Atto 2°: Ginevra – Nazioni Unite, dal 2 al 13 Maggio 2016
Verso un “risveglio” dei popoli ?
Questa seconda sessione dell’« Open-Ended Working Group », l’attuale Gruppo di lavoro in seno alle Nazioni Unite, votato da 138 Stati ed aperto non solo a tutti i 195 Stati dell’ONU, ma anche alle ONG (Organizzazioni Non Governative: associazioni e
movimenti di attivisti per il Disarmo, Croce Rossa Internazionale, Delegazioni delle varie Chiese, ecc.) ha visto in crescendo, non solo in numero, ma anche e soprattutto in rilevanza, gli interventi delle Delegazioni degli Stati non dotati di Armi Nucleari e delle ONG rappresentanti della Società civile, vale a dire di coloro che in passato avevano ben poca voce in capitolo.
Il confronto tra la posizione, maggioritaria, degli Stati non-dotati, sostenuta anche dalle ONG, con quella degli Stati alleati degli Stati dotati di Armi Nucleari, già ben abbozzato nella Sessione di Febbraio, si è confermato, ampliato e sostanziato di argomentazioni più articolate e incisive. Da un lato, la posizione di chi intende, secondo la finalità principale e costitutiva di questo OEWG (*), procedere decisamente verso un Trattato di Interdizione delle Armi Nucleari, rendendole in tal modo illegali, e dall’altro la posizione di chi intende mantenere un processo “step by step” or “block by block” verso un disarmo senza alcuna data prevista né prevedibile. Un’eccezione notevole è stata quella dei Paesi Bassi (uno dei 5 Stati che ospitano delle bombe nucleari USA nel quadro della NATO) che, seguendo una forte raccomandazione del suo Parlamento (a sua volta molto sostenuto dalla sociétà civile), ha espresso un’adesione di principio alla possibilità di arrivare ad un Trattato di Interdizione delle armi nucleari !
Ecco, in breve gli argomenti avanzati dall’una e dall’altra parte:
– Da parte degli stati dotati, attraverso i loro alleati (Australia, Belgio, Bulgaria, Canada, Estonia, Finlandia, Germania, Giappone, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Spagna, Ungheria) “niente di essenzialmente nuovo sotto il sole”; ecco comunque gli argomenti avanzati : un Trattato di Interdizione della Armi Nucleari promulgato nel 2017 sarebbe prematuro, dovrebbe invece intervenire piuttosto alla fine del processo di disarmo. Un trattato cosi’ “prematuro”, stigmatizzando le attuali Potenze Nucleari le irriterebbe producendo in tal modo un effetto negativo sul corso delle trattative “step by step” (il problema è che sovente questi “steps”, questi passi, sono fatti in direzione opposta a quella del disarmo, soprattutto attraverso la continua modernizzazione degli armamenti!); inoltre perturberebbe la “stabilità geopolitica” attuale (mi chiedo: dove riescono a vedere una tale “stabilità” nel mondo attuale?!). Quindi, la loro proposta è di dar seguito soltanto alla seconda finalità dell’OEWG (**) con il proseguimento di iniziative già in corso da lungo tempo: accrescere la trasparenza sugli armamenti nucleari esistenti, diminuire il rischio di esplosioni nucleari accidentali, per errore, non autorizzate o volontarie, una migliore comprensione delle conseguenze umanitarie di tali esplosioni, ecc. Inoltre, finalizzare i Trattati specifici già in corso di negoziato o di ratificazione: CTBT (Comprehensive Test-Ban Treaty), FMCT (Fissile Material Cut-off Treaty), New START (New Strategic Arms Reduction Treaty, tra USA e Russia).
– Da parte degli stati non-dotati (Messico, Austria, SudAfrica, Cuba, Costa Rica, Malesia, Brasile, Equador, Irlanda, ecc, ecc, ecc) è stato fortemente sottolineato e denunciato lo stato di stallo, soprattutto negli ultimi vent’anni, nel processo di disarmo nucleare: in particolare l’inazione della Conferenza permanente per il Disarmo a Ginevra, dove ogni iniziativa viene sistematicamente bloccata dai meccanismi di “veto” di cui dispongono gli Stati dotati di Armi Nucleari ed inoltre il fallimento clamoroso dell’ultima Conferenza di revisione del TNP (Trattato di Non Proliferazione), nel 2015 a New York.
In altre parole: i 5 Stati “dotati” (USA, Russia, UK, Francia e Cina) facenti parte del TNP sono, da 45 anni a questa parte, sempre più in stato di violazione dell’Articolo VI del TNP che li obbliga a negoziare “in buona fede” un processo di disarmo in tempi brevi, anche se non ne indica esplicitamente una “road-map” precisa. Quanto agli altri 4 Stati dotati non aventi parte al TNP (India, Pakistan, Israele e Corea del Nord) ovviamente non sono tenuti al rispetto di questo Articolo VI del TNP.
Il solo modo per sbloccare questa situazione, secondo la maggior parte degli Stati “non-dotati”, è quindi quello di procedere rapidamente verso un Trattato Internazionale di Interdizione delle Armi Nucleari, che, una volta proclamato, anche senza l’adesione (almeno in un primo tempo) degli “Stati dotati”, avrebbe come effetto importante quello di stigmatizzare, rendendole illegali, queste armi ed i loro possessori. Cio’ creerebbe chiaramente un nuovo quadro, nettamente più favorevole per negoziare una successiva Convenzione per l’eliminazione totale e controllata delle Armi Nucleari. Cio’ avrebbe anche un impatto notevole sull’opinione pubblica dei vari Paesi, dotati e non-dotati, la cui “pressione” permetterebbe di accelerare l’intero processo di disarmo Nucleare.
Il modello per questo tipo di processo è costituito da quanto è già avvenuto per gli altri due tipi di armi di distruzione di massa: le armi chimiche e quelle batteriologiche.
Per parte mia, sono intervenuto in questa seconda sessione dell’OEWG, a nome della rete associativa “Armes Nucléaires STOP” (a sua volta membro della vasta Campagna ICAN-International Campaign for the Abolition of Nuclear Weapons) per invitare gli Stati alleati degli Stati dotati di armi nucleari a diventare anche nostri alleati, in modo che, insieme, si possa spiegare agli “Stati dotati” di armi nucleari, che queste armi mostruose non possono in alcun modo garantire la loro sicurezza. Infatti, dall’inizio dell’Era Nucleare è diventato impossibile garantire la sicurezza di un determinato Stato con la minaccia rivolta ad altri Stati. Nel mondo attuale rimangono quindi solo due scenari possibili: o la sicurezza è garantita per tutti gli Stati oppure non vi è sicurezza per nessuno degli Stati, ed è appunto questa l’attuale situazione nel mondo!
In altre parole: ogni forza di dissuasione nucleare è in realtà un’illusione, ed un’illusione che puo’ ad ogni momento tradursi in un suicidio di massa; essa è inoltre un potente motore di proliferazione nucleare.
È quindi gran tempo perché tutti gli Stati dotati di armi nucleari, qualunque siano le eventuali tensioni esistenti fra di loro, si siedano intorno a un tavolo per cominciare a negoziare un disarmo nucleare che deve essere completo, rapido ed irreversibile. Ora la proclamazione di un Trattato Internazionale di Interdizione delle Armi Nucleari non puo’ che favorire un tale processo.
In effetti, non c’è più tempo da perdere: noi siamo già “a 3 minuti dalla mezzanotte” vale a dire dall’ “Apocalisse”, il simbolo utilizzato dagli Scienziati Atomici, come nei momenti peggiori della Guerra fredda, e la situazione sta attualmente peggiorando ogni giorno, principalmente a causa della continua modernizzazione di queste armi terrificanti e dell’aumentare delle tensioni nel mondo, in prospettiva ancor più aggravate dai noti problemi climatici. E noi siamo tutti nella stessa barca, per non dire nella stessa “galera”!
In conclusione, occorre quindi sperare che il processo in atto in questo Gruppo di lavoro in seno alle Nazioni Unite, dalle caratteristiche inedite, possa realmente portare alla formulazione e all’entrata in vigore di un Trattato Internazionale di Interdizione delle Armi Nucleari, premessa indispensabile per una Convenzione di eliminazione effettiva, totale e irreversibile di queste armi, le più terrificanti fra tutte le armi di distruzione di massa.
Ma … non basta sperare, occorre anche il contributo di tutti a questo processo indispensabile alla sopravvivenza stessa dell’Umanità: ognuno di noi in effetti puo’ e deve contribuirvi sensibilizzando famigliari, amici, colleghi e conoscenti, nonché gli ambiti associativi a carattere umanitario, sino ai parlamentari che ci rappresentano … In effetti, la pressione dell’opinione pubblica sarà indispensabile per ottenere dai Governi le decisioni necessarie, e sovente non facili da prendere, per arrivare realmente ad un mondo senza armi nucleari. In altre parole, occorre a questo fine un vero “risveglio” dei popoli!
di Luigi Mosca
(Armes Nucléaires STOP)
Note
(1) La terza sessione dell’OEWG avrà luogo nel corso del prossimo mese di Agosto, sempre alle Nazioni Unite a Ginevra: si tratterà allora di formulare la Raccomandazione definitiva da trasmettere alla prossima Assemblea Generale dell’ONU che si riunirà a New York nel prossimo autunno e che dovrà procedere ad un voto finale sul contenuto di questa Raccomandazione entro il mese di Dicembre.
(*) « Substantively address concrete effective legal mesures, legal provisions and norms that would need to be concluded to attain and and maintain a world without nuclear weapons » (Proporre delle misure legali effettive e concrete, delle disposizioni legali e delle norme che sarebbe necessario adottare per raggiungere un mondo senza armi nucleari).
(**) « also substantively address recommendations on other measures that could contribute to taking forward multilateral nuclear disarmament negotiations, including but not limited to :
- transparency measures related to the risks associated with existing nuclear weapons;
- measures to reduce and eliminate the risk of accidental, mistaken, unauthorized or intentional nuclear weapon detonations; and
- additional measures to increase awareness and understanding of the complexity of and interrelationship between the wide range of humanitarian consequences that would result from any nuclear détonation »
(Inoltre, proporre delle raccomandazioni su altre misure che potrebbero contribuire a far progredire i negoziati multilaterali sul disarmo nucleare, che includano, senza che cio’ sia limitativo:
- misure di trasparenza relative ai rischi associati alle armi nucleari esistenti
- misure per ridurre ed eliminare il rischio di esplosioni accidentali, per errore, non autorizzate o intenzionali di armi nucleari
- misure aggiuntive per aumentare la consapevolezza e la comprensione della complessità e della interdipendenza tra la vasta gamma delle conseguenze umanitarie che risulterebbero da una qualsiasi esplosione nucleare).