In Grecia, Ungheria, Regno Unito e Belgio, SavingFood si sta organizzando per ridistribuire le eccedenze alimentari alle persone bisognose di cibo, attraverso donatori, volontari e associazioni di beneficenza esistenti e potenziali per mettere in opera attività di raccolta e ridistribuzione. Per agevolare e sostenere l’impegno di questi attori sociali, SavingFood ha progettato una strategia comportamentale che accompagnerà il lancio di una piattaforma nei quattro paesi pilota per la gestione del cibo.
SavingFood si ispira al Social Marketing (Kottler & Lee, 2013) e a un ampliamento del modello DEFRA (Defra, Bamburst) e ai risultati emersi da un sondaggio in alcune popolazioni, Ungheria, Belgio, Regno Unito e Grecia. La strategia di cambiamento comportamentale di SavingFood prevede diversi interventi, sia offline sia online, che coinvolgono diverse dimensioni e che costituiscono le pre-condizione per attivare la gestione delle eccedenze alimentari: conoscenza, informazione, atteggiamenti, opinioni, motivazioni, ricompense, norme sociali percepite o barriere che impediscono di agire. Nel loro insieme, questi interventi funzionano come una sorta di catalizzatore che riorienta il comportamento verso le eccedenze alimentari e una sua ridistribuzione. Eccone alcuni.
Per quanto riguarda la conoscenza e la formazione di un nuovo atteggiamento nei confronti del problema dei rifiuti alimentari e la potenziale ridistribuzione delle eccedenze di cibo, che è possibile attivare tramite SavingFood, nei paesi pilota saranno distribuiti 10 Video motivazionali sui canali on-line e una serie di eventi di sensibilizzazione dove le persone potranno incontrare le organizzazioni alimentari locali di ridistribuzione, i donatori, i volontari, le associazioni di beneficenza, e poter così osservare in concreto i risultati. Per i donatori alimentari in particolare, per i quali i motivi finanziari sono spesso quelli che frenano la donazione di eccedenze alimentari, il progetto ha messo a punto un calcolatore di rifiuti alimentari che permette ai proprietari di un ristorante, di un supermercato o di un negozio di calcolare facilmente quanto denaro si sarebbe effettivamente risparmiato aderendo a SavingFood e al contempo, quante emissioni di CO2 si sarebbero evitate.
La stessa piattaforma, co-progettata con attori sociali attivi nel settore della ridistribuzione del cibo, è un altro importante intervento che si propone di eliminare gli ostacoli pratici che mettono molti attori in grande difficoltà. Ad esempio, consentendo ai donatori alimentari di descrivere la loro donazione in termini di tipologia di cibo e quantità e dando la possibilità a chi fa beneficienza di descrivere i bisogni alimentari esatti che corrispondono alla domanda e all’offerta di eccedenze alimentari. Un’altra caratteristica della piattaforma, sarà per esempio, quella di avvisare e tenere informati i volontari che si sono registrati per le attività di risparmio del cibo sullo stato di transazione delle eccedenze e basandosi su quelle informazioni intervenire in caso di problemi con la donazione. Infine, sono previste anche delle attività di supporto ai volontari che hanno difficoltà di trasporto nel raggiungere le fattorie dove saranno raccolte le culture eccedenti.
Monitorando tutte queste operazioni, la piattaforma svolge nel Paese pilota anche il ruolo di creare maggior consapevolezza e incoraggiare i partecipanti nelle attività di sostegno al progetto. La quantità totale di cibo registrato e il numero di partecipanti può infatti essere visualizzata su una mappa che mostra in tempo reale l’efficacia della soluzione al mondo esterno e in particolare ai responsabili politici e alle altre parti interessate che possono a quel punto attuare misure che agevolino e sveltiscano la ridistribuzione delle eccedenze alimentari. La registrazione delle donazioni e delle transazioni consente, inoltre, di vedere immediatamente l’effetto positivo delle azioni messe in campo, e quindi di rinnovare e sostenere l’impegno.
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