Se la politica pubblica sarà appropriata, la produzione energetica della Turchia, per le aree urbane, potrebbe essere basata al 100% su fonti rinnovabili entro i prossimi 30 anni.
Questa è l’opinione di Baha Kuban, consulente senior presso Demir Enerji a Istanbul, una società di ingegneria specializzata in soluzioni energetiche. Baha è stato attivamente coinvolto in questioni di energie rinnovabili, energia elettrica, particolarmente da solare, ed è membro fondatore della Piattaforma Nazionale Fotovoltaica della Turchia.
L’efficienza energetica è una sfida globale e riguarda quindi anche la Turchia.
Una peculiarità delle città turche è il loro altissimo tasso di crescita demografica: tra 200 e 250.000 persone migrano a Istanbul dalle campagne ogni anno. Questo è un fenomeno relativamente recente, che è iniziato negli anni ottanta. Circa l’80% della popolazione turca vive ora in città.
I consigli comunali stanno lottando per fornire servizi, anche di base, come l’acqua potabile e la raccolta dei rifiuti. L’efficienza energetica negli edifici ha quindi bisogno di un sacco di soldi, oltre a una certa priorità nell’ordine del giorno dell’agenda politica.
L’approvvigionamento energetico, in Turchia, è regolamentato in modo specifico. Le risorse energetiche sono state privatizzate a metà degli anni novanta. L’alimentazione era prerogativa del governo centrale, e solo di recente l’amministrazione locale è stata coinvolta nella produzione e nella distribuzione d’energia. Tuttavia il governo centrale rimane in carica per le politiche di efficienza energetica, per la regolamentazione del settore e per gli incentivi da assegnare alle parti interessate.
La maggior parte delle leggi sull’efficienza energetica sono state redatte e implementate grazie alla candidatura nell’Unione Europea. Con il 90% della sua energia proveniente da carbone e gas naturale, la Turchia è eccessivamente dipendente da combustibili fossili.
Sono state fatte alcune incursioni per l’eolico, ma non è niente rispetto al potenziale del Paese. La Turchia è fortemente dotata di fonti di energia rinnovabili. Secondo molti studi, la produzione di energia in Turchia potrebbe essere basata quasi al 100% su fonti rinnovabili: eolica, solare, geotermica, idroelettrica. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto in 30 anni, ma, naturalmente, dipende da quale politica farà il governo.
L’uso di collettori solari è molto diffusa in Turchia. L’industria manifatturiera locale esistente mantiene i prezzi piuttosto bassi. La capacità di installazione per i collettori solari è al secondo posto nel mondo, dopo la Cina.
Quali sono le difficoltà e gli ostacoli nel convertire le città a basso consumo energetico ed emissioni a tasso zero?
Un problema enorme è che consigli comunali sono principalmente interessati a soddisfare le esigenze di base di una popolazione in crescita. Tuttavia, esistono diverse opportunità. Per esempio, la legge di trasformazione urbana consente al governo locale di demolire gli edifici vecchi e pericolosi delle città, e costruire più distretti ad alta efficienza energetica. Questo meccanismo è molto utile per trasformare il consumo energetico urbano in sostenibile.
Il rovescio della medaglia è il rischio che questo meccanismo possa favorire un maggior reddito per il governo e i costruttori locali. Questo perché essi possono scegliere di concentrarsi maggiormente sugli edifici da demolire nei distretti più ricchi, e sull’uso dell’immobiliare pubblico, costruendo nuove aree in relazione alle preziose cinture di aree verdi. Ma nel complesso, il piano di trasformazione urbana è una mossa positiva e ha un forte sostegno da parte del mercato finanziario.
I cittadini sono pronti a cooperare per ridurre le emissioni di carbonio e il consumo di energia?
E’ difficile da stabilire, i cittadini non sono omogenei! Le classi medie, con alti redditi, sono più disponibili. Sono loro in particolare quelli che stanno maggiormente godendo dei benefici della società dei consumi e sono sempre loro quelli che riempiono i centri commerciali. Non vogliono sentir parlare di cambiamenti climatici e sono impermeabili alla retorica.
L’uso delle auto è incoraggiato dallo stesso governo che fa pagare il carburante parecchio, e sul cui prezzo trattiene oltre il 60% di tasse. Nel complesso, le dinamiche economiche non sono orientate verso lo sviluppo di soluzioni a basso consumo di carbonio. Occorrerà persuadere sia le amministrazioni locali sia i cittadini che vivono in città, che non basta andare a spasso in auto, ma anche a piedi, in una bella zona pedonale verde. E’ un compito culturale difficile, che potrebbe dare i primi risultati nella prossima generazione.
Sarà possibile sostituire gradualmente i combustibili fossili?
La politica del governo è più incline a usare i combustibili fossili, il che significa che fa maggior affidamento sulle risorse locali come il carbone, invece di petrolio o gas naturale, che devono essere importati. Il governo prevede anche di costruire altre 80 centrali a carbone, che sono enormi emettitori di carbonio.
Per contrastare queste dinamiche, i consigli comunali farebbero bene a mettersi in proprio, quali aziende di produzione di energia da fonti rinnovabili: riscaldamento centralizzato utilizzando biomasse o raffreddamento solare assistito, soprattutto in estate, quando ci sono le interruzioni di corrente a causa di un uso eccessivo dei sistemi di climatizzazione.
La raccolta rifiuti non è adeguata, ma ci sono molte città in cui questa risorsa viene utilizzata per la produzione di energia. Bursa, Antalya, Izmir e Istanbul sono tra queste. Così, le opportunità abbondano, il costo delle rinnovabili sta scendendo e la mentalità sta cambiando. Servono amministrazioni locali pionieristiche, in grado di rompere tutte le regole e iniziare a costruire sistemi di approvvigionamento energetico a basse emissioni per le popolazioni urbane dei propri distretti.
Quali sono le sfide infrastrutturali delle città turche?
L’infrastruttura è un grande buco nero in Turchia ed è una prerogativa del governo centrale. Si tratta di grandi progetti che hanno bisogno di un sacco di soldi. Purtroppo, il governo locale non ha abbastanza immaginazione per fornire infrastrutture a basso consumo di carbonio.
Essi sono alla ricerca di soluzioni, ma la loro mentalità è di un’altra epoca. Se potessero guardare solo un po’ più in là, si renderebbero conto che molte soluzioni energetiche convenienti sono in realtà a portata di mano.
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