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Bookcrossing: una Biblioteca su scala mondiale e senza limiti di prestito

Pubblicato il 10 luglio 2013 da redazione

foto primo paragrafettoL’arrivo dell’estate porta sempre con sé l’esigenza di prendersi un po’ di tempo per se stessi e cosa c’è di meglio di un buon libro in riva al mare o su una comoda poltrona in città?!

Molti se lo faranno prestare da un’amica/o, altri lo leggeranno sul loro e-reader, altri ancora lo acquisteranno in libreria, qualcuno, invece, se ne troverà uno al bancone di un bar o sugli scaffali all’uscita di un supermercato. Completamente GRATUITI!

Timidamente, qualcuno si avvicinerà pensando:”Devono essere titoli assurdi o talmente noiosi che il precedente proprietario ha pensato di disfarsene e lasciarli qui come carta da imballaggio!”.

Poco importa, ormai siete davanti allo scaffale e meraviglia delle meraviglie, vi accorgete che conoscete molti dei titoli impressi sulle copertine, li avete già visti scorrendo le recensioni sui quotidiani o passeggiando in cerca di ispirazione in libreria. Proprio così: non tutti sono libri di un’altra epoca, sono semplicemente piccoli tesori che i precedenti proprietari hanno voluto condividere con voi, nuovi lettori. O meglio, libri che i proprietari hanno deciso di “liberare”.

foto secondo paragrafoCos’è e come funziona?

È questo il fenomeno del Bookcrossing, moderno “successore” del Progetto Gutenberg, lanciato all’inizio degli anni ’70 da Michael Hart.

Non è tanto l’idea della libera circolazione e condivisione dei libri a essere innovativa, dal momento che simili progetti erano già stati avviati e consolidati dagli anni ’90 in poi, quanto la tracciabilità del libro: attraverso il sito http://www.bookcrossing.com/ l’utente può seguire il viaggio del proprio volume!

Bookcrossing significa letteralmente “incrociare un libro”, o “far viaggiare un libro”, e nasce da un’idea di Ron Hornbaker e della moglie Kaori, che nel Marzo del 2001 realizzarono il sito proprio su modello dei siti di tracciamento delle banconote.

Il meccanismo è semplice:

  • si sceglie il libro da liberare;
  • lo si registra sul sito http://www.bookcrossing.com/, ottenendo il BCID (Bookcrossing ID), una sorta di numero di targa identificativo del libro;
  • si stampa il codice assegnato su un’etichetta e la si applica al libro;
  • lo si mette in circolazione, a propria descrizione e in qualunque luogo si decida di liberarlo (trasformando, talvolta, la ricerca in una vera e propria caccia al tesoro!);
  • il sito segnala che è stato liberato un nuovo libro e le coordinate del rilascio.A questo punto, l’utente ha finito le sue mansioni e non gli resta altro che aspettare che il “nuovo acquirente” segnali il ritrovamento del libro (sempre inserendo il BCID sul sito web), lo legga e lo rimetta quindi in circolazione.

Unica pecca? Il meccanismo presuppone che ad ogni passaggio venga inserito il codice dai vari lettori e che il libro venga continuamente rimesso in circolazione, il che ci porta a concludere che se qualcuno non traccia lo spostamento o tiene il libro per sé, la catena si spezza.

Ma non sembrano scoraggiarsi i 1 644 000 membri bookcrosser del sito, con un attivo di quasi 10 milioni di libri registrati in tutto il mondo!

Dove trovare i libri liberati?

I libri possono essere liberati in qualsiasi luogo, dal bancone della tintoria alla cassa del supermercato, dalla panchina del parco alla seggiola dell’autobus.

Nonostante ciò, un piccolo aiuto ci viene offerto dal sito web del progetto che consente di cercare i libri per titolo, autore o BCID e aggiorna costantemente la propria home page segnalando i tre libri che sono appena stati rilasciati, così come le coordinate del rilascio.

Inoltre, è possibile consultare on-line la lista di tutti gli “scaffali” istituiti nei locali e nei negozi della propria città, che hanno aderito al progetto di Bookcrossing.

fotoI vantaggi

Come già accennato, qualcuno potrebbe considerare il Progetto Gutenberg (PG), un antenato “virtuale” del Bookcrossing, ideato e realizzato da Michael Hart. Infatti, il PG prevedeva di costruire una biblioteca virtuale di versioni digitalizzate di testi liberamente riproducibili, o su cui fossero scaduti i diritti d’autore, in una versione compatibile con qualsiasi software. Lo scopo? Abbattere le barriere dell’ignoranza e dell’analfabetismo.

Su questo modello, nacquero una serie di progetti gemelli in tutto il mondo (Australia, Giappone, Italia, Serbia e Unione Europea), così come diverse “variazioni sul tema” (come il Mutopia project, che si occupa della diffusione di spartiti musicali).

I problemi cominciarono a sorgere, tuttavia, quando l’idea dovette fare i conti con la legislazione in materia di copyright e diritti d’autore, talvolta molto diversa da un Paese all’altro e quindi difficile da coordinare su scala mondiale.

Oggi, la fruizione di contenuti ha raggiunto un altissimo livello di accessibilità e la realtà sembra avvicinarsi molto al sogno di Hart, ma, di contro, assistiamo sempre più impotenti a un inasprimento e un rafforzamento della tutela del copyright e del diritto d’autore, per un certo verso controcorrenti rispetto alla tendenza della rete.

Per questo, il Bookcrossing, e più in generale il Booksharing, rappresentano una scappatoia a questa “chiusura”. Il lettore non viola alcuna legge sul copyright leggendo una copia dell’ultimo libro uscito e senza averlo pagato: gli è stato prestato da un amico che vive in un’altra città, in un altro Paese o in un altro continente!

di Giulia Pavesi

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