Si è svolto il 16 e 17 Novembre a Bruxell la riunione del consiglio di sicurezza Europeo, presieduta dall’italiana Federica Mogherini, alto rappresentante per gli affari esteri e la sicurezza dell’ Europa.
Questa una breve traduzione della relazione conclusiva della riunione in merito ai punti discussi.
Processo di pace in Medio Oriente
Il Consiglio ha discusso della situazione in Medio Oriente, con particolare attenzione al processo di pace, alla luce della crescente violenza in particolare a Gerusalemme Est, della Cisgiordania e di Gaza, alla presenza del Rappresentante speciale dell’Unione europea Fernando Gentilini.
L’alto rappresentante ha informato i ministri sui suoi recenti incontri con il Primo Ministro di Israele e il presidente dell’Autorità palestinese, durante il quale ha sottolineato la necessità di esplorare nuove strade per fermare la violenza, calmare la situazione e avviare l’attuazione di misure concrete sul campo, conformi agli accordi precedenti. L’obiettivo resta quello di migliorare le condizioni di vita della popolazione, sia da parte israeliana e palestinese, dando nuove prospettive al processo politico.
I Ministri hanno sottolineato l’importanza di mantenere la questione all’ordine del giorno, alla luce di un aumento della violenza e della fragilità della situazione, anche per quanto riguarda la situazione della sicurezza nei luoghi santi. Hanno inoltre accolto con favore l’ indicazione di origine delle merci provenienti dai territori occupati da Israele dal giugno del 1967, adottato dalla Commissione europea l’11 Novembre, che fornirà utili indicazioni agli Stati Membri sulle modalità per implementare la legislazione vigente in materia.
L’Alto rappresentante ha concluso il dibattito affermando che l’UE deve continuare il suo impegno per favorire la ripresa di un processo politico credibile e che continuerà impegnandosi con entrambe le parti, così come con i partner regionali e internazionali.
Migrazione
Il Consiglio ha discusso di migrazione, dando seguito alla High Level Conference sulla rotta dei Balcani occidentali dell’8 ottobre e sul summit della Valletta (Malta) sulla migrazione tenutosi il 11-12 novembre. I ministri hanno discusso il follow-up delle decisioni già prese sulla rotta del Mediterraneo centrale e sulla rotta dei Balcani occidentali. Hanno accolto con favore le franche discussioni con i partner africani tenutesi alla Valletta. Sulla rotta dei Balcani occidentali e sulla rotte dall’est hanno discusso della cooperazione con Turchia, Libano e Giordania, che hanno molteplici aspetti, che vanno ben oltre la questione dei rifugiati e la gestione dei flussi di rifugiati e confini.
Siria
Il consiglio di sicurezza ha discusso della Siria, insieme con l’inviato speciale delle Nazioni Unite, Staffan De Mistura, in particolare degli ultimi sviluppi riguardanti i recenti sforzi diplomatici, tra cui i colloqui di Vienna del 23 ottobre e 14 novembre.
L’alto rappresentante ha sottolineato che una soluzione politica al conflitto siriano offrirebbe le migliori condizioni per sconfiggere l’ISIS. Ha riferito che il senso di urgenza, soprattutto per l’Europa, è stato sentito e capito molto chiaramente da tutti intorno al tavolo a Vienna. Ha anche sottolineato che è stato fissato un calendario ambizioso.
L’UE è pronta continuerà a contribuire:
– A livello umanitario, attraverso i progetti in corso – l’UE è il principale contributore umanitario in risposta alla crisi siriana.
– A livello politico, in particolare lavorando per portare i gruppi di opposizione al tavolo e anche per avviare la transizione politica in Siria.
– Piano di Difesa Europeo (EDAP, European Defence Action Plan)
– Il Consiglio ha tenuto una prima discussione sull’EDAP che dovrà essere presentato dalla Commissione nel 2016.
– L’obiettivo di questo piano d’azione è quello di creare un quadro giuridico e politico per garantire che il mercato, l’industria e le competenze europee siano in grado di soddisfare richieste militari primarie che gli stati membri potrebbero aver bisogno per soddisfare le future esigenze di sicurezza.
– Si prevede di integrare la predisposizione della Common Security and Defence Policy, con le competenze e la capacità industriale degli stati membri, come il governo delle comunicazioni via satellite e le misure per sostenere l’indipendenza tecnologica europea. In questo contesto potrebbero essere concessi maggiori finanziamenti al programma Horizon 2020 per lo sviluppo di tecnologie a duplice uso (civile e militare), nonché iniziative volte a migliorare l’approvvigionamento della difesa e sostenere le piccole-medie imprese legate al settore della difesa stessa.
Già nel mese di giugno 2014, la Commissione europea aveva presentato una tabella di marcia per misure volte a rafforzare lo specifico mercato per la difesa, al fine di promuovere un’industria della difesa più competitiva e favorire le sinergie tra ricerca civile e militare.
RIUNIONE DEI MINISTRI DIFESA
I ministri della difesa hanno discusso come rispondere agli attacchi di Parigi del 13 novembre 2015. Il presidente francese François Hollande ha invocato l’articolo 42 (7), del Trattato dell’Unione Europea, chiedendo aiuti bilaterali e interventi degli altri stati membri. I Ministri hanno espresso il loro sostegno unanime e completo per la Francia e la loro disponibilità a fornire tutti gli aiuti e l’assistenza necessari. Nei prossimi giorni la Francia avrà contatti bilaterali con altri stati membri.
Come sottolineato dall’Alto Rappresentante, le offerte possono essere costituite da aiuti materiali e di sostegno nei teatri operativi in cui la Francia è impegnata. Non è necessaria alcuna decisione formale o parere da parte del Consiglio per l’attuazione dell’articolo 42 (7). L’alto rappresentante ha sottolineato che non si tratta di una operazione nell’ambito Common Security and Defence Policy, ma l’attivazione di aiuti bilaterali e di assistenza.
Cosa dice l’articolo 42 (7):
“Se uno Stato membro subisce un’aggressione armata nel suo territorio, gli altri Stati membri hanno verso di esso obbligo di aiuto e assistenza con tutti i mezzi in loro potere, conformemente all’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Questo non deve pregiudicare il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa dei singoli stati membri “.
Piano di Difesa Europeo (European Defence Action Plan)
Il Consiglio ha tenuto una prima discussione sul Piano di Difesa Europeo della Commissione Europea.
L’obiettivo di questo piano d’azione è quello di garantire che il mercato europeo, il sistema industriale e le competenze siano in grado di realizzare le priorità di capacità militari che gli Stati membri possono avere bisogno per soddisfare le future esigenze di sicurezza.
Capacity building per la sicurezza e lo sviluppo
I ministri della difesa hanno discusso gli sforzi per aiutare i paesi partner a prevenire e gestire le crisi. Il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha sottolineato che nonostante sia l’UE che e NATO stiano facendo molto per il rafforzamento delle loro capacità, dove essere fatto di più. Tutti gli stati membri hanno sostenuto questa visione: aumentare le capacità dei paesi partner è il modo migliore per creare stabilità e diminuire la necessità di un intervento per la gestione delle crisi.
L’Alto Rappresentante ha concluso il dibattito segnalando che l’UE affronterà queste questioni nei prossimi mesi per:
– avviare progetti pilota in alcuni paesi partner, tra cui il Mali, la Repubblica Centrafricana e la Somalia;
– lavorare sui diversi strumenti finanziari disponibili, inclusi quelli dell’African Peace Facility, e a possibili futuri strumenti dedicati.
Struttura e un eventuale futuro strumento dedicato.
Il programma di lavoro della Commissione 2016 include un pacchetto per la creazione di capacità nel settore della sicurezza, sia attraverso la riforma del settore sia un nuovo strumento finanziario dedicato allo sviluppo di capacità di sostegno alla sicurezza e sviluppo nei paesi terzi.
Un aspetto è quello di formulare proposte che rispondono a lacune nell’approccio globale dell’UE; per esempio quando la formazione o altre attività di capacity building sono svolte da una missione dell’UE nel quadro comune di sicurezza e di politica di difesa, ma la loro efficacia è ostacolata da un ambiente carente di formazione o da una mancanza di strumenti alternativi alle armi.
Viene richiamata la necessità di esplorare la fattibilità pratica di una proposta per adattare il programma African Peace Facility che affronti i suoi limiti con la creazione di una struttura di collegamento tra pace, sicurezza e sviluppo nel quadro di uno o più strumenti economici già esistenti o se nel caso creati ad hoc.
Operazioni PSDC (Politica di sicurezza e di difesa comune)
I ministri della difesa insieme al Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, hanno discusso in particolare di:
– EUNAV For Med Operation, operazione militare dell’Unione Europea nel Mediterraneo centro-meridionale. L’operazione con sede a Roma, è stato avviata il 22 giugno 2015, al fine di contrastare il contrabbando e il traffico di migranti e per contribuire a ridurne la perdita di vite in mare. In data 7 ottobre 2015 l’operazione è stata ribattezzata “Sophia” e il suo fine è quello di agire per individuare, catturare e distruggere o rendere inutilizzabili i pescherecci usati, o sospettati di esserlo, da contrabbandieri o trafficanti di migranti. Sinora ha portato alla consegna di 42 contrabbandieri alle autorità italiane e salvato la vita di circa 5400 migranti.
– EUMAM RCA che è una missione militare consultiva dell’UE nella Repubblica Centrafricana. Essa mira a sostenere le autorità centrafricane in preparazione di una riforma del settore della sicurezza, in particolare per quanto riguarda la gestione delle forze armate locali. EUMAM RCA ha sostituito l’operazione militare (EUFOR) della UE nella Repubblica Centrafricana, al fine di contribuire a un sviluppo sicuro, come autorizzato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 2014. Ha sede a Bangui e il bilancio per la fase di preparazione e del primo anno della missione è pari a € 7,9 milioni.
Comitato direttivo dell’Agenzia europea per la difesa
I ministri della difesa si sono incontrati col Comitato Direttivo dell’Agenzia Europea per la Difesa (EDA), sotto la presidenza di Federica Mogherini come capo dell’agenzia. Tutti gli Stati membri, tranne la Danimarca hanno partecipato.
I ministri hanno discusso il quadro nel dettaglio e la pianificazione triennale del programma di lavoro dell’agenzia e le priorità per il 2016-2018, nonché le risorse necessarie per il loro sostegno.
L’agenzia ha aggiornato i ministri sui progressi compiuti nei quattro programmi principali: capacità aria-aria di rifornimento, governo delle comunicazioni via satellite, il cyber difesa e sistemi pilotaggio remoto di aerei (droni). I ministri hanno approvato la tabella di marcia iniziale sui futuri progetti riguardo il contrasto degli agenti biologici negli ordigni esplosivi improvvisati e predisposizione di laboratori di analisi (Bio-JDEAL), evacuazione medica e armi anticarro.
Ministri hanno preso atto sull’andamento dei lavori dell’agenzia in materia di cooperazione di difesa e in particolare la valutazione annuale sulla messa in comune e condivisione che analizza la situazione generale della capacità di difesa in Europa, così come il lavoro iniziale sui meccanismi di baratto, che potrebbe facilitare lo scambio o la condivisione delle capacità tra gli stati membri senza alcuna transazione finanziaria.
Yemen
La situazione attuale nello Yemen è di grande preoccupazione. Tutti gli attori umanitari hanno descritto la situazione umanitaria catastrofica per molti yemeniti, con combattimenti che continuano in molti settori, dove l’accesso umanitario per i rifornimenti essenziali di cibo e carburante rimane estremamente limitato. L’UE ribadisce che la soluzione a questa crisi deve essere politica. È sempre più urgente, in conformità della risoluzione 2216 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, fermare i combattimenti attraverso un cessate il fuoco durevole e mettere in atto un processo politico inclusivo che consentirà il ripristino della pace e dell’autorità statale legittima, così come la fornitura di servizi pubblici essenziali, preservando l’unità, la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dello Yemen.
……………
L’UE esorta il governo dello Yemen ad assumersi le proprie responsabilità nella lotta contro i gruppi estremisti e terroristici, come Al Qaeda nella Penisola Arabica (AQAP) e Da’esh nello Yemen, che approfittano dell’instabilità corrente. È particolarmente importante che tutte le parti coinvolte nel conflitto intervengano con decisione contro tali gruppi che rappresentano una minaccia interna ed esterna diretta. L’UE condanna tutti gli attacchi terroristici nei termini più forti, in particolare quelli contro obiettivi civili e religiosi. Ribadisce il suo impegno a sostenere il governo in questo sforzo.
L’Unione Europea è estremamente preoccupata per l’impatto delle ostilità in corso, tra cui bombardamenti, segnalato l’uso di munizioni a grappolo, combattimenti tra le fazioni in competizione sul terreno e l’interruzione dei servizi essenziali alla popolazione civile, in particolare sui bambini, donne e altri gruppi vulnerabili . È anche molto preoccupata per i danni inflitti alle infrastrutture civili e al patrimonio culturale. Lo Yemen sta vivendo una catastrofe umanitaria senza precedenti, con 21 milioni di persone, l’80% della popolazione, che hanno bisogno di assistenza umanitaria e di 6 milioni che necessitano di assistenza immediata salva-vita. L’UE esorta tutte le parti a rispettare i principi umanitari di umanità, neutralità, indipendenza e imparzialità, nonché a garantire la protezione dei civili e degli operatori umanitari. L’UE è profondamente preoccupata per la presa di mira indiscriminata di infrastrutture civili in particolare sanitarie, servizi, scuole, acquedotti, porti e aeroporti e con l’uso di edifici civili a scopi militari. L’UE deplora la morte di operatori umanitari in Yemen dall’inizio di questo conflitto. Le priorità di tutte le parti in conflitto devono essere di accesso e sistematiche, tra cui un passaggio sicuro per gli aiuti sanitari, gli aiuti umanitari e i traffici commerciali – tra cui carburante – attraverso tutte le frontiere dello Yemen. La distribuzione in tutto il paese deve urgentemente e incondizionatamente essere ripristinata. L’UE auspica la rapida attuazione del UN Verification and Inspection Mechanism (UNVIM) per le spedizioni commerciali – compreso il combustibile – per lo Yemen. L’UE e i suoi stati membri, avendo finora erogato più di 200 € milioni di dollari di aiuti umanitari nello Yemen, sottolinea ancora una volta la necessità di un coordinamento dell’azione umanitaria sotto la guida delle Nazioni Unite e sollecita tutti i paesi a contribuire per affrontare i bisogni umanitari.
…….
L’UE e i suoi stati membri evidenziano la necessità di un approccio mirato, coordinato e strategico della comunità internazionale con il governo dello Yemen per la ricostruzione del paese e sono pronti a fare la loro parte a vantaggio di tutti gli yemeniti.
Marco Pavesi