Categoria | Scienza e Tecnologia

La primogenitura perde lo scranno.

Pubblicato il 13 gennaio 2016 da redazione

Fratelli

 

L’ordine in cui si nasce è una delle esperienze umane più diffuse e che viene universalmente riconosciuto come fattore determinate per  stabilire, assegnare o decretare, in maniera del tutto arbitraria, il grado di intelligenza di un individuo e una serie di altre caratteristiche come la bellezza, il senso di responsabilità, il grado di socievolezza, la stabilità emotiva e la disponibilità e la capacità nel saper affrontare nuove esperienze.

Il dibattito su come l’ordine in cui si nasce influenzi la personalità ha impegnato, negli  ultimi 100 anni, sia il grande pubblico sia la comunità scientifica. Eppure, nonostante il flusso della ricerca si sia mantenuto costante, i risultati a tutt’oggi sono inconcludenti e controversi.

L’anno scorso, due pubblicazioni scientifiche dimostrano, infatti, in modo definitivo come l’ordine di nascita abbia poco o addirritura nessun effetto sostanziale sulla personalità.

Nel primo studio viene preso in esame un campione molto grande di casi e relazioni famigliari, e la relazione media tra gli stessi si discosta di 0,02.

Nella seconda pubblicazione viene, invece, studiato il legame tra l’ordine di nascita e la personalità comparando tre macrocampioni presi da Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania. Anche in questo caso i risultati dimostrano che l’ordine di nascita non ha alcun effetto sulla personalità, ad eccezione dell’intelligenza che per i primogeniti raggiunge punteggi solo leggermente più alti.

Se quindi si confrontano i due studi si conclude che l’ordine di nascita ha poca o nessuna relazione sostanziale nello sviluppo della personalità e solo una minima relazione nello sviluppo dell’intelligenza.

Sulla base di questi risultati, ci si potrebbe chiedere perché i risultati precedenti siano stati inconcludenti. Per rispondere a questa domanda, è indispensabile comprendere lo stato attuale della ricerca.

Nel corso degli ultimi vent’anni, centinaia di studi hanno prodotto ampie statistiche sui tratti della personalità in relazione all’ordine di nascita, dando sempre come risultato un fattore di dipendenza compreso in un intervallo fra 0,40 e 0. Una possibile spiegazione di questi risultati inconsistenti andrebbe ricercata nell’uso pervasivo di modelli di studio sottodimensionati che utilizzavano campioni di popolazione non rappresentativi.

Per quanto riguarda il legame tra ordine di nascita e intelligenza, i risultati sono molto più coerenti, grazie ai macro campioni utilizzati, certamente più rappresentativi. Lo studio, per esempio, che utilizza i tre macrocampioni riferiti a tre paesi include anche fattori legati all’alimentazione. Un altro fattore emerso dal confronto tra famiglie diverse è che i genitori di quelle più ricche e istruite tendono ad avere meno figli, e fra questi i primogeniti tendono ad essere sovrarappresentati.

 

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Lady Diana con il primogenito William, duca di Cambridge e secondo in linea di successione al trono del Regno Unito. Al suo fianco il principe Carlo.

Pertanto, qualsiasi serio tentativo di sperimentare effetti sulla personalità dipendenti dall’ordine di nascita, in famiglie più dinamiche in cui un bambino più facilmente riceve il massimo degli investimenti da parte dei suoi genitori, tenderà  a essere inquinato da fattori estranei al momento della nascita. Anche gli studi che finora hanno testato tutti fratelli di una stessa famiglia nello stesso momento, non hanno tenuto conto che il primogenito essendo più vecchio, al momento della valutazione, non era più intelligente ma semplicemente più consapevole perché appunto più vecchio.

Un dato importante, invece, è che i risultati non hanno mostrato fattori dipendenti dalla differenza di sesso.

Si è, così, concluso che l’ordine di nascita non è un fattore importante per lo sviluppo della personalità ne per quello dell’intelligenza.

L’importanza data finora all’ordine di nascita resta solo un’idea che probabilmente non verrà mai del tutto abbandonata e che è radicata in secoli e secoli di storia e di primogeniture, che hanno sempre assegnato maggior capacità ai figli maggiori, semplicemente basandosi sui diversi comportamenti di questi rispetto ai modi di agire di quelli più giovani. Facilmente ci sarà sempre la tendenza a pensare che esistano effetti sulla personalità che dipendono dall’ordine di nascita, perché gli stessi saranno confusi con aspetti che dipendono in realtà dalle differenze di età.

Per i figli minori non resta che appellarsi allora all’evidenza scientifica, che suggerisce con forza che l’ordine di nascita ha poca o nessuna relazione sostanziale con lo sviluppo della personalità ne tanto meno con quello dell’intelligenza.

di Adriana Paolini

 

Linkografia:

Ordine di nascita e personalità

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