Uno di quei geni non comuni che suscitavano rivoluzioni, Tecumtha (1768/1813), più conosciuto come Tecumseh, cercò di organizzare un’armata tribale dalla Florida all’Ohio, per fermare i colonizzatori bianchi presso i monti Appalachian, e ributtarli a mare.
Ci lasceremo distruggere?
Dove sono oggi i Pequot? Dove sono i Narragansett, i Mohican, i Pokanoket, e molte altre tribù del nostro popolo un tempo potenti? Sono svaniti davanti alla cupidigia e all’oppressione dell’uomo bianco, come la neve prima di un sole estivo. Ci lasceremo distruggere anch enoi senza lottare, abbandoneremo le nostre case, il nostro Paese che il Grande SPirito ha benedetto per noi, le tembe dei nostri morti, e ogni cosa che ci è cara e sacra? So che griderete con me: mai, mai, mai!
Sono uno Shawnee. I miei antenati erano guerrieri. Il loro figlio è un guerriero. Da loro prendo soltanto la mia esistenza, dalla mia tribù nulla. Sono l’arteficice della mia fortuna, e oh! che io possa rendere quella del mio popolo rosso, del mio paese, grande come le idee del mio cuore, quando penso allo Spirito che regola l’universo. Non vorrei allora recarmi dal governatore Harrison per chiedergli di strappare il trattato e di cancellare il segno del confine, ma vorrei dirgli: “Signore, siete libero di tornare al vostro paese”.
L’Essere che abita dentro di me, che comunica con le età passate, mi dice che una volta, prima delle epoche recenti, non c’era nessun uomo bianco su questo continente, che in quel tempo tutto apparteneva all’uomo rosso; bambini degli stessi genitori, posti in questo luogo dal Grande Spirito che li aveva creati per conservarlo, per attraversarlo, per godere dei suoi prodotti, e per riempire lo spazio della medesima razza, un tempo felice: da allora resa molto infelice dall’uomo bianco, che è eternamente agitato e usurpa sempre il diritto del suo simile.
Il modo, il solo modo, per arrestare questo flagello, è che tutti gli uomini rossi si uniscano per reclamare un diritto comune e uguale sulla terra, come ra all’inizio e come avrebbe dovuto essere sempre; perché la terra non fu mai divisa, ma appartiene a tutti in modo che ognuno possa farne uso. Nessuna parte del territorio può essere venduta tra gli Indiani stessi tantomeno agli stranieri, che vogliono tutto e non soddisfatti del poco. I bianchi che non hanno alcun diritto di prendere la terra degli Indiani, perché questi l’hanno posseduta per primi, essa è loro. Loro possono vendere, ma tutti devono essere d’accordo su questo. E la vendita se non è fatta da tutti insieme, non è valida. L’ultima vendita è stata un imbroglio.
E’ necessario che tutti contrattino per tutti. Tutti gli uomini rossi hanno uguali diritti sulle terre non occupate. Il diritto di proprietà è valido in un posto come in un altro. Non ci possono essere due diritti di proprietà nello stesso luogo. Il primo esclude gli altri. Non è così per quanto riguarda la caccia o gli spostamenti, poiché in questo caso lo stesso serve a molte persone, poiché quest eoccupazioni possono essere svolte ogni giorno, ma l’accampamento è fisso, e questo stabilisce una presa di possesso. Appartiene al primo che si siede sul tappeto di pelli, che ha gettato sul terreno, e fino a che egli lo lascia lì, nessuno ha alcun diritto.
di Tecumtha