“MOOC”: Massive Open Online Courses.
Mai stata così puntuale come in un corso come a Coursera.
Ho promesso che non avrei copiato, ho rilasciato i miei dati e previsto quanto sarebbe stato il carico di studio. Non l’ho valutato io, era già scritto nella presentazione.
Il luogo?
Qualsiasi posto abbia una connessione internet.
Il momento?
Gestibile a seconda della mia giornata.
Statistica uno con Andrew Conway a Princenton, un corso di cinque settimane di improvvisazione Jazz con Gary Burton, erogato dalla Berklee College of music, ventitré sessioni sulla finanza dei mercati da Robert Shiller, professore a Yale, non posso stringere la mano a nessuno di loro, ma posso partecipare al forum, avere una certa garanzia sull’autorità in materia dell’autore e i materiali sono stati aggiornati molto di recente.
“MOOC”: Massive Open Online Courses. Siamo di fronte al massimo livello di interesse globale del fenomeno. Sono corsi on line a cui partecipano milioni di utenti, dove non è richiesto niente di più che una password e una mail: quanto basta per identificarsi.
Nel 2012 Daphne Koller, la cofondatrice insieme a Andrew Ng di Coursera, in un discorso su Ted, cercava di convincere le migliori università a portare su internet i loro migliori corsi, tenuti dai loro migliori professori per rendere possibile un’educazione, che per molti può essere scontata, ma che per moltissimi altri non lo è. Poco più di un anno fa erano quattro gli atenei e quarantatre i corsi, oggi sono centinaia da ogni parte del mondo.
http://www.ted.com/talks/daphne_koller_what_we_re_learning_from_online_education.html
Si tratta di apprendimento passivo, come se fosse un documentario certificato?
No, il corso è strutturato. Sono consigliati argomenti che possono essere preparatori allo stesso, altri che possono essere di approfondimento. La lezione è intervallata da domande di richiamo, alle quali lo studente è tenuto a rispondere perché possa andare avanti. Vengono assegnati dei compiti da seguire. La valutazione è spesso affidata a domande a risposta multipla per modelli fisici, matematici o economici. E’ quasi un riportare gli approcci accademici dalle aule ai salotti.
Lo stesso metodo per le scienze sociali o umanistiche non è altrettanto efficace e si sta sperimentando un’autovalutazione combinata a un peer to peer, pari a pari, tra gli studenti. Sembra che funzioni.
Naturalmente nessuno è obbligato a seguire una lezione, tanto meno la comunità virtuale che vi cresce attorno, ma se nel pieno della notte stessi lavorando a un problema, da qualche parte nel mondo, ci sarà qualcuno sveglio che farà lo stesso, per sua scelta, con il quale potrò condividere dubbi, domande, risposte, progressi.
Questo per ipotesi, più realisticamente nonostante la community possa essere molto vasta gli attori più attivi sono pochi in paragone e possono essere su diversi canali, non necessariamente sul forum ufficiale. Il problema a questo punto diventa come vitalizzare l’ambiente. Tuttavia si sta parlando nell’ordine delle decine di centinaia di migliaia di persone per ogni comunità. C’è chi propone di gratificare gli studenti trasformandoli in star. Cousera e Udacity ad esempio investono sulla reputazione degli studenti mettendo in nota quanti voti e risposte hanno ricevuti i loro messaggi.
L’istruzione a distanza certo non è nulla di nuovo e il progresso tecnologico l’ha sempre favorito, da poste più veloci alla radio, dalla televisione a internet, ma la condivisione di saperi e l’immediatezza dello scambio di informazioni dà il reale scarto.
La parola MOOC esiste già dal 2008 quando Stephen Downes and George Siemens lanciano sulla rete il primo corso universitario aperto al mondo dalla University of Manitoba in Canada. Si chiama “Connectivism and Connective Knowledge/2008 (CCK8)” e usava più piattaforme per appassionare gli studenti all’argomento, compresi gruppi su Facebook, pagine di Wikipendia, blogs e altre risorse. Prima di questo ognuno attraverso la propria piattaforma rendeva pubbliche slide o appunti quando riteneva opportuno, o erogava insegnamenti ai quali potevano accedere un numero limitato di studenti. Secondo Downes, erano 2200 i partecipanti e 170 di questi avevano aperto dei blog di discussione intorno agli argomenti trattati. Erano stimolati a farlo. Questo era il fondamentale scopo del corso. Il CCK08 era aperto e gratuito e chiunque avrebbe potuto parteciparvi e modificarne i contenuti.
In principio anche la condivisione del materiale era libera, perché tutto quello che è pubblicato sulla piattaforma è aperto, condivisibile e utilizzabile da chiunque sempre.
Allo stato attuale i maggiori siti, come Coursera o Edx, forniscono in date stabilite i corsi, sotto copywright, escludendo la possibilità di essere rimaneggiate, entro le quali è possibile reperire i documenti e fuori dalle stesse non sono visibili, fino a quando non viene riproposto alle stesse condizioni.
Esistono ancora Mooc indipendenti, non affiliati a delle università, ma piuttosto a organizzazioni no-profit, associazioni commerciali o semplicemente da individui che usando applicazioni libere decidono di mettere in rete il loro sapere, basando la loro filosofia sull’idea che non solo ognuno di noi ha qualcosa da imparare, ma anche da insegnare.
Instreamia è uno di questi, al momento rappresenta il miglior corso on line aperto per imparare lo spagnolo. In realtà nato non per insegnare, ma come contenuto gratuito per provare l’efficacia del loro prodotto.
http://www.youtube.com/watch?v=27Ot7q1UuZc#t=50
Da parte delle istituzioni c’è una crescente corsa ad afferrare questa opportunità, attraverso la quale anche il corpo docenti ha modo di provare le proprie strategie pedagogiche non solo per classi virtuali, ma anche reali.
Così rapidamente si sono formate diverse offerte, anche molto diversificate tra loro.
Al momento ancora non si è ben delineato un modello economico. Questi luoghi di diffusione sono cresciuti con venture-capital tra le quali AT&T, Bank of America, Cisco, GE, Google, HSBC e IBM. Una strada si pensa possa essere quella di far chiedere una quota per il riconoscimento dei crediti formativi. Potrebbe essere quella di crescere i professionisti che servono attraverso un contatto più diretto tra le aziende, i luoghi del sapere e gli ancora non istruiti a sufficienza?
Al momento la maggior parte degli insegnamenti riconoscono crediti solo interni alla comunità.
Tra i protagonisti più noti si sono sviluppate soluzioni differenti.
Edx è un’ applicazionesenza scopo di lucro, patrocinata dal MIT, Massachusetts Institute of Technology, dall’Università di Harvard, e dall’università di Berkeley. Offre un XSeries Certificate a fronte di una piccola spesa per permettere utilizzare i crediti acquisiti per un lavoro piuttosto che per entrare in una scuola. Il gruppo intende anche distribuire gratuitamente la piattaforma software in modo tale da permettere a tutte le università di offrire corsi universitari a tutti coloro che possono accedere ai MOOC’s, ovunque essi si trovino, in qualsiasi momento.
Coursera è una società a scopo di lucro, fondata da due professori di informatica dell’Università di Stanford. Il modulo adottato da questa società consiste in un contratto sottoscritto con università che accettano di utilizzare la piattaforma per offrire agli studenti corsi on-line gratuitamente. In cambio l’università versa alla società una percentuale delle quote d’iscrizione pagate degli studenti.
Udacity è un’applicazione messa a punto e gestita da una società a scopo di lucro fondata da un professore di informatica di Stanford.
Questa società stabilisce contratti con insegnanti singoli invece che con istituzioni universitarie ed è riuscita finora a concludere contratti con professori molto famosi. A differenza delle società precedenti Udacity si limita al settore dell’informatica.
La Khan Academy è forse la società più famosa. Si tratta di un’organizzazione senza scopi di lucro, fondata da un laureato dell’università di Harvard, Salman Khan.
La Khan Academy sorta nel 2006 (sostenuta finanziariamente da Google, dalla fondazione Bill e Melinda Gates, e da vari altri filantropi) comprende oggi circa 3000 video che possono essere consultati su YouTube. La Kahn Academy non offre corsi universitari, ma fornisce brevi lezioni e una serie di esercizi applicativi. A differenza delle altre società la Khan Academy si rivolge soprattutto a studenti della scuola secondaria di 2º grado.
Il metodo si sta sviluppando e le prospettive future si vanno costruendo. Ora resta da capire se i contenuti saranno allo stesso livello delle tecnologie che usano?
di Shavala De Silva
Linkografia:
http://www.veduca.com.br/home/index
https://education.mongodb.com/
http://www.learningbygivingfoundation.org/mooc/
https://code.google.com/p/course-buil
Fonti: