Uno scenario europeo di energia rinnovabile al 100%, è oggi possibile, ma per raggiungerlo è necessario un eolico offshore più competitivo e la progettazione di nuovi sistemi energetici. Lo dice un esperto mondiale, Brian Vad Mathiesen.
Nel 2015 la Danimarca ha prodotto il 42% della sua elettricità attraverso turbine eoliche, rompendo il record mondiale del 39% raggiunto l’anno precedente. I ricercatori stanno ora cercando sistemi di energia, rinnovabile al 100%.
Brian Vad Mathiesen, un ingegnere leader a livello mondiale presso l’Università di Aalborg in Danimarca sostiene che sia possibile ridurre il costo dell’energia eolica offshore e dirigersi verso sistemi che generino la maggior parte della loro energia a partire da fonti rinnovabili.
Cosa si può fare per rendere l’energia eolica più competitiva di quella non rinnovabile?
Se guardiamo il costo del vento scopriamo che è più competitivo dei combustibili fossili, anche se è vero che in questo momento costa fra 20-50% in più delle alternative basate sui combustibili fossili.
Per rendere le turbine off-shore meno costose occorre creare un mercato i cui i produttori possano disporre di un grande territorio in cui fare esperienze, costruendo turbine, e mettendo a punto un sistema di trasporto al sito. Se guardiamo in prospettiva, entro il 2025 i costi in mare aperto potrebbero diventare molto competitivi.
Se si contengono i costi delle esternalità, sia eolica offshore sia PV fotovoltaica i costi sociali, rispetto rispetto a quelli generati dai combustibili fossili, si abbattono in termini di salute, ora messa in crisi dalle emissioni di CO2. Ma queste cose sono molto difficili da calcolare in cifre.
I ricercatori in Europa stanno sviluppando soluzioni per affrontare i maggiori costi di manutenzione delle turbine in mare aperto e risolvere altri problemi, come l’erosione delle pale causata dall’ambiente marino. Quali altri aspetti tecnologici si potrebbero esaminare per ridurre ulteriormente il costo dell’energia eolica?
Le turbine off-shore saranno più grandi di quanto lo siano oggi, e questo abbasserà i costi di produzione. Ma, il costo maggiore è ancora quello di produzione e di istallazione ed è su queste due questioni che occorre fare maggior esperienza.
Molte persone pensano che il rumore sarà un grosso problema. La chiave per affrontare gli effetti visivi o la percezione del rumore di pendono dalle gestioni locali e dall’adozione di processi di costruzione validi. Le turbine eoliche sviluppate in Danimarca hanno comportato un processo di accettazione di grandi dimensioni (stiamo parlando di diverse migliaia di turbine disseminate in tutte le campagne) e di cui le comunità locali sono state esse stesse un’importante parte del processo sia decisionale e sia per la proprietà.
La proprietà è, infatti, una delle chiavi più importanti, e che viene offerta alla maggior parte degli abitanti della costa, perché potrebbero essere quelli più interessati all’aspetto paesaggistico. Vicerversa, in mare aperto, non sembra vi siano problemi acustici a lungo termine per la fauna .
Come è stato già precisato, l’energia eolica prodotta in mare aperto è più costosa di quella prodotta sulla terra, ma la resa di energia per ogni turbina può essere più elevata.
In ogni caso per riuscire ad ottenere energia al 100% da fonti rinnovabili occorrerà impiegare più energie: biomassa al posto del carbone, gas naturale e olio combustibile, resta però un problema: non c’è abbastanza biomassa!
Per questo occorrono altre risorse: eolico, fotovoltaico, e molto di più. Quando guardiamo il potenziale di queste risorse vediamo subito che il vento in mare aperto sarà una risorsa importante del sistema, ma non sarà sufficiente.
L’anno scorso la Danimarca ha battuto il record mondiale di produzione di energia eolica, coprendo il 42 per cento del suo fabbisogno energetico annuo con le turbine. Ora però per riuscire ad arrivare al 40, 50 o 60% di produzione energetica da rinnovabili occorre riprogettare il sistema e questo è in effetti il prossimo passo che la Danimarca si appresta a fare. Non sarà un cambio repentino, ma graduale, partendo con la sostituzione delle caldaie con le pompe di calore, portando nelle singole case i sistemi di teleriscaldamento, e poi elettrificando i sistemi di trasporto.
Riprogettando il sistema si potrebbe raggiungere il 60-70% di energia rinnovabile entro il 2020, e anche prima il 50% dell’energia elettrica danese complessiva.
Linkografia
http://people.plan.aau.dk/~bvm/
http://www.youris.com/Energy/Interviews/A-Hundred-Percent-Greener-Outlook-For-Cities-In-Turkey.kl