Gli scienziati affermano di aver trovato le impronte più antiche del mondo, appartenenti a un animale misterioso vissuto 550 milioni di anni fa.
Shuhai Xiao, un geobiologo della Virginia Tech University negli Stati Uniti, ha dichiarato al quotidiano britannico: «Gli animali usano le appendici per spostarsi, per costruire i loro rifugi, per combattere, per nutrirsi e, talvolta, per favorire l’accoppiamento. È importante sapere quando sono apparse le prime appendici e in quali animali, perché questo può dirci quando e come gli animali iniziarono a cambiare sulla Terra in un modo specifico». Ha detto inoltre che le tracce, larghe solo pochi millimetri, sono state individuate inclinando le lastre di roccia secondo angolazioni diverse. «La sfida è stata ottenere l’illuminazione giusta che permettesse di vedere i fossili stagliarsi sullo sfondo, visto il loro rilievo poco profondo».
Si ritiene che gli animali con appendici a simmetria bilaterale siano apparsi durante l’esplosione del Cambriano, ossia il periodo in cui elementi come teste, code e zampe hanno cominciato a svilupparsi. Lo studio suggerisce che la loro origine può essere rintracciabile ancora più indietro nel tempo, circa 10 milioni di anni prima. Prima di queste scoperte, non erano state rinvenute prove di animali provvisti di zampe che precedessero l’esplosione del Cambriano.
Secondo i ricercatori, le tracce sono state lasciate da un antenato primitivo degli odierni insetti o vermi, di cui però non si sà quale fosse il suo aspetto, perché finora non era stato scoperto nulla di così antico provvisto di zampe.
In definitiva, lo studio non fornisce informazioni sufficienti per determinare a quale tipo di animale appartenessero le impronte, visto che neanche i fossili del corpo di questi animali sono stati trovati: il gruppo ritiene che tali resti potrebbero non essersi conservati.
Tuttavia è un importante passo verso la comprensione della storia evolutiva.