Milano ne celebra le doti di artista e ingegnere con la mostra “Leonardo3 – Il Mondo di Leonardo”, ospitata sino al 28 febbraio 2014 in Piazza della Scala presso Le Sale dei Re.
Altro approccio per la scozzese Fiona McLaren che del maestro quattrocentesco tratteggia un ritratto a cavallo tra realtà e leggenda, ricollegabile al riconosciuto interesse dell’artista verso le tematiche esoteriche. Il pittore toscano era indicato, non a caso, come dodicesimo Gran Maestro del Priorato di Sion nei “Dossiers Secrets d’Henri Lobineau”. Il documento, depositato alla Biblioteca Nazionale di Francia, fu però riconosciuto come falso al termine di un procedimento giudiziale nei primi Anni Novanta del secolo scorso.
Le opere.
Il libro “La Cospirazione Da Vinci” (sottotitolo “Una storia vera”), pubblicato in Italia nel febbraio 2013 da Newton Compton Editori (collana “I volti della storia”), raccoglie il frutto di anni di ricerche attorno ad un dipinto della Vergine con Gesù bambino e San Giovanni Battista, ricevuto in eredità dal padre dell’autrice, medico condotto, e attribuito dagli esperti alla bottega di Leonardo, se non al maestro stesso.
Una tela che rappresenterebbe una sorta di testamento cifrato del genio nato nel 1452 in un paesino in provincia di Firenze. Secondo la McLaren il dipinto sarebbe anzi l’ultima commissione affrontata dal grande artista quattrocentesco, portata a termine mentre si trovava in Francia alla corte di re Francesco I. Un omaggio, forse, alla cultura in cui si riconosceva nonché al nuovo mecenate, la cui devozione alla confraternita dei cavalieri templari, sottolinea l’autrice, era risaputa al pari di quella di Renato d’Angiò, amico del più poliedrico artista della storia.
Quale Maria?
Soggiogata dalla fascinazione che ha sempre avvertito nei confronti della tela, Fiona McLaren accompagna il lettore attraverso i secoli a partire dagli anni che seguirono alla crocifissione di Gesù Cristo.
Fulcro tematico dell’intero corpus narrandi è una figura della tradizione biblica che in anni recenti è tornata ad affascinare l’immaginario collettivo dopo l’uscita del besteseller “Il Codice da Vinci” di Dan Brown. Parliamo ovviamente di Maria Maddalena, le cui spoglie mortali avrebbero rappresentato la reliquia più sacra posta proprio sotto la difesa dei cavalieri Templari. La tesi sostenuta, infatti, nel volume è che il dipinto non rappresenti la madre del Salvatore bensì la santa che per prima, secondo gli scritti evangelici, ricevette l’annuncio della Resurrezione di Gesù.
I simboli del dipinto.
Alcune scelte descrittive, sempre secondo l’autrice, aiuterebbero a non incorrere in un’errata attribuzione: il colore dei capelli dell’unica figura femminile, di quel rosso generalmente associato alla Maddalena; le vesti scarlatte (cromatismo in qualche modo legato al concetto di donna perduta sul piano morale – non dimentichiamo che la santa venerata il 22 luglio era associata alla prostituta redenta dei Vangeli); il garofano che ella regge tra le mani, simbolo sponsale secondo le fonti citate; non ultimo il giglio e la palma che compaiono nell’aureola del bambino che tiene in braccio, indicati rispettivamente come emblema di regalità e vittoria. Anche lo sfondo, identificabile nel monte Sainte-Victoire in Francia con ai piedi la città di Aix-en-Provence in Provenza, porterebbe a sostenere l’idea di un messaggio diverso da quel che appare.
Un passaggio della “Legenda Aurea” di Iacopo da Varagine, riportato nel volume, annota che “Maria Maddalena […] insieme a molti altri cristiani furono fatti salire a bordo di una nave dagli infedeli e mandati alla deriva senza comandante affinché affogassero tutti. Ma per volere di Dio, raggiunsero Marsiglia“. Nel 1516, alla ragguardevole (per l’epoca) età di sessantaquattro anni, anche Leonardo valicò le Alpi. La sua destinazione finale erano la Loira e il castello di Amboise (luogo dove poi fu sepolto, all’interno della Cappella Saint-Hubert). Sin qui, però, nulla di nuovo. Anche le nozze di Gesù con la Maddalena, da cui sarebbe originata una dinastia arrivata sino ai nostri giorni, una progenie protetta dal Priorato di Sion, costituiscono una materia già trattata in altri volumi.
Un racconto pittorico.
Quel che interessa in questo contesto è che secondo Fiona McLaren chi ha dipinto il quadro in suo possesso (per bocca degli esperti e per somiglianze con altre tele, appunto Leonardo da Vinci) ha trasformato queste informazioni in un racconto pittorico che l’autrice analizza dettagliatamente ammantandolo del particolare significato di cui ella crede sia stato investito.
La donna sulla tela avrebbe un’espressione pensierosa perché teme per la vita di suo figlio, un bambino d’altronde non comune dal momento che reca sul capo il fleur-de-lys, emblema dei re di Francia.
Davanti all’ipotetico figlio della Maddalena e di Gesù il Nazareno, un altro fanciullo, separato sul piano fisico (è in piedi su un ripiano) nonché, rileva la McLaren, su quello temporale, indica un agnello che sembrerebbe pronto ad alzarsi e a seguirlo. L’animale, simbolo religioso della Passione, sarebbe quindi in diretta correlazione con la seconda figura, rappresentata attingendo all’iconografia tipica di San Giovanni Battista.
A dare la vita, suggerirebbe quindi l’autore del dipinto, non fu Gesù, ma il figlio di Santa Elisabetta. La palma sul capo del bambino in braccio alla donna indicherebbe infatti, secondo la McLaren, la vittoria ultima, quella sulla morte.
Fede e dubbio.
Tra riferimenti al femminino sacro, necessario completamento del principio maschile perché si possa generare il vero equilibrio (ricordiamo che fondamento della Chiesa Cattolica è un uomo, l’apostolo Pietro), richiami a varie figure che hanno ammantato di mistero la storia antica (druidi, Templari, catari, etc.), excursus nella leggenda del Graal e lungo il cammino che conduce a Santiago de Compostela, il volume e la sua autrice chiamano il lettore ad un atto di fede. Alla nostra capacità di porre sotto una luce critica quello in cui abbiamo sempre creduto.
“La Cospirazione da Vinci”, comunque la si voglia vivere e fruire, è, in ultima battuta una doppia storia, quella di un dipinto che rischiava di rimanere celato tra le pareti domestiche e che ora invece può essere conosciuto dalle masse; e di una figura, Maria Maddalena, che interseca quasi duemila anni di storia, religiosa e non.
di Ottavia Molteni
gennaio 15th, 2014 at 11:37
Ho letto, con attenzione e tanto interesse, questo articolo. Per una persona che ama l’arte e legge i best-sellers, questo scritto ha approfondito le limitate conoscenze e, voglio riconoscerlo, aumentato il “fascino” che la vita di Leonardo da Vinci suscita. Grazie per l’opportunità che ho avuto di leggere informazioni che mi invogliano a continuare a ricercare articoli come questo di Ottavia Molteni.
Lella Molinari