La tovaglia dovrebbe essere bianca o avorio, ma anche colorata con toni che vanno dal rosso all’oro, arricchita da motivi natalizi come stelle, festoni, campanelle e piccoli abeti. Le dimensioni della tovaglia devono essere abbastanza grandi da ricadere fino a quaranta centimetri dal pavimento e distesa sopra un panno di feltro a protezione del tavolo, di solito di legno, e per attutire il rumore delle stoviglie.
I piatti devono essere di ceramica, bianchi o decorati. Il piatto piano segna il posto di ciascun commensale e deve stare a sessantacinque centimetri dal piatto del commensale vicino.
I bicchieri dovrebbero essere di cristallo, per il vino e più grande per l’acqua, allineati alla linea verticale del piatto, a sinistra quello dell’acqua e a destra quelli del vino, anche più di uno per il rosso e per il bianco, possibilmente di dimensioni diverse e decrescenti, e infine il flute per lo spumante.
Le posate, se possibile dovrebbero essere d’argento e disposte secondo l’ordine in cui le si usa: cucchiaio e coltello sulla destra del piatto, con i coltelli all’interno e la lama rivolta verso il piatto, le forchette restano sulla sinistra. Le posate per l’antipasto sono quelle più esterne. Le posate per la frutta andrebbero portate in tavola con le coppette lavadita e i piatti da frutta, ma si possono anche mettere in orizzontale davanti al piatto piano.
I tovaglioli vengono disposti sul piatto piano che segna il posto di ciascun commensale, oppure sulla sinistra del piatto accanto alle forchette.
Sempre sulla sinistra si può predisporre anche un piccolo piatto per il burro con un apposito coltellino sistemato sopra al piattino che può anche servire per appoggiarvi il pane.
Per la decorazione della tavola si possono usare rametti di vischio, le cui bacche ricche di proprietà terapeutiche, secondo le tradizioni nordiche avrebbero origine dalle lacrime di una divinità, con lo scopo di proteggere da malefici e portare fortuna e amore chi si scambia un bacio sotto i suoi rami.
Bacche di rosa canina possono essere sistemate in ciotole di acqua di vetro o cristallo, decorate con rametti di pungitopo, così chiamato perché usato dai contadini per difendere le provviste dalla voracità dei roditori.
Panettone di Natale
Il panettone è un dolce tipico della tradizione milanese. La sua origine è incerta. Se ne trovano ricette e citazioni già dal XIV secolo, anche se all’epoca era più basso e meno lievitato. I due pionieri dell’industria alimentare ad averlo lanciato e imposto sul mercato quale Panettone Tradizionale sono stati Angelo Motta e Gino Alemagna, il primo originario di Gessate e il secondo di Melegnano, entrambe località dell’hinterland milanese. La ricetta del panettone si basa sull’unione di due impasti diversi, uno di farina lasciata a lievitare molto a lungo, l’altro di farina arricchita di burro, zucchero, uova, canditi e uva passa. La sua morbidezza è dovuta alla lunga lievitazione e alla qualità e quantità di burro utilizzato, che spiega anche perché vada consumato a temperatura ambiente, così che il burro contenuta vi si sciolga al massimo.
80 gr di lievito per il pane, 450 gr di farina, 30 gr di frutta candita, 60 gr di uva passa, 2 cucchiaini di sale, 120 gr di burro, 100 gr di zucchero, 5 uova.
Prendere il lievito per il pane e avvolgerlo in un panno, lasciandolo riposare per due ore in modo che raddoppi il suo volume. Poi unirlo a 50 gr di farina e poca acqua tiepida, mescolando con cura e lasciandolo poi a lievitare altre due ore. Aggiungere, quindi, ancora poca acqua tiepida e altri 50 gr di farina, impastare bene e lasciare a riposare ancora due ore.
Nel frattempo, in una casseruola a bagnomaria su fuoco moderato, sciogliere con poca acqua lo zucchero e amalgamargli bene un uovo intero e 4 tuorli, lasciando poi cuocere per 5 minuti.
Unire poi all’impasto lasciato a lievitare il sale, la restante farina, il composto amalgamato di zucchero e uova cotto a bagnomaria e il burro fatto fondere a fuoco bassissimo. Impastare bene tutto e poi aggiungere le uvette ammollate nell’acqua tiepida un’oretta prima e la frutta candita tagliata a piccoli cubetti, fino a quando l’impasto sarà omogeneo.
Modellare quindi l’impasto a forma di panettone e porlo in un contenitore adatto per la cottura. Coprire il tutto e lasciare a lievitare al caldo per 6 ore.
Poi accendere il forno a 220°, e raggiunta la temperatura infornare per 45 minuti circa, praticando prima un taglio a croce sulla superfice del panettone.
I vassoi d’argento di portata possono essere arricchiti con rametti di agrifoglio e piccoli tronchetti di candele rosse. Sulla tavola si possono anche distribuire ciotole di vetro riempite con poca acqua su cui fare galleggiare corolle di fiori o petali di rose e candeline colorate accese.
Non dovrebbero mancare i candelabri, d’argento, di cristallo o peltro, decorati con i rametti di agrifoglio dalle bacche verdi o rosse, perché l’agrifoglio dalle bacche verdi rappresenta la forza maschile indomita che scaccia gli spiriti maligni e l’agrifoglio femminile, dalle bacche rosse, è il simbolo della fertilità e dell’allegria.
Anche la stella di natale dovrebbe troneggiare sulla tavola del Natale, perché secondo una tradizione messicana è di buon augurio. Il nome originario, “Flores de la Noche Buena”, richiama infatti i suoi fiori che nei giorni di Natale assumono la tipica colorazione rossa.
Un altro elemento di decoro sono i rametti di elicrisio/sole e oro/semprevivo, perché le sue bacche restano di un acceso color oro anche molto tempo dopo che si sono essiccate.
Auguriamo a tutti Buon Natale.
a cura della Redazione