Joushua Slocum, vissuto a cavallo tra fine 1800 e inizi 1900, è stato un grande uomo di mare poiché è stato il primo ad aver effettuato il giro del mondo in solitario a bordo di una barca.
Originario della Nuova Scozia, negli Stati Uniti, fu sempre attratto dal mare, tanto da imbarcarsi come cuoco su un peschereccio. Nel 1860, a 16 anni, lasciò la sua casa per arruolarsi su una nave mercantile, dove fu preso sotto l’ala protettiva del capitano, che gli insegnò tutto ciò che sapeva sul mare, sulla navigazione, sull’astronomia e sul carteggio. Due anni dopo Joshua era già secondo ufficiale, mentre a 25 anni divenne comandante su una goletta.
Quando si trasferì a San Francisco, gli venne affidata la Washington, che però ebbe un incidente nel 1971 e finì contro gli scogli dell’Alaska, ma il comportamento coraggioso del capitano spinse i proprietari della nave ad affidargliene un’altra, la Constitution, con la quale navigò tra le Hawaii e il Messico. Dopo la Constitution fu la volta della nave mercantile Benjamin Aymar, che però fu venduta durante uno dei viaggi, lasciando Slocum senza lavoro. Il grande uomo di mare non si diede per vinto, poiché aveva una famiglia a carico, così assunse alcuni operai e costruì una nave a vapore nelle Filippine, ricevendo, come pagamento parziale, uno schooner Pato, che utilizzò per rientrare a San Francisco. I soldi che guadagnò noleggiando ad altre persone il Pato allo scopo di trasportare merci tra l’America e le Hawaii gli assicurò la tranquillità economica, che gli permise di dedicarsi alla scrittura di articoli per il San Francisco Bee.
Successivamente, tra il 1882 e il 1884, Slocum fu comandante e secondo proprietario della Northern Light, vendendo qualche anno dopo la sua parte per acquistare l’Aquidneck, un brigantino con il quale navigò fino al 1887, quando, la nave si incagliò in un fondale sabbioso e affondò, portandosi con sé tutti gli averi di Slocum ma fortunatamente senza vittime.
Dopo questo evento Joshua costruì la Liberdade, un’imbarcazione la cui struttura era un incrocio tra un dory e un sampan giapponese, che utilizzava un tipo di velatura cinese, tipica della giunche.
Il nome della nave venne dato in ricordo della libertà degli schiavi in Brasile, e a testimonianza di ciò la nave fu varata lo stesso giorno della loro emancipazione. In questi anni iniziarono a viaggiare per mare le prime navi a vapore, così si concluse la carriera professionale di Slocum che si diede alla scrittura, scrivendo e autofinanziando, purtroppo senza successo, il libro Viaggio della Liberdade.
Negli anni successivi lavorò come maestro d’ascia, e nel 1892 ebbe inizio la storia del leggendario Spray. Slocum infatti ricevette un’offerta da un vecchio comandante, che gli regalava il suo sloop in disarmo. Slocum accettò e invece di una barca si ritrovò un relitto del 1801, ma decise di ricostruirlo completamente.
Durante la ricostruzione dello Spray scrisse anche un secondo libro, pubblicato nel 1893, Voyage of the Destroyer from New York to Brazil.
Quando lo Spray fu inaugurato, il primo viaggio di varo venne fatto da Slocum assieme al Capitano Pierce, puntando verso il Massachusetts.
La sera del 24 Aprile 1895 Slocum partì con la sua nave da Boston senza una meta, e tre anni e due mesi dopo, il 27 Giugno 1898, dopo aver attraversato 46.000 miglia da solo, attraccò a Newport, dopo aver circumnavigato il globo da est a ovest, attraversando lo stretto di Magellano e la Terra del Fuoco. Disse lui stesso riguardo a questa esperienza: “Sentivo che non sarei potuto tornare indietro e che stavo per intraprendere un’avventura il cui significato mi era completamente chiaro”.
Durante il suo viaggio, evitò di passare dal Mar Rosso per sfuggire ai pirati, ma li incontrò, fortunatamente senza conseguenze, circa 20 giorni dopo la sua partenza da Gibilterra mentre passava lungo le coste africane. Ebbe non pochi problemi anche nei pressi dello stretto di Magellano, dove gli indigeni locali cercarono diverse volte di introdursi nella sua nave per impadronirsene.
Una volta che fu tornato negli Stati Uniti scrisse un terzo libro, intitolato Solo, intorno al mondo, che data la sua fama grazie all’impresa appena compiuta, ebbe molto successo e gli permise di acquistare la sua prima casa sulla terraferma.
Purtroppo il viaggio del 1909 compiuto da Slocum gli fu fatale. All’età di 65 anni Joshua salpò con lo Spray diretto verso le Indie Occidentali, ma non arrivò mai. E nessuno ritrovò nè lui nè la sua barca. La data ufficiale della sua morte è stata fissata il 14 Novembre 1909, ovvero quella della sua scomparsa, quando lasciò per l’ultima volta il porto di Vineyard Haven, in Massachusetts.
Slocum rimase comunque nella storia poiché fu il primo a compiere un’impresa di questo genere. All’epoca infatti, nessuno era mai andato in mare per diletto, ma solo ed esclusivamente per lavoro, quindi pensare di navigare in solitario, e a maggior ragione compiere una circumnavigazione del pianeta, era impensabile. Non esisteva nessun ausilio alla navigazione, ma Slocum, malgrado non sapesse nuotare, decise di compiere quest’impresa ugualmente.
Si dice che durante i suoi viaggi, quando c’erano i lunghi, comunque rari, momenti di calma, Joshua venisse pervaso da una sensazione di isolamento che non lo abbandonava più, così ad un certo punto iniziava a dare ordini a voce alta o a parlare al timone, per paura di perdere l’uso della parola.
Amava il mare mosso perchè lo esaltava, diceva lui stesso sulle onde:“sollevavano per aria la barca e passavano rapidamente sotto la chiglia. Questo si che era navigare!” e spesso raccontava di essersi fatto aiutare, nei momenti difficili, nientemeno che dal fantasma del pilota della Pinta di Cristoforo Colombo!
di Francesca Pich
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