Il Perù degli anni 80 era davvero molto diverso da quello che oggi sta sempre più stupendo il mondo, con un trend economico inarrestabile e senza incertezze.
Politicamente populista, escluso dalla finanza internazionale, con capacità amministrative statali insufficienti e costantemente assediato dal terrorismo, sia di Sendero Luminoso sia di Tupac Amaru, che in dodici anni di guerre interne hanno fatto danni per 23 miliardi di dollari, il fatturato delle esportazioni di metalli del 2013. In quegli anni di disperazione il Paese ogni giorno vedeva i prezzi salire alle stelle, fino a 22.000 volte, insieme all’inflazione che raggiunse il picco incredibile di 2.178.482%.
Ma dalle montagne andine la crescita è stata spinta senza sosta con caparbietà e convinzione e finalmente, nel 2004, è partita senza mai una battuta d’arresto, se non l’estate scorsa, del 2014 appena conclusosi, con solo un 2% di crescita. Ollanta Humala è allora subito corso ai ripari, varando un progetto di rilancio economico, finalizzato a completare le grandi opere già avviate e a creare nuovi posti di lavoro. In effetti in Perù due milioni di persone sono ancora senza cibo, lo stipendio medio non supera quttrocento dollari al mese, e con poche garanzie, ma come in molti paesi occidentali a volte i manager si portano a casa mezzo milione di dollari l’anno.
Sembra ormai certo, però, che questo breve momento di rallentamento sia stato dovuto alla caduta dei prezzi dell’oro e del rame, il principale prodotto del paese, la benzina che lo ha tenuto in pista a tutta velocità negli ultimi dieci anni. Il Perù è, infatti, il terzo produttore al mondo di rame e il suo principale cliente è la Cina e se questa dovesse rivolgersi altrove sarebbero guai seri.
Oggi comunque l’economia va al massimo e la città di Lima ne è uno specchio fedele con 5 nuovi distretti e 1.768.357 metri quadrati di nuove proprietà immobiliari vendute solo fra il 2011 e il 2012.
Per la capitale andina, Philippe Starck ha progettato un edificio di 17 piani, che sorgerà vicino al litorale della Costa Verde con una piscina interna. Si chiamerà Malecón e disporrà di appartamenti in stili e design diversi: minimalista, superlussuoso e raffinato o ecologista.
Anche ACM, agenzia immobiliare specializzata in palazzi di lusso ne sta sta completando uno, con 29 appartamenti al prezzo di 800mila dollari ciascuno, nella zona di San Isidro, dove l’appartamento più piccolo vale 2 milioni di dollari, in un oasi di verdi colline, dove si gioca stancamente a golf e ogni lontana miseria è ormai dimenticata.
Ma è dalle antiche e semplici tradizioni delle popolazioni andine che molti traggono ispirazione.
Ne è una prova il recente successo della stilista di moda andina chic Meche Correa, con i suoi cappelli di lana che ricordano i vasellami in terracotta precolumbiani, le gonne andine più note come polleras o la borsa Love Bag simile alle coperte con cui le madri andine usano legarsi i figli sulla schiena.
Tutto bello, ma se si scava un po’ si scopre che i servizi di base non sono buoni per tutti e se vuoi offrire ai tuoi figli una buona istruzione, garantire a te e a loro una vita sicura e un’assistenza sanitaria adeguata, devi aver abbastanza soldi per comperarle, altrimenti non avrai neppure i beni fondamentali.
Questo retroterra dell’apparente benessere peruviano emerge anche dai dati Pisa, il test internazionale che verifica le competenze raggiunte dagli studenti di matematica, scienze e lettere, che nel 2013 ha classificato il livello di apprendimento andino all’ultimo posto, dopo che il Perù è arrivato ultimo in tutte le prove Pisa.
di Adriana Paolini
Linkografia:
http://www.gatopardo.com/ReportajesGP.php?R=257
Internazionale – 5/11 Dicembre 2014