: il mezzo più pratico (e più gettonato) è quello, messo a disposizione della compagnia Aran Island Ferries, che prevede un tratto in bus (37-39 Forster Street) fino alla cittadina di Ros a’ Mhìl e, da qui, il traghetto fino a Inishmore (€ 32 A/R da Galway).

Approdate alla capitale delle maggiore delle tre isole, Kilronan, abbiamo deciso di girare il territorio in bicicletta (contrattando un prezzo di € 7.50 a bici): è così possibile visitare in modo celere ma autonomo le grandi attrazioni di Inishmore quali lo spettacolare forte di Dun Aengus, le clochan (capanne in pietre a secco) disseminate un po’ ovunque e le vestigia delle sette chiese monastiche di Teampall Breachain. Fermatevi poi a contemplare l’Oceano da qualche spiaggetta vicina a Kilmurvey: l’infinito vi sovrasterà.

Ma la tappa che credo essere il miglior riassunto di questo viaggio, e che per questo vi consiglio caldamente, è quella delle Cliffs of Moher (€ 20 A/R da Galway): dopo due ore di viaggio tra brughiere infinite, selve rigogliose, terreni paludosi e rocce nere si arriva finalmente a uno dei più belli tra gli spettacoli naturali mai visti in vita mia. Si tratta di 8 km di scogliere che raggiungono l’altezza di 214 m dal livello del mare, percorribili (nonostante il formale divieto) attraverso stradine sterrate e fangose che passano all’interno di proprietà private presso cui pascolano, paciosi, mucche e tori, e che raggiungono l’imponente precipizio che si getta sull’Atlantico. Avrete così l’opportunità di avvistare qualche pulcinella di mare che afferra al volo un’aringa, odorare il profumo di erba e di erica bagnate dalla pioggia e immergervi in spettacolari arcobaleni che trapassano le scogliere da un lato all’altro del mare. Io me ne sono innamorata.

Il ritorno in Italia, per quanto assai malinconico, è reso possibile dal nuovissimo Ireland West Airport Knock, ubicato a 90 km da Galway ma raggiungibile con Bus Eireann (€ 19), talmente nuovo da imporre una tassa su ogni passeggero che, per nulla volontariamente, paga € 10 per il sostenimento dei lavori di costruzione di un nuovo padiglione. Ma attenzione: abbiamo sperimentato a nostre spese che non sempre il bus raggiunge l’aeroporto, per questo vi consigliamo di aggiornarvi sempre su timetables e giorni di partenza, anche se ammettiamo che i taxi sono celeri e disponibili a percorrere lunghe tratte da dividere, preferibilmente, con il maggior numero di persone possibile (€ 150 in 6).

Spero dunque che l’itinerario possa essere di vostro aiuto: per qualunque dubbio o aiuto vi consiglio anche di contattare l’ente per il turismo irlandese in Italia (all’indirizzo mail informazioni@tourismireland.com o al numero 02.48296060) e per quelli che abitano a Milano, di recarvi in piazza Cantore 4, per ritirare materiali informativi e per scambiare due chiacchiere anche in inglese con le ragazze irlandesi che ci lavorano. E poi, buon viaggio!

di Clara Amodeo

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