<<L’iniziazione vera e propria dei prigionieri aveva luogo di solito durante il trasporto dalla prigione locale al campo. Se la distanza era breve, il trasporto veniva rallentato per disporre di un tempo abbastanza lungo per spezzare il morale dei prigionieri.
Durante il trasporto iniziale, infatti, questi erano sottoposti a una tortura quasi continua.
La natura dei maltrattamenti dipendeva dal capriccio della SS incaricata di accompagnarli.
Tutte le SS avevano però una linea di condotta ben definita. Le punizioni fisiche consistevano in frustate, calci (all’addome e all’inguine), schiaffi, ferite, con armi da fuoco o con la baionetta. A questi maltrattamenti esse alternavano espedienti volti a produrre un esaurimento totale. Per esempio costringevano i prigionieri a fissare per ore intere una luce accecante, a stare in ginocchio e così via.
Di quando in quando qualcuno veniva ucciso, nessuno però poteva curare le ferite proprie o altrui.
Le guardie costringevano i prigionieri a colpirsi l’un l’altro e a profanare ciò che esse ritenevano avesse per loro particolare valore.
Erano costretti a bestemmiare il loro Dio, ad attribuire a se stessi o ad altri le azioni più abbiette, ad accusare di adulterio e prostituzione la moglie.
Non ho incontrato un solo prigioniero che non avesse subito tale iniziazione, che durava almeno dodici ore, e in generale molto di più.
Finché non era terminata, ogni disubbedienza a qualsiasi ordine, come rifiutarsi di schiaffeggiare un compagno oppure portare aiuto a un prigioniero torturato, era considerata un atto di ribellione e punita seduta stante con la morte.
Lo scopo di questi maltrattamenti massicci era di traumatizzare i prigionieri e di spezzare la loro capacità di resistenza al fine di modificare almeno il loro comportamento, se non la loro personalità.
Ne era una prova evidente il fatto che le torture diventavano sempre meno violente man mano che i prigionieri cessavano di resistere e cominciavano a obbedire prontamente a qualsiasi ordine delle SS, anche al più offensivo.
Senza alcun dubbio questa iniziazione faceva parte di un piano coerente prestabilito.>>
di Bruno Bettelheim
Bettelheim fu rinchiuso nel 1938, prima a Dachau e poi a Buchenwald.
Il brano sopra riportato è stato estratto dal suo libro “Il cuore vigile”.