“Con il termine scouting si intendono l’opera e le qualità dell’uomo del bosco, dell’esploratore, …del pioniere, dell’uomo di frontiera”. (Baden-Powell, da Il Libro dei Capi e da Scautismo per ragazzi)
La Storia di Lord Baden-Powell
Sir Robert Stephenson Smyth Lord Baden-Powell di Gilwell nacque a Londra il 22 febbraio 1857,in piena età vittoriana, sesto di otto figli. Nel 1870 Baden-Powell (B.P.) entrò con una borsa di studio a Charterhouse, una scuola di Londra nel quale spiccava per le sue doti da attore, musicista e illustratore; da grande sarà, infatti, lui stesso a illustrare i suoi libri. A diciannove anni si diploma a Charterhouse e successivamente tenta di entrare a Oxford, ma non supera gli esami di ammissione. Allora, partecipa a vari concorsi e viene ammesso a quello della cavalleria. Entra così a far parte del 13° Ussari della Guardia e viene inviato a Lucknow, in India. Dopo un brillante servizio militare, viene nominato capitano a soli ventisei anni. Nel 1887 B.P. prende parte alle campagne in Africa, contro gli Zulù, e più tardi contro le tribù degli Ashanti e dei guerrieri Matabele. Come più giovane colonnello dell’esercito britannico diviene responsabile delle forze di frontiera che assistono l’esercito regolare. Durante questo incarico, viene assediato, a Mafeking, dall’esercito Boero, finché una colonna di soccorso sfonda lo sbarramento e il 16 maggio del 1900 libera Mafeking.
Per il coraggio dimostrato viene promosso generale maggiore e decorato come eroe nazionale. Nel 1903, rientrato in Inghilterra, scopre di essere molto popolare e che il manuale che aveva scritto per i soldati, sulle esercitazioni pratiche di scautismo, Aids to scouts, era ormai divenuto uno dei libri più letti dai ragazzi e persino adottato in alcune scuole. Per questa ragione, Baden-Powell decide di riscrivere Aids to Scouting per un pubblico più giovane. Così nell’agosto 1907 organizza un campo sull’isola di Brownsea con venti ragazzi, di estrazione sociale diversa, per verificare la praticabilità di alcune delle sue idee. In seguito, nel marzo del 1908, viene pubblicata la nuova edizione di Aids to scout, ovvero “Scoutismo per ragazzi”, organizzato in sei volumetti, illustrati dallo stesso B.P. Da questo momento in poi, gruppi di ragazzi e ragazze si aggregano spontaneamente per formare piccole squadriglie. Il movimento scout inizia a prendere vita.
B.P., Capo Scout del Mondo
Il movimento degli Scout dilaga a macchia d’olio e nel settembre 1909, B.P. viene a sapere dell’esistenza delle prime “Girl Scouts”. Nel 1910, in parallelo, nasce il movimento del “guidismo”, coordinato da Agnes, la sorella di B.P. Le opportunità di carriera militare di certo non mancano, ma il nostro Sir Robert Stephenson Smyth , preferisce ritirarsi dall’esercito e dedicarsi allo scoutismo. Si imbarca quindi per la sua «seconda vita», così B.P. chiamava infatti “il servizio agli altri” attraverso lo scautismo. Nel 1912 intraprende il primo viaggio attorno al mondo per incontrare tutti gli scouts degli altri Paesi e rafforzare il senso di fraternità mondiale. Proprio in questa circostanza conosce quella che sarebbe diventata sua moglie, Olave Soames , seconda colonna portante del guidismo, insieme alla sorella Agnes.
Ma la Grande Guerra arriva prepotente e interrompe il lavoro. Solo alla fine delle ostilità, nel 1920, il Movimento Scouts riparte in tutto il mondo. A Londra si riunisce per la prima volta il Movimento Internazionale Scout: il primo jamboree mondiale, con oltre due milioni di iscritti. In quella occasione B.P. viene onorato dal Re Giorgio V con il conferimento del titolo di Lord Baden-Powell of Gilwell. Eppure per i suoi ragazzi egli rimarrà: “B.P.”, il Capo Scout del Mondo …
Era Luogotenente generale, non di un’organizzazione paramilitare , ma di un movimento che credeva nel singolo come futuro cittadino e parte attiva di una società , “fratello degli altri”, pronto a dare il suo meglio. Assaporare l’Avventura, ascoltare la Natura: l’Uomo di Frontiera secondo B.P. Diventare attori della propria vita, giocare il grande gioco nel proprio ruolo. Osservare, dedurre e agire sono alla base di questo uomo di frontiera. Ciò che ha lasciato B.P. è un vasta produzione di opere che parlano del metodo scout e non solo. Tra quelli che parlano del metodo, i più tradotti e ricordati sono: “ Scouting for Boys” del 1908, dei quali si sono susseguite più versioni, ”The Wolf Cub’s Handbook” un manuale sui lupetti, “Aids to Scout mastership” dedicato ai capi scout, “Girl Guides: a Suggestion for Character Training for Girls”, del 1909. Oltre a molte raccolte, postume, dei suoi articoli e discorsi.
Come può nascere un movimento che si basa sul pacifismo, la fratellanza tra gli uomini, l’educazione non formale, l’impegno e la formazione di uomini di frontiera, da un generale militare inglese, che nei suoi numerosi discorsi, come quello dell’Agosto 1922, lui stesso definisce “non militare, aconfessionale, apolitico e non classista”,
Oggi lo scoutismo conta in Italia, tre associazioni, l’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI, l’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici, solitamente detta FSE) e il Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani (CNGEI), oltre a numerosissime piccole associazioni, spesso locali. A loro volta l’AGESCI e il CNGEI sono federate nella Federazione Italiana dello Scautismo (FIS), che aderisce, per le proprie appartenenti femminili, all’ Associazione Mondiale delle Guide e delle Esploratrici (AMGE) e, per i propri appartenenti maschili, all’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout (OMMS). Dopo centosette anni, questo movimento continua ad essere attuale, segno che il tempo non corrode la speranza dei più giovani.
Imparare facendo
Uno dei cardini della proposta scout è “imparare facendo” cioè l’educazione non formale. Durante alcuni dialoghi con i genitori BP affermava: “Colleghi genitori, sono sicuro che molti di voi sentiranno, come sento io, la pesante responsabilità che grava su di voi circa il futuro dei nostri bambini. Abbiamo visto gente riuscire o fallire nella vita. Vogliamo che i nostri ragazzi siano tra coloro che riescono, e sappiamo che la loro riuscita o il loro fallimento dipenderanno in larga misura dalla loro educazione e dal loro carattere[…] Ma ricordate, non è possibile formare il loro carattere con normali metodi scolastici. Vanno usati metodi diversi. I ragazzi sono pronti a unirsi a un allegro gioco di fraternità, con la sua sana vita da campo e le utili tecniche pionieristiche. Il loro carattere si sviluppa grazie alla loro esposizione, faccia a faccia, alle bellezze e meraviglie della natura. Il ragazzo ha un temperamento naturalmente attivo anziché passivo, e noi gli proponiamo occasioni di azioni concrete anziché di impegni a parole. Gli scouts perfezionano le loro qualità non solo per se stessi, ma per essere in grado di aiutare la società. In altre parole si formano per diventare buoni cittadini”. (B.P., Agosto 1922)
Il Gioco
Il Gioco, dunque, come metodo per insegnare, imparare e per fare fratellanza, ma anche per mettersi in discussione, per sentirsi parte integrante di un tessuto sociale.
All’interno di questo movimento si sono sempre alternate due correnti: da un lato il rispetto della legge e dall’altro la forte rivoluzione che ha creato. Uno dei primi “incontri” realizzati dallo stesso BP fu ideato quando la prima guerra mondiale era ancora in corso e attuato solo al suo termine. Si tratta del già citato “jamboree”, termine che nella lingua inglese significa “allegra riunione”, “baldoria”, e richiama il termine jam, “marmellata”. Quando qualcuno gli chiese perché chiamarlo così, B.P. soleva rispondere: “E quale altro nome vorresti dargli?” (per gli scout che ci leggono, il prossimo jamboree si svolgerà in Giappone nel 2015…).
Il Coraggio
Anche il coraggio è un tema fondamentale. Il coraggio di osare, di “lanciare il cuore oltre l’ostacolo” di riprendersi il futuro per dimostrare di essere cittadini del mondo, dello stesso mondo…
Rispondere in modo positivo in un periodo storico nel quale è più facile rassegnarsi e puntare il dito contro qualcuno, nel quale quotidianamente ci viene ripetuto che il futuro è incerto, più incerto del presente che stiamo vivendo. E’ proprio qui la differenza. Ogni scout sa, e cresce sapendo di dover fare sempre “del suo meglio”, di doversi fare promotore del cambiamento che vuole vedere e non di subire in modo passivo il flusso degli eventi. Il motto “estote parati ” (sii preparato) sintetizzare perfettamente il messaggio lasciato in eredità da Lord Baden Powell a tutti gli scout del mondo. “[…] mettete in pratica il motto Sii preparato: cioè, dovete allenarvi per essere forti, attivi e in gamba, perché allora, se in qualunque momento si farà appello a voi, sapete che potrete dare una mano e fare un lavoro da uomini per il vostro prossimo e per il vostro Paese. Non intendo dire che dovete addestrarvi specialmente come soldati o marinai, ma come qualcosa di ancora meglio: come cittadini buoni, utili e allegri. “(Lord B.P. 1922)
Nel 1922 ci sono più di un milione di scout, diffusi in 32 paesi del mondo; nel 1939 superano i 3,3 milioni: una crescita esponenziale! Nel 1938 l’Accademia di Svezia propone sia B.P. sia il Movimento Scout per il Premio Nobel per la Pace, quale riconoscimento per l’impegno e i servizi resi all’umanità. Ma lo scoppio della Seconda guerra mondiale spinge l’Accademia a congelare il premio, non solo per l’anno 1939, ma anche per i successivi. Con il passare degli anni Baden-Powell inizia ad ammalarsi e nel giro di due anni, l’8 gennaio del 1941 muore mentre si trova a Nyeri, in Kenya, nella sua amatissima Africa.
Non chiamatela divisa
Il fazzolettone
L’elemento distintivo di ogni scout è il suo fazzolettone, di solito di uno o più colori, una camicia, un paio di pantaloni corti, calzettoni al ginocchio, scarponi da montagna e cappellone di feltro a larga tesa.
Secondo Baden-Powell: “L’uniforme significa che appartenete ormai a una grande fratellanza, che si estende a tutto il mondo. Un’uniforme perfetta, corretta anche nei particolari, può sembrare cosa di poca importanza; eppure ha il suo valore nello sviluppo di una certa dignità personale, e ha un significato enorme per quanto riguarda la considerazione di cui il Movimento gode presso gli estranei, i quali giudicano da ciò che vedono. Perciò spero che tutti voi ragazzi vi ricorderete di questo e giocherete secondo le regole del gioco portando correttamente la vostra uniforme.”
Il fazzolettone segna l’appartenenza a uno stesso gruppo e l’abbinamento dei colori indica a quale e in alcuni casi particolari il grado raggiunto. Viene consegnato al momento della promessa, in cui si promette: “Di fare del proprio meglio per compiere il proprio dovere verso Dio, verso il proprio Paese per aiutare gli altri in ogni circostanza e per osservare la legge scout”. Nelle associazioni laiche viene semplicemente omessa la parte verso Dio. Inizialmente il fazzolettone era considerato l’elemento multiuso per fasciature di emergenza, come sciarpa in caso di freddo e in qualsiasi altro impiego utile alla bisogna.
Il Saluto
Un altro simbolo che spesso stuzzica l’attenzione dei più curiosi è il gesto che viene fatto portando la mano destra a livello della spalla destra e, lasciando tesi l’indice il medio e l’anulare, bloccando con il pollice il mignolo. Le tre dita tese ricordano i tre punti della promessa scout, mentre il pollice che copre il mignolo ricorda che il più grande deve sempre proteggere il più piccolo. L’idea che il più grande debba avere sempre cura e attenzione per il più piccolo è proprio il concetto cardine su cui ruota tutto il movimento.
Mettersi in Cerchio
Mettersi in cerchio, infine, è quel modo di stare insieme che permette a tutti di guardarsi dritti in faccia e che sottolinea l’uguaglianza di tutti i componenti che ne fanno parte. E ricorda sempre che bisogna sapersi mettere in discussione per capire dove si sbaglia e per avere, poi, la forza di rialzarsi.
Buona Strada
Un bravo scout deve armarsi di ciò che realmente ha bisogno, come una buona dose di forza e di coraggio per vivere e affrontare tutto quello che incontrerà lungo la sua strada. Per questo spesso ci si congeda con un “buona strada”.
L’uomo descritto da B.P. è uomo che cammina. Che passo dopo passo cresce, invecchia e muore.
di Maria Tisci e Adriana Paolini
Linkografia
http://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Baden-Powell
http://it.wikiquote.org/wiki/Robert_Baden-Powell
http://www.baden-powell.it/
http://it.wikipedia.org/wiki/Agnes_Baden-Powell
http://it.wikipedia.org/wiki/Olave_Baden-Powell
http://www.baden-powell.it/storia/CAMPI%20NAZIONALI%20ASCI.htm
http://scouting.fse.it/
http://www.pegasusarchive.org/pow/S383/PicSt_383_RoverScout2.jpg
http://www.baden-powell.it/storia/Istria.htm
http://www.baden-powell.it/storia/PAGINE%20DI%20STORIA%20SCOUT_file/Sirs.htm
http://www.baden-powell.it/storia/Un%20piccolo%20fratello.htm
http://www.baden-powell.it/storia/contestazione.htm
http://www.baden-powell.it/BP/SdN.html
http://www.agesci.org/foca/downloads/RelazioneCaporagazzo.pdf
http://www.baden-powell.it/BP/bibliografiaBP.htm
Pdf online dei discorsi di B.P. (questo sito sarà operativo dopo il 10 Agosto):
www.vnet.it/scout