Ce la farà il piccolo Granducato a diventare la nuova Silicon Valley d’Europa?
Lo scorso giugno il Granducato del Lussemburgo ha dichiarato di voler creare un fondo da 200 milioni di dollari al fine di attrarre e promuovere gli investimenti nello sfruttamento minerario degli asteroidi. L’obiettivo? Diventare un leader mondiale del settore!
Prospettiva non troppo fantascientifica se si pensa che fu proprio il piccolo Granducato uno dei primi Paesi nel 1985 a lanciarsi nel settore della telecomunicazione satellitare con la Société Européenne des Satellites, oggi compagnia leader nel settore che vanta un fatturato da due miliardi di euro l’anno.
E ancora meno avveniristico se si considera che partners di questo mastodontico e coraggioso progetto europeo, sarebbero anche le americane Deep Space Industries e Planetary Resources (sebbene quest’ultima non abbia ancora formalmente aperto una sua sede nel Granducato), tra le prime pioniere del settore.
Come si articolerà l’estrazione?
Oggi l’industria mineraria spaziale rappresenta una fetta di mercato da 330 miliardi di dollari, in continua crescita.
Solo dal 2000 ad oggi sono più di 80 le start-up private finalizzate allo sfruttamento commerciale delle risorse spaziali, con un investimento complessivo di 13,3 miliardi di dollari. Si tratta di compagnie destinate a prestare servizi in orbita, cui si affiancano inscindibilmente una serie di nuove società tese ad estrarre e procurare direttamente in orbita le materie prime, evitando tutti i costi connessi al lancio e alla missione spaziale vera e propria.
Gli asteroidi sono detriti spaziali originati dalla costituzione del sistema solare, circa quattro miliardi di anni fa. La maggior parte degli asteroidi si trovano nella fascia principale, una fascia asteroidale situata tra Giove e Marte che essendo, tuttavia, piuttosto distante dalla Terra non può essere “sfruttata”. Gli asteroidi interessanti per queste nuove pioniere del settore minerario sono, invece, i NEO (circa 11 000 solo quelli di interesse commerciale), ossia corpi celesti usciti dalla cintura e attratti nell’orbita solare la cui orbita potrebbe intersecare quella terrestre. Questi asteroidi vengono classificati, in base al potenziale delle risorse che possono offrire in:
- tipo C: seguono presumibilmente la composizione elementare del Sole. Da questi le società intendono estrarre acqua (presente sotto forma di ghiaccio), carbonio, zolfo, azoto, fosforo e metalli ferrosi. L’acqua, in particolare, verrebbe utilizzata per produrre carburante direttamente in orbita, partendo dalla lavorazione di condriti contenenti carbone;
- tipo X: sono asteroidi composti principalmente da metalli e dai quali le compagnie vorrebbero estrarre platino, iridio e palladio (materiali molto rari sulla Terra e per questo estremamente costosi);
- tipo S: sono asteroidi formati da una miscela di metalli fusi e roccia.
Per quanto riguarda l’articolazione dell’attività di estrazione, questa si strutturerà essenzialmente in quattro fasi:
- Prospezione: verranno impiegati piccoli satelliti esploratori per individuare e valutare le risorse presenti sull’asteroide;
- Raccolta: si utilizzerà un veicolo spaziale robot per estrarre e trasportare le risorse;
- Lavorazione: si separeranno le risorse dai materiali utilizzabili (nel caso dell’acqua, producendo direttamente sul posto anche il carburante per la missione di ritorno);
- Produzione: questa avverrà in condizioni di micro-gravità e vuoto assoluto, consentendo di costruire strutture anche di ampie dimensioni, evitando così le consuete limitazioni imposte dalle dimensioni della carenatura del carico utile di un veicolo di lancio.
Un nuovo corpo legislativo
Anche per quanto riguarda la normativa del settore, il Lussemburgo vuole diventare una potenza competitiva a livello mondiale. Durante la conferenza stampa, il Vice-Primo Ministro Étienne Schneider ha spiegato che il governo prevede di depositare un progetto di legge in materia entro l’Autunno e richiederne l’approvazione entro la fine dell’anno. Il Luxembourg Space Act assomiglierà per certi aspetti al cugino americano US Space Act, ma sarà decisamente più attraente per gli investitori di Paesi terzi. Infatti, a differenza del modello statunitense, voluto da Obama nel 2015, che apre questo tipo di mercato solo a compagnie americane, con la maggioranza del capitale americano, il modello del Lussemburgo prescinderà dalla nazionalità della compagnia o dalla compagine sociale e si limiterà a guardare la sede della società, riconfermando la sua identità di mercato internazionale per gli investimenti internazionali.
Seppure si tratti di un primo passo a livello nazionale, future iniziative statali o anche private di questo tipo renderanno indubbiamente sempre più urgente un interrogativo: ripensare la normativa internazionale o aspettare che sia direttamente il mercato a dare una risposta agli investitori?
di Giulia Pavesi
Linkografia
http://www.luxembourgforbusiness.lu/en/invest/sectors/aerospace
http://www.planetaryresources.com/asteroids/#roadmap-asteroid-prospecting-and-claim
https://deepspaceindustries.com/mining/
http://phys.org/news/2016-06-luxembourg-asteroid-law.html
http://fortune.com/2016/06/05/luxembourg-asteroid-mining/
http://observer.com/2016/06/luxembourgs-asteroid-mining-initiative-could-boost-space-exploration/
http://spacenews.com/luxembourg-invests-to-become-the-silicon-valley-of-space-resource-mining/
http://www.internazionale.it/notizie/2016/06/03/risorse-spazio-lussemburgo