Suffragette, è un film storico, sulla lunga marcia del riconoscimento dei diritti democratici alle donne, della regista inglese Sarah Gavron, la quale ha alle spalle diversi anni per lavori in campo televisivo e cinematografico. Dal 2000 ha ricevuto importanti riconoscimenti premiati in diversi festival internazionali.
Storia di formazioni femminili nell’Inghilterra del 1912, osservato attraverso il personaggio di Maud Watts: operaia sfruttata e umiliata, che si batte prima inconsapevolmente, poi sempre più convinta per Votes for women. Il diritto al voto alle donne come richiesta femminile nel paese più avanzato dell’occidente agli inizi del Novecento, che diventerà effettivo solo negli anni Venti.
Una battaglia delle militanti del primissimo movimento femminista, condotta con una protesta pacifica che non porterà ad alcun risultato.
La stessa leader del movimento Emmeline Pankhurst, interpretata da Meryl Streep (breve interpretazione, ma un risultato recitativo di grande autenticità), la quale vive segregata e protetta dalle stesse militanti, imprime una svolta epocale radicalizzando fino ad arrivare alla violenza e non più con i soli metodi pacifici, la promozione di un diritto, dopo 50 anni di inutili richieste agli uomini e al sovrano inglese.
Un movimento ricordato spesso con sufficienza e senza approfondimento storico, bollandolo negativamente. Non è una novità che molte di esse appartenessero alle classi colte e benestanti e tra loro alcune lavorano, come la protagonista principale che è un’operaia tessile, interpretata da Carey Mulligan, che incarna prima la fragilità e poi la forza della ragione. L’attrice per questa recitazione è stata vincitrice dell’Oscar in questo 2016.
Donne che si incontrano e che sono costrette ad agire clandestinamente in uno stato che diventerà sempre più brutale. La scelta del ricorso alla violenza: rompere vetrine, polvere da scoppio nei portalettere fino all’incendio doloso di una villa signorile, le espone alla caccia dei servizi di sicurezza che le confinerà nelle galere dello Stato inglese, senza la minima pietà. Oltre mille donne furono imprigionate e condannate a diversi anni di detenzione.
Nella via del cambiamento operata nella partecipazione di queste donne molte disposte a perdere tutto nella lotta per l’eguaglianza: i privilegi, il lavoro, i figli, la famiglia e la vita. Il film si conclude con il sacrificio della propria vita da parte di una militante che porterà il movimento delle suffragette ad essere conosciuto in tutto il mondo: estendere il suffragio universale alle donne.
Obiettivo, come ricorda il film, che viene da lontano ed ha visto impegnate intere generazioni di donne eppure ancora esistono stati che non lo contemplano. Lunga, anzi, lunghissima la strada per il diritto al voto delle donne nel mondo. Quest’anno si celebrerà il Settantennale per il paese Italia.
di Anna Celadin