Uno studio del System Biology Group Laboratory dell’Università La Sapienza svela il meccanismo con cui è possibile far perdere alle cellule tumorali la capacità di disseminare metastasi
Da qui l’idea di sottoporre a brevetto proprio l’utilizzo delle sostanze dell’ambiente embrionale nel loro complesso per trattare i tumori. “Si tratta di una sfida anche normativa oltre che scientifica assai complessa – aggiunge Pensotti – una volta ottenuto il brevetto si tratterebbe di iniziare la lunga strada della sperimentazione dalle colture in laboratorio sino alla sperimentazione umana, ma dato che i sistemi regolatori sono tarati su cure legate a specifiche sostanze e non ad approcci sistemici potremmo avere delle difficoltà a ottenere le autorizzazioni finali. La nostra speranza è che le nostre ricerche possano allargare l’orizzonte anche delle autorità di regolamentazione per comprendere anche trattamenti multifattoriali”. Una sfida resa ancora più difficile dal fatto che al momento non stanno venendo testate soluzioni farmacologiche basate sull’approccio della reversione tumorale. “Questo va sottolineato – conclude Pensotti – per non indurre false speranze. Detto ciò si tratta di una linea di ricerca che rimonta addirittura a Watson, uno dei padri della ricerca genetica, e che nel tempo ha dato molti frutti promettenti. A noi spetta ora il compito di riprendere in mano questa eredita’ e portarla avanti”.