Ascoltando il discorso di insediamento di Giorgio Napolitano non si può mancare di apprezzare la generosità, l’esempio morale e il senso di responsabilità, con i quali il Presidente richiama l’intero Parlamento alla coesione, ma anche a non incedere in autoindulgenze.
Ciascuno deve portare la sua pietra per la costruzione dello sviluppo della vita democratica del Paese. E richiama tutti, in particolare, ad una seria presa di responsabilità, nell’affrontare finalmente i nodi rimasti inrisolti in questi ultimi anni e che stanno contribuendo a bloccare, insieme alla crisi mondiale ed europea, il rinnovamento economico e sociale del nostro Paese.
Napolitano ha anche ribadito che non si può vincolare il Presidente della Repubblica a una scelta di Governo che converga a priori su delle prescrizioni qualsiasi. Gli unici vincoli devono essere solo quelli dati dall’articolo 94 della Costituzione, che per governare richiedono la maggioranza del Parlamento. Ciascuno deve rendersi conto che in questa sede non rappresenta una fazione, ma piuttosto è depositario della volontà popolare.
Un Presidente sicuramente stanco, ma anche fortemente determinato a un ulteriore sforzo per permettere al Paese di uscire dallo stallo.
Un uomo di grande esperienza, ma anche espressione di forte umanità, che si commuove ripercorrendo gli anni della sua carriera politica, iniziata come deputato a soli 28 anni e che ringrazia per il largo consenso e la fiducia rinnovatagli da più di 3/4 del Parlamento, che più volte si alza e lo applaude, scandendo così la larga condivisione e l’apprezzamento per le molte problematiche espresse nel suo discorso di insediamento.
Speriamo che questa ripartenza non venga sprecata, ma aiuti la discussione parlamentare a formulare alla fine delle leggi efficaci, che permettano al Governo di procedere rapidamente alla messa in sicurezza del Paese, sfruttando anche il documento già formulato dai 10 saggi … (http://www.quirinale.it/qrnw/statico/attivita/consultazioni/c_20mar2013/gruppi_lavoro/2013-04-12_agenda_possibile.pdf) per il lavoro, l’allentamento della pressione fiscale, il rilancio economico, la riforma elettorale e tutti i 24 punti individuati come i più urgenti per il futuro del Paese. Auspicando, altresì anche un rinnovamento dei partiti, con la consapevolezza però che la discussione politica non deve perdere il suo vincolo costituzionale con il metodo democratico.
di Adriana Paolini