I ricercatori hanno scoperto che uccelli canterini, pappagalli e diverse altre specie di uccelli possono avere un numero pari, e a volte superiore, di neuroni nei loro cervelli rispetto ai mammiferi, inclusi i primati.
Alcuni uccelli eccellono in compiti che si ritiene richiedano un “pensiero avanzato”, come ad esempio fare piani per il futuro, usare strumenti, la capacità di contare e il riconoscersi negli specchi. Nonostante le dimensioni ridotte del loro cervello, questi uccelli sono in grado affrontare queste sfide a un livello pari o superiore alla capacità di risoluzione dei problemi messe in campo dai primati. In passato, gli scienziati avevano suggerito che il cervello degli uccelli fosse collegato in un modo completamente diverso dai primati, una teoria che è stata confutata due anni fa da uno studio che ha esaminato i cervelli dei piccioni.
Un team di scienziati dell’Università Carolina di Praga e della Vanderbilt University a Nashville, nel Tennessee, potrebbe avere trovato una risposta: il team ha studiato 28 specie di uccelli e ha scoperto che gli uccelli canterini e i pappagalli possono disporre di una quantità pari o superiore di neuroni ammassati nei loro cervelli (specificamente nella regione del prosencefalo associata con attività più complesse) rispetto a quelle dei mammiferi. Si ritiene che questi minuscoli neuroni densamente ammassati e altamente connessi forniscano agli uccelli delle abilità cognitive che potrebbero eccedere di molto le aspettative e persino superare la capacità di primati dotati di cervelli con dimensioni simili. In sintesi, i ricercatori suggeriscono che i cervelli degli uccelli sarebbero in grado fornire una capacità cognitiva molto superiore per unità di massa rispetto ai cervelli dei mammiferi.
La squadra di ricerca ha comprato o catturato una varietà di uccelli, che spaziava dallo storno al diamante mandarino, dalla taccola al parrocchetto, e ha iniziato a esaminare le strutture dei loro cervelli. Dopo aver rimosso i cervelli, gli scienziati si sono concentrati sul pallium, una struttura nei cervelli degli uccelli che è analoga alla corteccia cerebrale dei mammiferi. Nei mammiferi, i neuroni più grandi aiutano a connettere le regioni del cervello lontane, ma a discapito della densità. Gli uccelli aggirano questo compromesso tenendo la maggior parte dei loro neuroni vicini tra loro e facendo crescere un numero ridotto di neuroni più grandi per gestire le comunicazioni a lunga distanza.
Il cervello del pappagallo ara non è più grande di una noce, ma esso ha più neuroni nel prosencefalo, che è cruciale per il comportamento intelligente, rispetto al macaco che ha un cervello grande quanto un limone. Sia il cacatua ciuffogiallo che il galagone hanno dei cervelli che pesano all’incirca 10g, ma il cacatua ha due miliardi di neuroni nel suo cervello, il doppio rispetto a quello del galagone. Pappagalli, uccelli canterini e corvidi (che includono corvo maggiore, cornacchia e corvo nero) presentavano la densità più alta di neuroni nei loro prosencefali. In effetti, gli uccelli più che compensano ciò che difettano per quanto riguarda le dimensioni con il grande numero di cellule cerebrali che possiedono.
“Per lungo tempo, c’è stato questo stigma che gli uccelli hanno dei cervelli piuttosto piccoli ma sono in realtà incredibilmente intelligenti,” ha commentato Pavel Němec, uno dei membri del team di ricerca. “Essi sono in grado di fare delle cose che un tempo si riteneva che solo scimmie e mammiferi potessero fare. Vi era un’incompatibilità tra le dimensioni del loro cervello e le loro abilità cognitive.
Questa non è la prima volta che gli uccelli hanno sorpreso i ricercatori con la loro inaspettata intelligenza. Nel 2002, un team all’Università di Oxford è rimasto profondamente sorpreso quando un corvo della Nuova Caledonia ha piegato un pezzo di fil di ferro e lo ha usato come amo da pesca. Anche altri uccelli hanno mostrato delle abilità molto avanzate, dalla capacità di contare del pappagallo cenerino alla capacità della gazza ladra di riconoscere il proprio riflesso.
I risultati di questo particolare studio sono stati pubblicati nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.
Němec sta adesso iniziando ad analizzare i cervelli di altri uccelli, inclusi piccioni, uccelli acquatici e polli. Successivamente egli spera di studiare il modo in cui i loro cervelli sono collegati. “Noi vorremmo guardare se i neuroni aviari hanno un numero simile di connessioni a quello nei primati, ma questo si potrà fare in un grande progetto futuro,” ha concluso.