Ramadan in arabo significa letteralmente “ mese torrido” e corrisponde al nono mese del calendario islamico. Poichè quest’ultimo è legato ai movimenti lunari, il Ramadan non ha uno specifico corrispettivo nel calendario solare, ma varia di anno in anno, anticipando la sua data di inizio di circa 11 giorni rispetto agli anni solari.
Il periodo di Ramadan è sacro poiché è “Il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza” (Sura II, v. 185). Tale ricorrenza è legata alla sacralità del mese durante il quale infatti, secondo il sopracitato testo sacro, Maometto ricevette una rivelazione dall’Arcangelo Gabriele.
Purificarsi
Durante una delle ultime notti del Ramadan, detta “Lailatu l-Qadr”, le porte del cielo sono maggiormente dischiuse e, per questo motivo, tale periodo assume il significato di un mese di purificazione in cui si digiuna per amore del Dio Allah, si compiono buone azioni e si persegue l’autocontrollo. E’ nello stesso momento inoltre che si domanda il perdono di Dio per i peccati commessi e ci si fa guidare dalla sua misericordia affinchè aiuti l’uomo ad astenersi dalle azioni malevole della quotidianità.
Digiunare
Nel mese di Ramadan il Corano stabilisce l’obbligo del digiuno dalle prime luci dell’alba sino al tramonto del sole. Durante questo periodo è concesso un pasto leggero e povero prima del sorgere del sole che permetta di affrontare la giornata. Quest’ultimo prende il nome di suhur.
Il digiuno ha più che altro un significato spirituale e comprende l’astensione, oltre che dal cibo, anche da atti sessuali, cattivi pensieri e azioni. Lo scopo di questo mese è quello di rinunciare e quindi liberarsi da tutto ciò che nel mondo sia corrotto e corruttibile, non è quindi concesso ingerire qualunque prodotto possa essere gradevole e piacevole ai sensi umani e, pertanto, è vietato non solo mangiare e bere durante il giorno, ma anche fumare e profumarsi poiché, in entrambi i casi, si trarrebbe un godimento illecito da queste azioni. Non bisogna inoltre litigare, calunniare o mentire, quindi commettere qualunque azione che possa provocare un effetto negativo sul prossimo. La rinuncia al cibo e all’acqua è estesa a tutti i musulmani, ma alcune categorie vengono esentate. Queste comprendono: persone anziane e bambini che non hanno ancora raggiunto l’età puberale, donne in periodo mestruale o puerperio, in gravidanza o durante il periodo dell’allattamento, malati di mente o malati cronici e viaggiatori. Per quest’ultima categoria è possibile rimandare il periodo di astinenza una volta terminata la permanenza lontana da casa.
Niyyah: intenzione
Il digiuno, per essere valido, deve essere preceduto dalla niyyah che significa “intenzione” e deve essere pronunciata prima dell’alba. Solo dopo il tramonto del sole è possibile rompere l’astinenza e anche l’interruzione avviene in seguito alla recita di una breve preghiera. Durante questo intervallo di tempo è concesso bere acqua e interrompere il digiuno mangiando alcuni datteri. Infine, dopo la preghiera della sera ne viene pronunciata un’altra nella notte che prende il nome di Tarawih ed è più lunga di quella precedente.
Rompere il digiuno
Per quanto riguarda la rottura del digiuno, questa non comporta alcuna sanzione se è avvenuta in modo inconsapevole purché si riprenda a rispettarla non appena presa coscienza dell’atto compiuto. Nel caso in cui invece l’interruzione dell’astinenza sia consapevole o volontaria, questa andrebbe riscattata attraverso l’offerta di un pasto a sessanta musulmani bisognosi o pagandone il corrispettivo in denaro. Nel caso queste due condizioni vengano trasgredite sarebbe necessario invece compiere un digiuno della durata di sessanta giorni.
Il Ramadan e la Quaresima cristiana
Il Ramadan è infatti un mese di carità nel quale ogni musulmano deve condividere i propri beni con gli atri bisognosi. Il Ramadan musulmano potrebbe essere paragonato alla Quaresima cristiana: un mese nel quale viene ricercata l’elevazione spirituale attraverso il sacrificio del corpo, dei beni materiali. Il senso è però diverso e distinto: il digiuno cristiano è infatti legato all’esperienza vissuta dagli Ebrei nel deserto, senza cibo e acqua dovendo affrontare gli ostacoli della natura con il solo aiuto della guida di Dio.
Diversamente invece il Ramadan non rievoca alcun evento specifico, ma è vissuto come un mezzo attraverso il quale manifestare la propria sottomissione alla volontà di Dio, la fiducia, la speranza e l’obbedienza alla parola di Allah da parte dei fedeli musulmani.
di Alessandra Genta
Linkografia
http://it.wikipedia.org/wiki/Ramadan
http://www.sufi.it/islam/ramadan.htm
http://www.settemuse.it/costume/storia_del_ramadan.htm