“Lo straordinario risiede nel Cammino delle persone Comuni”
Il primo Millennio del Cristianesimo conobbe tre rotte considerate sacre; chiunque ne percorresse una accedeva a una serie di benedizioni e indulgenze.
La prima conduceva alla tomba di San Pietro, a Roma, e per questo i viaggiatori venivano chiamati “romei”.
La seconda conduceva al Santo Sepolcro a Gerusalemme ed infine la terza portava a Santiago de Compostella.
La leggenda narra che nell’anno 813 un eremita venisse attirato da alcune strane luci a forma di stella sul monte Libredòn.
Il vescovo Teodomiro, interessato dallo strano fenomeno, scoprì in quel luogo una tomba che conteneva tre corpi, uno dei tre aveva la testa mozzata ed una scritta: “Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomé”.
Alfonso II, re delle Asturie e della Galizia, ordinò la costruzione sul posto di un tempio, ove i monaci benedettini nell’893 fissarono la loro residenza. Iniziarono così i primi pellegrinaggi alla tomba dell’apostolo.
Il nome della città deriva da questa leggenda Santiago de Compostella in italiano si traduce con San Giacomo del Campo della Stella.
La leggenda narra, inoltre, che anche la Vergine Maria si spinse in quei luoghi esortando i popoli a convertirsi.
Ai viaggiatori che si apprestavano a intraprendere il cammino di Santiago venne dato il nome di Pellegrini.
Codex calixtinus
Il Liber Sancti Jacobi (Libro di San Giacomo) o meglio noto come Codex Calixtinus, è un insieme di testi dedicati a san Giacomo maggiore e al suo pellegrinaggio a Compostelae.
Composti all’inizio del XII secolo, e redatti tra il 1139 e il 1173, si articolano in 5 libri e un’appendice, praticamente la sintesi del corpus dottrinario, ideologico e liturgico del culto dell’apostolo, l’unico a non essere deposto a Roma. Per questo motivo nel 1121 Compostela era una sede arcivescovile. Nel 2011ill codice viene rubato dall’archivio della Cattedrale di Santiago e recuperato un anno dopo. Il manoscritto originale si compone di 225 fogli recto/verso. L’ordine in cui sono organizzati i libri segue quello dell’importanza degli argomenti, finalizzati alla glorificazione del santo e del suo culto.
La ricorrenza del suo martirio ricorre il 25 di Luglio.
Nel libro De miraculis sancti Iacobi sono narrati i 22 miracoli di Giacomo, compiuti in località, anche molto lontane del suo santuario, come testimoniano i molti manoscritti provenienti da monasteri e chiese del sud e del centro della Francia, del Nord Italia e della valle del Reno, e noti come Libelli Sancti Iacobi.
L’Iter pro peregrinis ad Compostellam, Aimery Picaud ascriptum è il quinto libro del Codex Calixtinus, noto come Guida del pellegrino di san Giacomo, è testo più conosciuto dal grande pubblico. In questo antico testol’autore descrive i principali itinerari lungo i quali si snodava il pellegrinaggio compostellano, oltre alle gioie, ai pericoli e alle sofferenze che attendevano i pellegrini in cammino per sancti Iacobi, inteso come itinerario spirituale e occasione di salvezza.
La conchiglia
“ Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare. Camminando si apprende la vita, camminando si conoscono cose, camminando si sanano le ferite del giorno prima[…] niente può cancellare il ricordo del cammino percorso”. Ruben Blades.
La conchiglia è il simbolo che i pellegrini dal Medioevo portano con sé a testimonianza del cammino percorso.
Da un’unica origine partono le linee della “Vieira” che rappresentano tutte le strade che convergono in un unico luogo” la tomba dell’Apostolo,la conchiglia è, inoltre, simbolo del cuore e di tutte le esperienze che si vivono lungo la strada della vita.
Il logo del cammino è anch’esso una conchiglia e si trova lungo tutto il percorso da Roncisvalle al Finisterre.
Dal Medioevo i pellegrini si mettevano in cammino per raggiungere i luoghi santi prevalentemente per avere la remissione dei peccati o per chiedere una grazia, oggi il cammino di Santiago muove ogni anno circa 190000 persone che partono da ogni angolo del mondo.
La motivazione che spinge a intraprendere questo cammino è diversa per ogni pellegrino.
Io ho avuto la fortuna, lungo il cammino, di conoscere molte persone ciascuna delle quali mi ha raccontato storie diverse: per esempio un ragazzo polacco di 18 anni è partito a piedi dalla Polonia ed era sulla strada per ringraziare Santiago di una grazia ricevuta, un uomo francese di circa sessant’anni viaggiava da 4 mesi e il suo cammino era una sfida personale, molti lo fanno per moda, e tanti solo per pura curiosità.
Elogio dei piedi
di Erri De LucaPerché reggono l’intero peso.
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi.
Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare.
Perché portano via.
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato. E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta.
Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali.
Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica.
Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare.
Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura.
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Pushkin.
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante.
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio.
Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo.
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip-tap, la ruffiana tarantella.
Perché non sanno accusare e non impugnano armi.
Perché sono stati crocefissi.
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l’appoggio.
Perché, come le capre, amano il sale.
Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte.
Utreia e Suseia
Queste due parole, insieme a Bueno Camino, le sentirete spesso se intraprenderete il cammino: è un augurio ad andare avanti sulla strada e in “alto” con lo spirito.
La particolarità, a mio avviso, di questa meravigliosa esperienza è senza dubbio l’atmosfera che si respira lungo la strada, incontri compagni di viaggio che condividono con te esperienze e storie, persone che nel mondo di tutti i giorni sarebbero diffidenti nel parlare con sconosciuti.
Prepararsi al cammino
Più che forza fisica serve spirito, determinazione, motivazione, una buona organizzazione e un minimo di allenamento fisico preventivo. Ecco alcuni consigli:
– camminare alcune ore, almeno due volte alla settimana, tre mesi prima della partenza fino a quando caviglie e ginocchia non risentono dello sforzo fisico;
– abituarsi a portare un po’ di peso in previsione dello zaino;
– portare per qualche giorno le calze (del tipo che non fanno pieghe) e le scarpe che si vorranno utilizzare in modo da vefificarne l’adeguatezza;
– indagare i propri punti deboli, ascoltando i progressi della muscolatura e dei piedi e verificando i tempi di recupero dalla fatica;
– calcolare la propria media oraria di percorrenza valutando le distanze percorse sul ritmo del proprio passo.
Vesciche, dolori articolari e infiammazioni varie.
Vesciche
Lo sfregamento delle calze sulla pelle o di scarpe troppo dure, o la semplice sudorazione spesso per il peso eccessivo dello zaino, può indurre la formazione di dolorose vesciche, che sottoposte a continua sollecitazione faticano a guarire.
Per prevenire o curare la formazione di infiammazioni della pelle o in generale delle varie parti del corpo, sottoposte a maggior fatica, occorrono alcune precauzioni:
– prima di partire, lavare i piedi e massaggiarli a lungo con creme grasse, come al burro di karitè puro, che proteggono, nutrono e rendono elastico in profondità lo strato di epidermide;
– durante il cammino lavare i piedi almeno una volta a metà giornata, asciugarli bene, massaggiarli con il karitè, lasciarli all’aria il più possibile e cambiare le calze;
Se nonostante tutta la prevenzione si formano le bolle lo stesso, bisogna assolutamente evitare che si rompano, per evitare l’insorgere di infezioni. La bolla va svuotata dal liquido, bucandola con un ago infilato con filo di cotone ben disinfettato, in modo che il filo resti dentro la vescica trapassandola da parte a parte. La vescica si sgonfia subito, il filo drena il liquido ed evita che la vescica si rigonfi, lasciando la pelle a protezione della ferita, il liquido fuoriesce e si tira subito un respiro di sollievo.
Riformatasi sotto la pelle nuova, il filo si staccherrà insieme alla pelle vecchia, badando sempre però a mantenere la parte pulita e disinfettata ogni giorno.
Se la pelle è solo arrossata si può applicare un cerotto protettivo di quelli che aderiscono come una seconda pelle.
Infiammazioni dei tendini
Le tendiniti possono maturare nei primi giorni di cammino, quando il corpo non è ancora allenato alla fatica. Alll’inizio infatti è sempre meglio fare tratti brevi e fermarsi spesso. Per alleviare le infiammazioni fare impacchi di acqua fredda, applicare pomate antinfiammatorie e bende elastiche e riposare qualche giorno.
Anche i muscoli sotto sforzo vanno in stress e dal momento che tendono ad accorciarsi, del semplice stretching di allungamento, a muscolatura ancora calda, e un buon massaggio dà un immediato solievo.
Dolori articolari
Le ginocchia sono il punto debole perché si di esse grava maggiormente il peso dello zaino, oltre a quello del corpo. Se quello è già un vostro punto debole meglio usare delle ginocchiere fin dai primi giorni e qualche pastiglia antinfiammatoria, anche naturale a base di Arnica, potrà essere di aiuto. Se servono farmaci più specifici, le farmacie lungo il cammino sono frequenti.
Equipaggiamento
Tutto pesa e impiccia, perciò occorre portarsi solo lo stretto necessario, compreso ciò che si ha addosso. Il peso ideale è fra gli 8 e i 12kg, secondo la costituzione di ciascuno.
Lo zaino, di 50/60 litri, deve essere atrezzato di coprizaino per proteggere il proprio bagaglio dalla pioggia e dotato di tasche esterne in quantità, per agevolare il reperimento delle cose di uso più frequente.
Il sacco a pelo non dovrebbe superare il peso di 1 kg.
Per le scarpe meglio averne due paia, uno da trekking (chiuse o a sandalo aperto) che sarà usato quotidianamente e un’altro più leggero, oltre a un paio di ciabatte di gomma per la doccia.
Una giacca leggera, impermeabile e traspirante ci riparerà dalla pioggia, ma anche dall’aria fredda e dal vento.
Per i pantaloni ne occorrono due paia lunghi e uno corto. Meglio in materiale resistente e facilmente lavabili e di poco peso.
5 o 6 paia di calze specifiche per il trekking, senza cuciture e traspiranti.
Due felpe, una leggera e una pesante.
Quattro paia di magliette, mutande e fazzoletti.
Due cappelli, uno per il sole e uno per la pioggia.
Una borraccia termica in materiale leggero e moschettone per poterla agganciare a zaino o cintura.
Un matassa di 6/7 metri di cordino, per usi vari ed eventuali (utile anche per stendere i panni), e spille da balia di varie misure anche per appendere gli indumenti allo zaino ad asciugare.
Asciugamani in microfibra, anche compressi in tavolette di poco peso di 50 gr massimo.
Tagliaunghie, forbicina, spazzolino e sapone che se di marsiglia e polverizzato, può essere usato per lavarsi e anche come shampo.
Per un piccolo pronto soccorso: mercurocromo, aghi sterili, filo di cotone per le vesciche, crema all’Arnica pe rle infiammazioni articolari, crema grassa per massaggiare i piedi, crema scottature, termometro, cerotti e compeed, garze, cotone, polase, vitamine, pastiglie antinfiammatorie, aspirina, efferalgan, tachipirina, forbici, bende elestiche e ginocchiere.
Doumenti personali: carta di identità non scaduta e tessera sanitaria.
Varie ed eventuali: conchiglia del pellegrino, torcia con pile di scorta, accendino, piatto, posate, bicchiere, coltellino multiuso, carta igienica, costume da bagno
pettine/spazzola, sacchetto per la biancheria sporca. Se manca qualcosa si potrà comunque comprarlo lungo il cammino.
“Compostela” o l’attestato di pellegrinaggio laico
Per prendere la “Compostela” o l’attestato di pellegrinaggio laico, il percorso minimo obbligatorio è di 100 km a piedi (200 a cavallo o in bici) che si percorrono in una settimana o 10 giorni. I timbri della Credenziale vengono rilasciati dagli ostelli e da qualsiasi tipo di locale, chiesa, ente pubblico che si trovi in Galizia. Negli ostelli, di solito, il cibo non è compreso. Bisogna, quindi, fare la spesa, ma è compreso l’uso del gas e della cucina.
Ecco un’ipotesi di cammino della durata di 10 giorni:
– primo giorno: viaggio fino a Santiago, tenendo presente che se si arriva tardi gli ostelli pubblici sono pochi;
– secondo giorno: Sarrìa, dove si fa il primo timbro alla stazione degli autobus;
– terzo giorno: Portomarìna.
– quarto giorno: Ribadiso de Baixo.
– quinto giorno: Rua.
– sesto giorno: Santiago de Compostela.
– settimo giorno: si prendere l’autobus fino all’oceano, nel Finisterre e al ritorno si ritira l’acogida de peregrino, presentando le credenziali e si ritira le Compostela o gli attestati di pellegrinaggio laico.
– ottavo giorno: si partecipa alla Messa speciale del Pellegrino, che viene fatta fatta in diverse lingue, spagnolo, italiano, portoghese, francese e vengono nominati tutti i pellegrini o gruppi di pellegrini giunti il giorno prima a Santiago.
– nono giorno: rientro a casa.
di Costanza Galli e Adriana Paolini
Linkografia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Cammino_di_Santiago_di_Compostela