A settembre sarà disponibile il nuovo Fairphone 2, lo smartphone etico sostenibile che non utilizza tra l’altro minerali provenienti dalle zone di guerra. Il progetto è nato nel 2011 da un’idea di un giovane olandese Bas van Abel in collaborazione con Waag Society, un istituto di ricerca che investe in progetti tecnologici creativi per lo sviluppo sociale. L’idea del fondatore era ‘‘Noi vogliamo creare un dibattito tra la correttezza e le pratiche dell’industria elettronica”.
Attualmente Fairphone è una società indipendente completamente autofinanziata.
La prima versione dello smartphone è stata venduta in 60.000 pezzi in tutto il mondo. Lo scopo del progetto è quello di provare a cambiare l’industria elettronica “dall’interno” introducendo concetti di trasparenza, sostenibilità ed etica. Il primo obiettivo è stato raggiunto utilizzando solo materiali non provenienti da zone di guerra.
Il tantalio, lo stagno, il tungsteno e l’oro utilizzati per i componenti dello smartphone Fairphone provengono esclusivamente dalle miniere della Repubblica Democratica del Congo e del Ruanda, riconosciute dai rispettivi governi e che quindi non alimentano le bande armate locali che monopolizzano il mercato illegale.
La produzione di apparecchiature elettroniche, infatti, utilizza spesso grandi masse di persone mal retribuite e in condizioni di lavoro estreme. Generalmente nelle fabbriche di componenti elettronici cinesi gli addetti lavorano ben oltre le 60 ore settimanali, spesso senza giorni di riposo, e per la maggior parte senza essere dipendenti dell’azienda, ma reclutati attraverso agenzie interinali.
Fairphone ha stretto accordi con la società cinese Hi-P, che si occupa della produzione, e che si è impegnata a stabilizzare l’orario di lavoro a 60 ore, con un giorno di riposo settimanale, e a ridurre l’utilizzo di lavoratori interinali privilegiando le assunzioni. Inoltre sono state avviate una serie di iniziative volte a migliorare la sicurezza antincendio e la protezione antinfortunistica, perché pur trattando elementi chimici spesso non dispongono neppure di un impianto di lavaggio oculare.
Non ultima è stata avviata un’attività di formazione e di supporto alla rappresentanza dei lavoratori.
Ogni anno, i consumatori buttano via milioni di telefoni cellulari. Questo perché la maggior parte dei telefoni non è costruita per durare, ma solo per appagare il nostro desiderio di sempre nuovi giocattoli elettronici. Alcuni di questi telefoni scartati vengono adeguatamente riciclati, ma altri finiscono in discarica o vengono riciclati nel cosiddetto terzo mondo in condizioni di lavoro disumane.
Contemporaneamente vengono prodotti continuamente nuovi modelli per stare al passo con la pressante domanda di “novità. Il progetto Fairphone vuole anche educare i consumatori a un utilizzo etico del cellulare. Infatti lo smartphone è interamente riparabile in modo autonomo. E’ così possibile sostituire la batteria, cambiare lo schermo touch-screen da 5 pollici, la fotocamera e l’altoparlante o il microfono senza dover ricorrere all’invio presso un centro di assistenza. L’adozione del sistema Android già “blinkerato” (cioè non vincolato al venditore) rende possibile per i più smanettoni il continuo aggiornamento del sistema operativo. Inoltre per evitare di dover utilizzare due smartphone con due diverse schede Fairphone 2 è già dotato di dual Sim.
Le caratteristiche principali di Fairphone 2.
Display: 5 pollici, Full HD LCD Gorilla® Glass 3
Sistema Operativo: Android™ 5.1 (Lollipop)
SIM slot: Dual SIM
Processore: Qualcomm® Snapdragon™ 801 con 2GB RAM
Fotocamera: 8 megapixel rear camera
Memoria interna: 32 GB espandibile via slot MicroSD
Batteria: ioni di litio da 2420 mAh removibile
Connessioni: 4G LTE/3G/2G; Wi-Fi (802.11 b/g/n/ac); Bluetooth® 4.0 LE, GPS
Il punto dolente resta il costo piuttosto elevato, 529,38 €, che lo pone nella fascia alta al pari di Apple e Samsung. In questi giorni si è aperta la prevendita sul sito www.fairphone.com raggiungendo in sole due settimane già circa 5000 adesioni.
di Marco Pavesi