Il 7 maggio 2013, dalla base europea di Kourou nella Guyana francese, si è ufficialmente aperta la stagione commerciale per il lanciatore spaziale Vega. Questo nuovo lanciatore è figlio della collaborazione tra l’ESA (European Space Agency) e l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e viene concepito a partire dal 1998, data di apertura dei lavori, quando l’Italia, decidendo di finanziare il 65% del progetto prende sostanzialmente in mano la situazione.
Lo sviluppo tecnico viene quindi affidato a una nuova società creata in compartecipazione tra l’italiana Avio (70%) e l’ASI (30%) chiamata ELV (European Launch Vehicle) che ha sviluppato l’intero sistema propulsivo (i primi tre stadi a propellente solido del motore e il quarto a liquido), i vari sistemi di controllo e il rivestimento del razzo in fibra di carbonio (molto più leggera rispetto ai materiali utilizzati per altri vettori).
Vega è un lanciatore più piccolo rispetto al possente Ariane 5 già in possesso dell’ESA: esso infatti misura circa 30 metri in altezza per 3 metri di diametro, nel suo punto più largo, con un peso a pieno carico di 137 tonnellate (650 in meno rispetto al collega sopra citato). Le sue piccole dimensioni sono tuttavia una scelta ben precisa del programma Vega che aveva e ha i seguenti obiettivi:
1) sviluppare il sistema di lancio Vega (lanciatore e base di lancio) per carichi utili fino a 1500 kg in orbita bassa, nell’ambito delle infrastrutture che assicurano l’indipendenza strategica europea complementare ad Ariane;
2) accrescere il ruolo dell’industria italiana e il suo posizionamento competitivo, consentendo il consolidamento delle competenze sistemistiche nazionali e il coinvolgimento di aziende nazionali specifiche del settore, con particolare riguardo alle piccole e medie imprese;
3) consolidare le competenze tecnologiche nazionali nella propulsione solida, anche in vista di una riduzione dei costi delle evoluzioni future di Ariane 5;
4) supportare la fase iniziale di esercizio del sistema di lancio Vega rafforzando la robustezza e la flessibilità del sistema, agendo anche su affidabilità e costi.
Vega, inoltre, ha una caratteristica molto importante, non comune a lanciatori di così piccola taglia: è in grado di trasportare due o tre piccoli carichi contemporaneamente e di posizionarli correttamente su orbite diverse.
Dopo anni di studi e di test, nel febbraio 2012 è avvenuto con successo il primo lancio di prova che ha portato in orbita 9 satelliti. Dato l’esito positivo l’ESA ha aperto il programma VERTA che prevede cinque lanci volti a convincere gli acquirenti della validità del nuovo lanciatore (ad oggi un volo costa 35 milioni di euro, ma si prevede l’introduzione di diversi miglioramenti volti a ridurre le spese). Il primo di questi è quello avvenuto il 7 maggio quando Vega ha portato in orbita un satellite istituzionale e i primi due carichi commerciali: il satellite Proba-V dell’ESA, che effettuerà un censimento globale della vegetazione della Terra, il satellite vietnamita VNREDSAT e una piccola missione di ricerca dell’Estonia basata sul concetto dei CUBEsat.
Il successo del lavoro di anni è stato accolto con entusiasmo dagli addetti ai lavori: “Il secondo grande successo di Vega – ha dichiarato Enrico Saggese, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana – conferma il ruolo di eccellenza dell’Italia nel settore spaziale. Vega è il fiore all’occhiello del nostro Paese, il suo elevato valore industriale ci rende protagonisti dello scenario mondiale. L’era commerciale iniziata oggi ci vede impegnati anche nell’evoluzione di Vega, sia assicurando la sua costante progressione tecnologica, sia migliorando le caratteristiche delle capacità di carico, in modo da permettere una programmazione di diversi lanci l’anno. Da oggi, il potenziale di questo piccolo lanciatore sarà sempre più evidente. Così agile e versatile, in un settore decisamente strategico, ci renderà estremamente competitivi a livello internazionale”.
di Camillo Molino
Fonti:
www.asi.it